Internet e new media no image

Published on Novembre 21st, 2006 | by Redazione MG News

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Il Social networking web, un business in espasione

Il video-sharing YouTube-like non basta più, i blog nemmeno. L’utenza è molto più esigente. Nasce un desiderio che va oltre il semplice bloggare, ci si vuole raccontare ed identificare anche attraverso[…]

Il video-sharing YouTube-like non basta più, i blog nemmeno. L’utenza è molto più esigente. Nasce un desiderio che va oltre il semplice bloggare, ci si vuole raccontare ed identificare anche attraverso propri contenuti musicali, video e gadget. Mentre per incontrarsi le chat-rooms non sono più sufficienti.
Alle nuove esigenze il web ribatte con pronte risposte: nascono i social networking web, mappa di relazioni sociali tra individui.
I primi siti dedicati furono -in internet il passato remoto si riferisce al 2003- Friendster , Linkedin ( http://www.linkedin.com ) e poi tanti altri da vedermi obbligata a rimandare alla specifica lista di Wikipedia ( http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_social_networking_websites ). Il fenomeno ha avuto una portata tale che ha incontrato gli interessi del magnate della comunicazione Rupert Murdoch (News Corp.) e della potenza Microsoft con i rispettivi MySpace e Windows Live Spaces.

Avere un proprio spazio da condividere è semplice: si accede all’home page, ci si registra e, attraverso un’interfaccia semplice, dove tutto è drag & drop, si decidono le immagini e i colori nonché i tipi di contenuti.
A testimoniare che la formula è vincente parlano i numeri che danno MySpace come il sito più visto nel web. Il meccanismo è semplice e il bacino di utenza è tale da far gola a chi vuole sfondare, così capita che i contenuti personali, ad esempio musicali, siano veramente frutto di etichette indipendenti. Vien da sé che il business MySpace si amplia sino a concludere un accordo con Snocap di Shawn Fanning, il padre di Napster.
L’accordo sopraccitato non è l’unico. Google non è rimasto a guardare e, nonostante abbia una propria rete di social networking chiamata Orkut ( http://www.orkut.com ), si è aggiudicato il monopolio delle ricerche su MySpace affermandosi ancor più come motore leader, con più della metà delle query composte in tutto il mondo, e prendendo le distanze da Microsoft e Yahoo. Il passo successivo per gli affari della News Corp., a dire il vero in parte già compiuto, è un mercato da milioni di utenti ancora tutto da scoprire e da conquistare: la Cina.

I social networking si specializzano e definiscono i loro campi d’azione, possono essere organizzate anche attorno a modelli di business, come ad esempio nel caso di Ecademy ( http://www.ecademy.com ) o ReferNet ( http://www.refernet.net ).
Da visitare è anche LiveJournal ( http://www.livejournal.com ): nato come diario on-line, ad opera di Brad Fitzpatrick su piattaforma open-source ,oggi è popolato da 11 milioni e mezzo di utenti (ma anche purtroppo solo il 30% dei blog aggiornati nell’ultimo mese).
La massima espressione di MySpace-like dovrebbe essere Aggreg8 ( http://aggreg8.net ) proposto da Microsoft inseguito ad esigenze riscontrate da una collaborazione Culminis: studiato per sviluppatori è utile per la condivisione di script, strumenti, o “best practice”, o anche solo per collegare gli utenti rigorosamente in ambito professionale.

Last but not the list … Skypecast! Presentata l’8 novembre a Lussenburgo la versione beta di Skype 3.0 solo per Windows. La nuova release prevede gli Skypecast che permettono agli utenti di visualizzare le discussioni pubbliche in corso e di parteciparvi in una finestra “live”, sono discussioni moderate che avvengono in tempo reale e che possono ospitare sino a 100 persone contemporaneamente. Sono anche disponibili le Chat pubbliche, dove la conversazione è testuale, anch’esse possono essere moderate. Caratteristica peculiare del servizio è la possibilità di promuovere le chat con qualsiasi link e su qualsiasi sito, messaggio email, forum e via dicendo (“o anche nei messaggi di stato di Skype”, specifica l’azienda). Altro nodo importante della nuova release è il supporto esteso al click-to-call, una funzionalità che come noto permette di chiamare numeri telefonici tradizionali cliccando sui numeri di telefono pubblicati su web, una funzionalità utilizzabile con Internet Explorer o Firefox.

Con il Web 2.0 e tutte le possibilità offerte in combinazione non è più azzardata l’ipotesi che il mondo del lavoro, delle multinazionali sì, ma anche delle piccole e medie aziende, si stia spostando su web.

Anna Rado


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