Promozione made in italy no image

Published on Novembre 21st, 2004 | by Redazione MG News

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All’assalto di Russia e India

IL Ministero per il commercio estero ed in particolare la Direzione Generale per la promozione degli scambi indica quali sono le linee direttrici del 2005  per recuperare un orizzonte triennale[…] IL Ministero per il commercio estero ed in particolare la Direzione Generale per la promozione degli scambi indica quali sono le linee direttrici del 2005  per recuperare un orizzonte triennale di operatività. Il principale obiettivo individuato è di natura strategica: rendere l’Italia più competitiva elevandone il grado di internazionalizzazione, la premessa a tal scopo è  una politica industriale che tenga conto dei vincoli determinati dalla dimensione strutturale delle piccole e medie imprese, favorendo una maggiore e più qualificata presenza della PMI nelle relazioni istituzionali e commerciali all’estero rendendone l’inserimento più durevole. In quest’ottica viene individuata una strategia di doppio binario che punta da una parte a sostenere i nuovi settori hi-tech e dall’altra a difendere i settori tradizionali, attuando un’attività di tutela e promozione dei beni e servizi prodotti dentro i confini nazionali, ricercando ulteriore affermazione del Made in Italy. Dal rapporto ICE 2003-2004 sulle imprese esportatrici, emerge che le piccole imprese (meno 50 dipendenti) costituiscono il 92,6% degli esportatori e fanno registrare un fatturato estero pari al 30% delle esportazioni totali (collocandosi vicine alle grandi imprese che coprono il 31% delle esportazioni totali), inoltre i dati relativi al commercio estero rilevano che le partecipazioni italiane in imprese estere sono cresciute del 4,6%. La presenza commerciale e produttiva all’estero della PMI sarà attuata attraverso una logica che corrisponde allo sforzo di fare rete, cambierà quindi il ruolo delle Associazioni di categoria, dei Consorzi dell’export e delle stesse Regioni e Camere di commercio che avranno il compito di selezionare le PMI ed aggregarle per settore e territorio ed elaborare progetti specifici per facilitarne l’internazionalizzazione. A tal proposito Il Ministero e l’ICE promuoveranno una fase sperimentale collegata ai fondi promozionali e a quelli interregionali e camerali mediante il finanziamento del 75% dei costi di studi di fattibilità relativi ad investimenti per la realizzazione di show room, centri commerciali, impianti produttivi all’estero dei raggruppamenti, consorzi, filiere o distretti di imprese a condizione che i progetti citati siano promossi da Regioni, Associazioni di categoria, Camere di Commercio, Consorzi, Fiere. Per quel che riguarda le priorità geografiche in un recente studio ICE-Prometeia sono state individuate in Cina, Russia e India (l’Ue è diventata nei primi cinque mesi del 2004 il primo partner commerciale della Cina) le più importanti opportunità e preoccupazioni competitive, infatti nel 2005 le previsioni attribuiscono all’Est una crescita del 6-8% dovuta all’abbattimento di blocchi e ad una spinta al miglioramento economico e sociale di grandi masse. Accanto a un piano di promozione in Cina per il 2004, l’obiettivo prioritario per il 2005 è la Russia, dichiarato paese partner privilegiato con cui intensificare la collaborazione. Attualmente la Russia è un paese in crescita, il PIL nel gennaio-maggio 2003 e’ cresciuto del 7,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e la produzione di beni e servizi nei cinque settori di base dell’economia (industria, edilizia, agricoltura, trasporti e commercio) e’aumentata del 7,2% rispetto 2002, nello specifico la produzione industriale è cresciuta del 6,7% rispetto all’anno  precedente.

Riguardo la distribuzione geografica del commercio estero in Russia, la Germania e’ risultata nei sette mesi del 2003 il principale partner commerciale con una quota del 9,7% del totale dell’interscambio del paese con il resto del mondo, seguita dall’Italia con un  volume d’interscambio di 5,8 miliardi di dollari e la quota 5,7% . Gli acquisti italiani dalla Russia, nei primi sette mesi del 2003, sono aumentati del 10,9% sebbene la quota italiana sul totale delle esportazioni russe risulta essere diminuita e pari al 6,3% (rispetto al 7,3% del 2002), inoltre all’incremento del 7,4% delle esportazioni italiane con risultati brillanti in vari settori, ha corrisposto un calo del 7,3% delle importazioni.

Per quel che riguarda la struttura merceologica dell’interscambio, le importazioni italiane dalla Russia sono composte per l’80% da materie prime energetiche (gas e petrolio) e per la quota restante di semilavorati (legno e derivati, metalli, ecc.). Per quanto concerne le esportazioni verso la Russia, nonostante la maggiore visibilita’ dei prodotti italiani destinati al consumo, beni strumentali e beni di consumo hanno un peso quasi equivalente nelle esportazioni; negli ultimi due anni si ha avuto una ripresa delle vendite di macchinari legata alla ripresa degli investimenti interni russi. Significativo che in quasi tutti i comparti della meccanica strumentale l’Italia si trova al primo o al secondo posto (in genere dopo la Germania) quale Paese fornitore del mercato russo. Invece i beni di consumo importati dall’Italia si collocano nella fascia alta e medio-alta e si rivolgono a quel segmento di consumatori russi ( che aumenta progressivamente dal 15% al 20 %) che gode di redditi elevati. Considerando la  tendenza generale dei consumatori russi verso prodotti di maggiore qualità è facile presumere che il progressivo aumento dei redditi (ed una migliore distribuzione degli stessi) farà del mercato russo uno dei principali acquirenti della “industria del lusso” italiana. L’apporto del capitale estero allo sviluppo della struttura produttiva russa risulta tuttavia ancora assai modesto rispetto alle dimensioni del mercato, nonostante le numerose riforme attuate dallan presidenza Putin e volte a favorire le relazioni con l’estero sia nel campo commerciale che in quello degli investimenti; è costituito da un sistema bancario fragile e sottocapitalizzato incapace di svolgere un adeguato ruolo di intermediazione finanziaria, il modesto apporto di finanziamenti dalle banche è stato infatti lamentato dalle imprese italiane come ostacolo all’insediamento e al radicamento nel mercato russo nel medio periodo. Per il 2006, terzo anno di promozione straordinaria, l’attenzione è concentrata sull’India , dove le complessità risultano maggiori. Il 2003 si è concluso in India più che positivamente con un incremento del tasso di crescita del PIL del 8,4%, tuttavia anche c’è stata una maggiore apertura del mercato indiano restano ancora ostacoli in alcuni settori prioritari per l’Italia a causa di barrire tariffarie (il vino colpito da dazi del 280%) ed altre restrizioni di tipo quantitativo (il caso del marmo). Tuttavia dal gennaio 2005 dovrebbe essere abolito il sistema delle quote nel settore tessile, creando così nuovi spazi per investimenti esteri e si dovrebbe abbassare il picco tariffario del dazio doganale, con un taglio di 5 punti percentuali,  avvicinando così l’India alla media asiatica. I dati relativi a marzo 2004 sull’interscambio India-Italia evidenziano comunque una variazione in aumento delle importazioni dall’Italia  e delle esportazioni verso la stessa: l’Italia si colloca al quinto posto come paese fornitore e al quarto come paese destinatario di esportazioni indiane. I prodotti italiani più richiesti dal mercato indiano sono: macchinari (30.9% del totale), prodotti chimici organici (6.16%), prodotti elettronici (6.05%), prodotti farmaceutici (4%), macchine utensili (3.38%), mezzi di trasporto (3.3%), prodotti metallurgici (3%); mentre l’Italia importa dall’India soprattutto tessili e articoli per abbigliamento (20.56%), prodotti in cuoio (6.7%), minerali (5%), mezzi di trasporto (4,3%), abbigliamento in pelle (3,8%), ferro e acciaio di base o semilavorati (3,5%), componenti per calzature (3,1%), macchinari e strumenti vari (2,9%), prodotti chimici (2,9%). Le linee direttrici per la promozione intendono cominciare ad agire in questa realtà svolgendo azioni coordinate per inserirsi maggiormente in specifici segmenti mercato quali: gastronomia, componentistica, ICT e farmaceutica, utilizzando anche forme di promozione straordinaria del Made in Italy. Alla luce dei dati appare evidente come le condizioni base, per realizzare un ingresso e un intensificazione di scambi con questi nuovi mercati e le possibilità da loro offerte, siano un’informazione adeguata sull’economia di mercato e società dei consumi delle singole realtà e un coordinamento maggiore tra  imprese e istituzioni pubbliche e private italiane operanti in questi mercati.

Decreto Ministeriale 4 agosto 2004 con le linee di indirizzo dell’attività promozionale per il 2005


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