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Published on Dicembre 16th, 2004 | by Redazione MG News

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La responsabilità sociale dell’impresa

Oggigiorno parlare di responsabilità sociale dell’impresa o di Corporate Social Responsability (acronimo inglese: CSR) significa interrogarsi su una concezione diversa dell’essere impresa e di capire quanto gli imprenditori della PMI[…] Oggigiorno parlare di responsabilità sociale dell’impresa o di Corporate Social Responsability (acronimo inglese: CSR) significa interrogarsi su una concezione diversa dell’essere impresa e di capire quanto gli imprenditori della PMI siano in grado di coglierne le possibilità oltre che i limiti.
La tendenza attuale del Nord Est Italiano é una frammentazione sempre maggiore tra gli elementi che hanno determinato lo sviluppo e la crescita della PMI negli ultimi anni: si sono infatti affievolite sia la complicità tra l’impresa e il territorio, capace di fornire tutte le risorse di cui essa necessitava, sia l’integrazione tra lo sviluppo economico e la società locale, che aveva caratterizzato la nascita delle tantissime imprese familiari nel Nord Est italiano. Fattore incisivo in questa nuova realtà é il livello di istruzione mediamente più elevato che, da una parte, ha portato a considerare sempre più socialmente declassanti i lavori di tipo manuale, determinando una carenza delle risorse, e dall’altra ha rafforzato la volontà delle giovani generazioni di voler puntare ad una dimensione professionale libera, quindi non vincolata all’ottica della conduzione familiare. L’impresa attualmente avverte un insolito divario tra se stessa e la stessa realtà locale che per anni le ha dato legittimazione e riconoscimento e questo l’ha portata a dover riconsiderare il concetto di responsabilità sociale.
Gli spunti di riflessione ci vengono da una recente ricerca curata dalla Fondazione Nord Est sul tema del rapporto tra l’impresa e il concetto di responsabilità sociale, con rilevazioni effettuate su un campione significativo di imprenditori. Sono presenti in questo campione due sottoinsiemi: uno rappresentativo degli imprenditori della provincia di Padova, l’altro da un gruppo di testimonial significativi del mondo imprenditoriale dell’intero Nord Est.
Per quanto riguarda il concetto di responsabilità sociale in quanto tale, in generale emerge la tendenza ad una consapevolezza ampiamente diffusa dei temi che lo riguardano con particolare attenzione per la tutela dell’ambiente (43,8%) e per la promozione della crescita umana e culturale del territorio in cui si opera (42,4%). Tuttavia ben il 61,2% degli intervistati vede il concetto di CSR più legato ad una valenza di tipo auto-limitativo, ovvero subordinato al concetto di non danneggiare il territorio e la società in cui si opera, e solo il 37,7% ne coglie in modo pieno la potenzialità e il valore in quanto leva strategica dell’impresa, ovvero il suo essere un investimento in ottica di lungo periodo verso il territorio e verso la società, quindi parte integrante della filosofia dell’impresa. Va aggiunto il fatto che la qualità dell’immagine e della reputazione dell’impresa é ancora vincolata principalmente a fattori quali il successo nel proprio portafoglio di attività e alla qualità del rapporto con i propri dipendenti, il rapporto con il territorio e la società circostante é menzionato solo dal 34,1% degli interessati. Ciò dimostra come la responsabilità sociale sia vissuta dall’impresa più come una faccenda che riguarda il suo interno e come opere volte a promuovere azioni in questo senso siano considerate semplici strumenti di promozione d’immagine e non percepiti come ciò che propriamente sono: investimenti di tipo economico. A ciò va aggiunta una concretezza ancora troppo intermittente nel sostenere la CSR: solo il 6,7% infatti considera l’impegno sociale tra i valori guida della propria impresa.
Per quanto riguarda l’aspetto comunicazionale: solo gli imprenditori più giovani sembrano orientati a rapportarsi con le istituzioni e con l’opinione pubblica, nella maggior parte dei casi si privilegia la comunicazione interna alla propria impresa e verso i propri partner commerciali. Sono infatti considerate azioni di responsabilità sociale principalmente il garantire standard di sicurezza e comfort sul lavoro (43,3%) e il fornire attività volte alla formazione del personale (41,0%), solo per il restante 15,7% sono rilevanti azioni di natura più propriamente sociale quali: la solidarietà sociale, la tutela del territorio, le sponsorizzazioni e il patrocinio di eventi culturali.
Il bilancio sociale, documento non obbligato ma volontario in cui l’impresa si qualifica eticamente in rapporto al territorio e alla società che la circonda, é avvertito come strumento concreto che permette all’impresa di comunicare con i propri pubblici esterni solo dal 7,2 % degli intervistati e utilizzato sistematicamente solo dal 3,9%. Tuttavia ben il 62,2 % afferma di essere interessato ad utilizzarlo, sebbene per il 37,4% lo ritenga poco importante ai fini della promozione d’immagine. Emerge inoltre come i limiti all’utilizzo del bilancio sociale siano: le piccole dimensioni dell’impresa e lo scarso grado di conoscenza dello strumento.
I dati riportati mostrano come la consapevolezza della CSR sia ampiamente diffusa, tuttavia risultano chiare la mancanza di comprensione delle sue piene potenzialità e la poca concretezza nello svolgere azioni ad essa mirate, fatta eccezione per il settore dei servizi che, molto probabilmente perchè abituato a differenziare la propria offerta in base ad un valore aggiunto di tipo immateriale, evidenzia una maggiore sensibilità e apertura verso una concezione strategico-economica della responsabilità sociale.
Chi fosse interessato a scaricare l’intero report della ricerca può andare sul sito della Fondazione Nord Est.


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