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Published on Novembre 21st, 2004 | by Redazione MG News

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Cina: ottime prospettive per gli investimenti in TLC

L’opportunità Cina: il mercato delle comunicazioni più attivo al mondo con ritmi di crescita del PIL attorno al 9%. La Cina si conferma il mercato delle telecomunicazioni più attivo al mondo. Il dato recensito in agosto dal Ministero dell’Industria cinese è eloquente: il numero di linee telefoniche fisse è oltre le 300 milioni di unità, gli utenti di telefonia cellulare sono ca. 350 milioni con un fatturato in aumento del 12% rispetto all’agosto del 2003. I servizi che sono cresciuti maggiormente sono stati i servizi SMS. La Cina è al primo posto anche per numero di accordi di roaming internazionale siglati con gli operatori di oltre 70 paesi questo al fine di supportare il crescente fl usso di uomini d’affari e turisti cinesi nel mondo. Alla recente conferenza del Pacific Telecommunications Council (PTC), la Cina ha dichiarato di voler accelerare il processo di liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni. Un’ottima notizia per gli Operatori europei del settore, considerando che molte società high tech cinesi sono PMI. Attualmente in Cina esistono circa 10 milioni di piccole e medie imprese (classificazione americana di PMI), che impiegano il 70% della forza impiegano il 70% della forza lavoro del paese. E nella TOP 500 delle PMI cinesi il 90% d’esse risultano essere private: PMI interessate a joint-venture e disponibili a considerare partecipazioni estere ad un prezzo che è in virtù del cambio favorevole uno strike price per gli Operatori europei. Un altro elemento importante per gli investitori stranieri del settore è il capitale umano: la Cina laurea ca. 3 milioni di giovani all’anno per lo piu’ in ambito scientifico ed economico. Un capitale importantissimo a cui capitale importantissimo a cui il Governo cinese presta sempre più attenzione arrivando ormai addirittura ad incoraggiare tempi di permanenza all’estero dei propri studenti. Vi sono dunque le basi per investire nel più grande mercato delle telecomunicazioni del mondo. Non solo nel più grande, ma anche in quello che risulterà essere a breve il mercato delle telecomunicazioni tecnologicamente più avanzato. La recente disputa sul wi-fi tra alcune società americane ed il Governo cinese è un esempio della rapidità del cambiamento sia tecnologico che regolamentare e di mercato. I fatti: – Aprile 2004: il Governo cinese, dopo una disputa con alcune società internazionali, ritira l’imposizione in capo agli operatori di telecomunicazioni wireless di fare uso del software di controllo ed encryption “Wired authentication and privacy infrastructure” (WAPI): al rifiuto motivato di Intel e Nortel Networks sull’incompatibilità del WAPI con gli standard di sicurezza wireless (IEEE 802.11 and 802.11b), ed al ricevimento di una lettera da parte dell’Amministrazione Bush, il Governo cinese decide di revocare l’obbligo. – Luglio 2004: attraverso un attraverso un accordo con le municipalizzate di Dalian (ca. 6 milioni di abitanti) e Chengdu (10 milioni di abitanti), Intel ratifica un accordo in base al quale realizzerà la prima rete al mondo basata sullo standard WiMax (Worldwide Interoperability for Microwaves Access, Standard 802.16a), capace di fare della Cina la regione del pianeta con la più moderna infrastruttura di accesso broadband. WiMax considerato il successore del wifi rappresenta il futuro delle telecomunicazioni in termini di infrastruttura di accesso, il cosiddetto ultimo miglio: 70 Mbit/sec con una copertura per cella pari a 50 km, ed unmercato (2008) stimato in circa 1 miliardo di dollari. A dimostrazione del valore strategico della Cina, l’Intel sta completando uno stabilimento produttivo per essere presente sul quello che è destinato a rappresentare il più grande mercato mondiale di semiconduttori: si prevede che nel 2004 la Cina consumerà semiconduttori per un valore vicino ai 40 miliardidi dollari (nel 2003 la Cina ha acquistato semiconduttori per 30 miliardi di dollari); ad Intel seguono Infineon Technologies con investimenti in Cina per 1,2 miliardi di dollari (entro il 2007) e Nortel Networks che investirà sulle tecnologie wi-fi in Cina ca. 200 milioni di dollari (sempre entro il 2007). Ebbene, nonostante risulti evidente il valore del mercato cinese delle telecomunicazioni, quasi nessuna delle società nazionali di telecomunicazioni ha inserito la Cina come Paese target per l’internazionalizzazione nel prossimo triennio. Come dimostra la storia dei nuovi mercati geografici, il “premio di mercato” è riconosciuto ai primi 3 operatori del settore: chi arriva successivamente è relegato ad una posizione del tutto marginale. E dire che basterebbe leggere gli eventi per osservare che la Cina rappresenta ormai un Paese stabile, un mercato maturo per gli investimenti in tecnologia, nonché, leader in campo scientifico: la Cina è entrata recentemente nella “Top 10 mondiale” dei supercomputer con il modello TC4000A basato sulla tecnologia Opteron (prodotto dalla società cinese Dawning Information Industry congiuntamente con AMD). Tornando alle telecomunicazioni, è indubbio che potrebbero rappresentare un terreno di conquista per le imprese italiane: nell’ambito del programma quadro infrastrutturale cinese vi sono decine di città per cui è previsto il potenziamento della rete in fibra ottica, nonché, milioni di imprese che necessitano di essere collegate alla Rete. Un’opportunità unica per gli Operatori italiani di Telecomunicazioni. Opportunità per gli Operatori europei di infrastrutture in Fibra ottica La Cina rappresenta una regione del globo a elevato ritorno sugli investimenti infrastrutturali. In particolare per gli Operatori di Telecomunicazioni con competenze nella posa di fibra ottica. Le ragioni per investire ora in Cina nelle infrastrutture di accesso e backbone in fibra ottica sono le seguenti: – Nel dicembre 2003 è stata introdotta nella Costituzione cinese la tutela della proprietà privata non solo personale ma anche relativa alle attività produttive: impianti e infrastrutture sono dunque tutelate come proprietà privata. – Lo yuan è ancorato al dollaro (peg) e il dollaro è deprezzato nei confronti dell’Euro: situazione ideale per investire e acquistare in Cina; le dichiarazioni del Primo Ministro Wen iJabao (6 maggio u.s.) lasciano intendere che l’ancoraggio valutario non durerà a lungo: esso richiede infatti riserve valutarie rilevanti da parte della Cina, ben oltre i 410 miliardi di dollari attuali; l’apprezzamento dello yuan ridurrà inevitabilmente l’interesse nei confronti della Cina in termini di ritorno sugli investimenti; è questa la ragione per decidere celermente investimenti infrastrutturali in Cina – La Cina con i suoi 30.000 km di autostrade è al secondo posto al mondo per copertura autostradale; la Cina ne prevede il raddoppio nel prossimo ventennio: infrastrutture di telecomunicazioni possono essere realizzate velocemente e a costi estremamente contenuti in quanto si posano in condotti in fase di realizzazione per altre utilities e quindi non incidono sul costo della posa della fibra. Il medesimo fenomeno è riscontrabile negli anelli autostradali metropolitani. – Dei 400 miliardi di dollari di export cinese, il 55% è generato da società a partecipazione straniera ed il 60% dei prodotti esportati è frutto di lavorazioni di materiali provenienti dall’estero; numerose società di Hong Kong (regione cinese a statuto speciale) si stanno spostando a Shanghai e Pechino al fine di superare le limitazioni dovute all’appartenenza alla Regione a Statuto speciale (le società di Hong Kong sono considerate nel diritto cinese come società estere, così come i relativi investimenti classificati come investimenti esteri); multinazionali straniere si stanziano quotidianamente in Shanghai e Pechino. – Il controllo sugli accessi ad Internet tenderà a diventare lasco ed il numero di fruitori di internet, attualmente 87 milioni di utenti, è destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi 10 anni per raggiungere i 400 milioni di utenti. Queste rappresentano alcune delle ragioni per cui gli operatori di telecomunicazioni europei dovrebbero valutare celermente l’opportunità Cina: un mercato in continua espansione con ritmi di crescita del PIL che si attesteranno nel 2004 sul 9% ed un imprenditorialità in grado di stupire i manager occidentali.


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