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Published on Novembre 18th, 2004 | by Redazione MG News

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UE, Allargamento a Est : pericolo o opportunità ?

La prossima entrata nel UE dei nuovi dieci paesi, provenienti soprattutto dall’Est europeo, determinerà nuovi scenari di sviluppo, in questo nuovo assetto che si verrà a creare, interessante é il[…] La prossima entrata nel UE dei nuovi dieci paesi, provenienti soprattutto dall’Est europeo, determinerà nuovi scenari di sviluppo, in questo nuovo assetto che si verrà a creare, interessante é il ruolo del Nord Est italiano: si pensi infatti che, nonostante abbia solo l’11% della popolazione, da solo rappresenta ben il 20% delle esportazioni italiane di cui il 28% é destinato all’Est europeo.
Un recente sondaggio – Opinion Panel – condotto dalla Fondazione Nord Est rivela come gli imprenditori della PMI si relazionino rispetto all’entrata nell’UE di questi nuovi paesi, ed evidenzia quali sono le aspettative e i timori più diffusi.
La tendenza generale risulta da subito chiara: ben 82,8% degli intervistati ritiene necessaria l’entrata di questi paesi nella Comunità Europea e per il 48,3% tale avvenimento é considerato vantaggioso sia il Veneto, che per l’Italia e più in generale per l’Europa.
Per quel che riguarda gli effetti che l’allargamento avrà sui nuovi 10 paesi entranti, ben il 94% degli intervistati ritiene che saranno di carattere decisamente positivo: per l’ 89% infatti ci sarà un miglioramento della qualità della vita, per l’ 80,5% ci saranno benefici nel consolidamento degli ideali democratici e infine ben il 74,6% prevede che l’evento gioverà alla stabilità politica ed istituzionale di questi paesi.
Positiva é anche l’opinione generale sugli effetti che si avranno nell’economia e nelle istituzioni politiche europee: secondo la maggior parte degli intervistati (70,7%) ci saranno per le imprese, quelle italiane nello specifico, maggiori possibilità di investimento, inoltre l’Europa potrà godere di un maggiore peso sia a livello economico nei mercati internazionali (65,5%) e che indubbiamente a livello politico (61,9%).
Per quel che concerne gli effetti nell’economia italiana: il 47,6% intravede prospettive positive, il 27,6% intravede ripercussioni negative e secondo il 25% non ci saranno particolari conseguenze. Le diffidenze reali riguardano il peso che l’Italia avrà nel consesso (per il 68,1% non ci sarà alcun effetto) e sulla vicinanza tra l’Unione e i suoi cittadini (60,5%). Riguardo gli effetti negativi, ben il 76,7% degli intervistati intravede una riduzione delle possibilità per le regioni italiane di beneficiare dei fondi strutturali erogati nell’ambito della politica di coesione dell’UE ( la maggior parte delle risorse saranno infatti ri-orientate verso questi paesi le cui regioni sono in ritardo riguardo ai principali indicatori economici e sociali), inoltre per il 43,6% ci sarà un’incidenza negativa sul funzionamento delle istituzioni comunitarie. Benefici vengono invece intravisti nella gestione del flusso migratorio che implicherà la possibilità di attrarre maggiore manodopera immigrata. Per concludere secondo gli intervistati non ci saranno cambiamenti particolari o sostanziali nella dimensione politico-istituzionale italiana.
L ‘intero report é disponibile sul sito della Fondazione Nord Est


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