Tecnologie per l'impresa no image

Published on Febbraio 21st, 2005 | by Redazione MG News

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Come si affronta un bando europeo per la ricerca

Opportunità offerte per le PMI dai bandi europei sulla ricerca ed innovazione. Un cammino complesso ma ormai obbligato per garantire la sopravvivenza e lo sviluppo sui mercati internazionali. L’esperienza diretta di chi, all’interno di un’azienda, ha messo in piedi e gestisce un settore dedicato proprio ai progetti di ricerca internazionali. Sono circa 25 milioni le piccole e medie imprese (PMI) in Unione Europea. Queste aziende, pur essendo vincenti e moderne sotto molti aspetti, non possono permettersi di riposare sugli allori. Stare al passo con gli alti livelli tecnologici dei concorrenti e mantenere la propria competitività, sono delle importanti sfide che vanno affrontate incessantemente per garantire la crescita sostenibile e l’aumento della prosperità. Data l’importanza che le PMI rivestono nell’economia e nella vita sociale dei paesi europei, la Commissione ha stanziato risorse notevoli allo scopo di promuovere i programmi e le iniziative sia per garantire loro una crescita costante sia per aumentarne la competitività sui mercati internazionali. Ciononostante sussistono ancora molte difficoltà, soprattutto per le PMI, da un lato ad accedere alle informazioni efficacemente e tempestivamente, dall’altro, anche quando ne fossero in possesso, di seguire la prassi tecnico-burocratica prevista per la presentazione di una proposta, prassi decisamente impegnativa. La mancanza di esperienza e la complessità delle procedure rendono generalmente problematica la partecipazione delle PMI a questi programmi comunitari. Tali procedure prevedono infatti la formulazione del progetto secondo criteri e modalità specifiche, la ricerca di partner europei, la presentazione della proposta alla Commissione secondo determinati format, il follow-up presso i servizi comunitari a Bruxelles e, in caso di approvazione della proposta, la realizzazione del progetto, la gestione tecnico – amministrativa dello stesso e la fase di report e rendicontazione. Si tratta sicuramente di un impegno particolarmente gravoso che necessita di specifiche competenze, di esperienza e di tempo (… tanto tempo). In Tecnogamma spa – l’azienda per la quale svolgo il ruolo di coordinatrice dei progetti di ricerca – i fondi diretti ad attività di ricerca sono considerati “investimenti per il futuro”. Investire in ricerca non rappresenta infatti solo un percorso di crescita, ma determina anche la propria sopravvivenza in un contesto in cui i termini della competizione interna ed internazionale si fanno sempre più accesi. Per mantenere e migliorare la propria posizione nel mercato, Tecnogamma è di conseguenza fortemente impegnata in attività di ricerca e sviluppo che le permettono di sostenere gli alti standard di innovazione richiesti. Questo interesse per la ricerca ha poi trovato una realizzazione ancora più concreta e visibile attraverso l’utilizzo da parte dell’azienda degli strumenti offerti dall’Unione Europea e principalmente i CRAFT – Cooperative Reseach Projects, progetti di ricerca specifici per le Piccole Medie Imprese ( http://sme.cordis.lu/craft/home.cfm ). La partecipazione ai progetti di ricerca europei ha significato e continua a significare per Tecnogamma una grande opportunità che comporta i seguenti vantaggi: – una notevole visibilità per il proprio prodotto-servizio e un risultato positivo in termini di immagine (il biglietto da visita della Commissione Europea è quanto mai gradito alle controparti e rappresenta una referenza importante); – l’opportunità di lavorare in un progetto Europeo in collaborazione con potenziali clienti che vengono coinvolti in fase di sviluppo di progetto; – la possibilità di aggregare sul progetto le competenze più qualificate, attraverso l’inserimento nel consorzio di ricerca di Università e centri di ricerca che mettono a disposizione le proprie conoscenze e risorse; – l’opportunità di creare importanti sinergie e una sviluppata rete di collaborazioni con i centri di ricerca e le Università; – la possibilità di supportare finanziariamente lo sviluppo delle proprie idee. Negli ultimi anni 5 anni l’azienda è riuscita a farsi approvare e finanziare 5 progetti Craft come coordinatore – capo fila e inoltre partecipa ad alcuni progetti di ricerca come partner di consorzio. Quali i segreti? Innanzitutto è doveroso dichiarare che non si è arrivati all’approvazione dei progetti senza difficoltà e intoppi. Prima di farsi approvare la prima proposta di progetto, la Commissione Europea più volte “lo respinge al mittente”, ma si è trattata di una sfida a cui Ettore Casagrande, Presidente dell’azienda, non ha mai voluto rinunciare. Una sfida per una struttura allora piccola, di una quindicina di persone, e per un’azienda immersa in un territorio in ritardo, a quei tempi – 5 anni fa, nella corsa ai finanziamenti alla ricerca e all’innovazione. L’importante è stato capire ciò che vuole la Comunità Europea, per Tecnogamma è stato decisivo l’approccio diretto alle procedure previste dai bandi europei. Per approccio diretto si intende innanzitutto la creazione – una volta vinto il primo progetto – di una struttura interna dedicata alla presentazione e alla gestione dei progetti da un punto di vista sia tecnico che burocratico – amministrativo. La strategia di Tecnogamma di creare internamente una struttura dedicata allo sfruttamento degli incentivi all’innovazione è senz’ombra di dubbio la caratteristica che fa la differenza. Infatti, se in fase di preparazione del progetto è possibile affidarsi a strutture esterne di assistenza e/o consulenza, è altrettanto vero che queste stesse strutture, per quanto competenti, affidabili e disponibili, difficilmente riescono ad accompagnare l’azienda in fase di implementazione di progetto con la stessa cura ed attenzione con cui lo farebbe un collaboratore direttamente implicato nell’attività aziendale. Se si punta solo al finanziamento non funziona, bisogna partire da un’idea e costruirci intorno un progetto. L’importante è che questa idea porti – o si presume possa portare – a risultati innovativi che implichino dei ritorni concreti in termini di sviluppo tecnologico ed economico; tali ricadute però non devono interessare la sola azienda, devono avere un impatto di dimensioni europee, altrimenti il progetto ha scarse possibilità di essere accolto. Fondamentale poi è la scelta dei partner di progetto. Oltre al parametro della internazionalità, è indispensabile che il consorzio sia costituito da PMI (in grado di sfruttare i risultati del progetto e di passare dalla fase di sviluppo precompetitivo a quella di commercializzazione ), da Esecutori di Ricerca (capaci di apportare al progetto le specifiche competenze richieste) e da Utilizzatori Finali (potenziali clienti, potenziali utilizzatori dei risultati del progetto). Un’ultima riflessione si rende però necessaria alla luce dei risultati delle ultime valutazioni relative ai progetti Craft presentati nel 2004: – nel V Programma Quadro (concluso nel 2002) veniva approvato circa il 50% dei progetti finanziati; – alla prima Call (è il momento di uscita del bando, ndr) del VI Programma Quadro è stato approvato un progetto su sette (14%); – all’ultima Call, quella di ottobre 2004, è stato finanziato solo il 9% dei progetti presentati e il budget disponibile è stato suddiviso solo fra 92 progetti dei 362 considerati eleggibili… Anche i nostri progetti richiederanno un intenso lavoro di revisione da parte di Tecnogamma per vederseli approvare; questo fatto fa emergere la crescente complessità delle procedure burocratiche che rappresentano un ostacolo per le piccole aziende, un ostacolo che va assolutamente rimosso se si vuole favorire la propensione alla ricerca e all’innovazione delle PMI in Europa. Eleonora Marton di Tecnogamma spa


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