Competitività internazionale: Estonia batte Italia
Che l’Italia stia perdendo posizioni nel ranking internazionale della competitività é fatto ormai noto e confermato da autorevoli studi internazionali.
Sorprende però che, in un’analisi di sintesi dei fattori di competitività[…] Che l’Italia stia perdendo posizioni nel ranking internazionale della competitività é fatto ormai noto e confermato da autorevoli studi internazionali.
Sorprende però che, in un’analisi di sintesi dei fattori di competitività riguardante i paesi dell’ Unione Europea (storici, nuovi entranti e prossimi aderenti), fatta in comparazione con gli USA, risulti che l’Italia ha una posizione complessiva più debole della Spagna ed addirittura di uno dei paesi new entry dell’Unione: l’Estonia, paese baltico di recentissima apertura al libero mercato.
I macro-fattori presi in considerazione per valutare la competitività – nell’ambito di quella che viene definita Lisbon Review, ovvero la verifica a 4 anni di distanza dalla Dichiarazione di Lisbona, che impegnava tutti i Paesi membri a migliorare la propria competitività per arrivare a superare, entro il 2010, gli Stati Uniti – sono otto:
1. Società dell’informazione (alfabetizzazione informatica ed utilizzo nuove tecnologie)
2. Innovazione e Ricerca e Sviluppo
3. Liberalizzazione dei mercati
4. Creazione di Network nell’industria (es: distretti)
5. Servizi finanziari all’impresa
6. Ambiente favorevole all’imprenditoria
7. Politiche di inclusione sociale (nel mondo del lavoro)
8. Sviluppo sostenibile
In particolare la posizione dell’ Italia risulta particolarmente debole soprattutto su tre fattori: la società dell’informazione, i servizi finanziari e l’ambiente favorevole all’impresa; dovrebbe far riflettere soprattutto quest’ultimo elemento che evidenzia quanto pesino burocrazie ed adempimenti amministrativo-finanziari per le imprese ed invece, sull’altro versante, quanto poco si faccia per favorire la nascita e lo sviluppo di nuova imprenditorialità.
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