Marketing e comunicazione no image

Published on Febbraio 21st, 2006 | by Redazione MG News

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La diffusione della Responsabilità Sociale d’impresa attraverso il mercato

Nell’attuale dibattito relativo all’introduzione della CSR all’interno delle imprese prende sempre più corpo l’idea che l’impresa abbia in effetti delle responsabilità verso la collettività e non solo verso i propri[…] Nell’attuale dibattito relativo all’introduzione della CSR all’interno delle imprese prende sempre più corpo l’idea che l’impresa abbia in effetti delle responsabilità verso la collettività e non solo verso i propri azionisti. Tuttavia, fino ad oggi le imprese, e in primo luogo i manager, hanno generalmente posto la soddisfazione degli azionisti, intesa come massimizzazione del profitto, come obiettivo principale da raggiungere.
Introdurre la CSR in una realtà imprenditoriale significa invece accettare che l’impresa abbai il dovere di massimizzare la soddisfazione di ogni suo stakeholder. Conciliare questa visione con la tradizione radicata globalmente della massimizzazione dei profitti appare in effetti poco probabile. Anche qualora i manager dovessero svegliarsi dal loro torpore capitalista,prendendo coscienza della responsabilità che ha l’impresa verso la collettività, difficilmente potrebbero modificare le strategie competitive per considerare elementi di alto valore morale ma apparentemente sconvenienti da un punto di vista economico.
L’anello di congiunzione tra le due visioni, diametralmente opposte, è rappresentato dalla possibilità di trovare dei benefici di natura economica legati ai comportamenti socialmente responsabili. Tra i diversi possibili vantaggi ne esiste uno decisamente più concreto degli altri: l’impatto in termini reputazionali sul mercato. In sostanza, se un’impresa si dimostra socialmente responsabile può guadagnare in termini di immagine e reputazione agli occhi dei consumatori e quelli più sensibili a certe tematiche potrebbero iniziare a preferirne i prodotti rispetto a quelli dei concorrenti. Questa possibilità, tutt’altro che remota, si scontra con l’evidente incapacità valutativa dei singoli consumatori, che non hanno certamente né il tempo né le competenze per valutare in maniera efficace il comportamento di ogni impresa.
Il grande potere detenuto inconsapevolmente dai consumatori, esplicabile attraverso le loro scelte di acquisto potrebbe perdersi a causa dell’enorme quantitativo di informazioni da considerare. In risposta a questo problema è opportuno considerare l’introduzione di uno strumento di valutazione sintetica del comportamento sociale dell’impresa, una sorta di rating, che riassuma in estrema sintesi il comportamento delle imprese e permetta al consumatore di confrontare i diversi prodotti anche considerando questo elemento di differenziazione.

Continua nell’approfondimento allegato


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