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Published on Dicembre 14th, 2004 | by Redazione MG News

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Il futuro nelle PMI? L’outsourcing

Cresce a livello mondiale la tendenza ad affidare all’esterno attività, aree aziendali ed interi processi produttivi, a ricorrervi in maniera massiccia le grandi organizzazioni per le possibilità di risultati concreti. Cresce a livello mondiale la tendenza ad affidare all’esterno attività, aree aziendali e, di recente, anche interi processi produttivi (il Business Process Outsourcing). A ricorrervi in maniera massiccia sono state per prime le grandi organizzazioni che hanno fiutato la possibilità di raggiungere risultati concreti. Esempi interessanti di questa tendenza sono rappresentati da Accenture, (più di un terzo del suo fatturato,12 miliardi di dollari, provengono dall’outsourcing), da IBM (il fatturato relativo all’outsocurcing è aumentato del 13%), e da Procter & Gamble, che ha esternalizzato il faciliy management, i servizi informatici e quelli amministrativi per le risorse umane (attraverso un accordo con Ibm da 400 milioni di dollari). Esternalizzare interi processi significa in molti casi affidare all’esterno marketing, contabilità, gestione dei reclami, e anche risorse umane, finance, accounting e, in alcuni casi, le vendite. Un fenomeno che interessa non solo le grandi imprese, ma anche le piccole realtà produttive: in Italia, il 50% dei clienti in outsourcing con formule di contratti di Temporary Management e consulenza è costituito da piccole e medie aziende. A spingere nella direzione dell’esternalizzazione è certamente la riduzione dei costi, a cui si affianca il bisogno crescente delle aziende di flessibilità e agilità di struttura. I vantaggi che queste operazioni comportano sono classificabili in tre grandi categorie: 1. riduzione dei costi e trasformazione degli stessi da fissi a variabili; 2. accesso a conoscenze specialistiche; 3. aumento della flessibilità aziendale. A queste opportunità si contrappongono però dei rischi altrettanto importanti che riguardano il medio e lungo periodo. Perché l’outsourcing che consente all’azienda di focalizzarsi maggiormente sul proprio core business, genera inevitabilmente una perdita di controllo sui processi. Ne deriva una grande dipendenza dal fornitore e una maggiore necessità di monitoraggio e coordinamento. L’apparente riduzione dei costi nel breve periodo, dunque, da solo non basta a giustificare la scelta dell’outsourcing. Bisogna valutare bene opportunità e pericoli e, laddove possibile trovare soluzioni adatte a ridurli; si potrebbe, ad esempio, ricorrere a diversi fornitori oppure ridurre il “volume di rischio” con outsourcing settoriali. Per quanto riguarda le società che forniscono servizi di outsourcing dovranno gestire non più e non solo singole attività, ma interi processi aziendali, analizzare le trasformazioni dell’outsourcing, capire le esigenze dei committenti ed essere pronte a farsi carico di interi processi aziendali, quali il marketing, la gestione finanziaria e l’organizzazione delle risorse umane. Perché se è vero che oggi il mercato dell’outsourcing insiste sulle componenti tecnologiche, è altrettanto vero che in futuro la sua evoluzione sarà sempre più indirizzata sulle problematiche e sui processi che caratterizzano il business dell’azienda. Fondamentale sarà, dunque, la condivisione degli obiettivi e delle responsabilità. Il fornitore dovrà ricoprire un ruolo importante, elevato a livello di partner della società committente. In questo modo sarà più motivato a lavorare meglio e in maniera ancora più efficace.


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