Tecnologie per l'impresa no image

Published on Febbraio 1st, 2008 | by Redazione MG News

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Google…e dintorni

Impressioni di viaggio dalla Silicon Valley di un docente italiano.

Sono tornato di recente nella Silicon Valley. Gli spunti di riflessione al ritorno non mancano. In programma c’era, tra l’altro, una visita a Google molto attesa da tutti.
Google è definita dal nostro accompagnatore, un giovane dipendente, come un campus in cui si continua a ricercare e a sperimentare. Un grande laboratorio dove le persone hanno obiettivi da raggiungere ma anche molta libertà di sperimentare idee nuove. E’ così che sono nate realtà legate al mondo Google come Google News.
Incontriamo alcuni manager, giovani manco a dirlo, che ci parlano di strategie e di programmi di acquisizione. Sì, acquisizioni, perché un’impresa così ricca può permettersi di fase acquisizioni miliardarie e molti pensano di proporre una start up a Google, una exit strategy che potrebbe rivelarsi in certi casi straordinaria.

The Foundry è una società specializzata nel lanciare start up nel settore biomedicale e nel trasformare idee in aziende. In pratica fa scouting di idee e seleziona le più promettenti creando un’impresa e consentendo ai venture capitalist, che finanziano la società stessa, di fare investimenti più mirati. E’ un po’ reticente sul tasso di fallimento ma si sa che c’è ed è accettata una certa percentuale di insuccessi. Cosa molto più difficile da vedere nei nostri VC.
Due parole vengono ripetute spesso: fiducia e rispetto. Sarà anche per questo che lì le cose funzionano molto di più. Da noi invece la fiducia è merce rara, domina il sospetto. Ed il rispetto dovrebbe essere una consuetudine molto più diffusa.

Alla Stanford University ci tiene un discorso il Preside di Ingegneria. Tra le altre cose dice e scrive “creativity, innovation and entrepreneurship should be part of every engineering student’s education”. Mi sembra un altro pianeta. Da noi creatività e studi di ingegneria potrebbero essere un ossimoro. Di certo a parlare di creatività ai futuri ingegneri è considerato quasi disdicevole perché il contrario di concretezza, capacità analitiche e tutto quanto fa lo stereotipo dell’ingegnere. Parte sinistra del cervello sempre in funzione, parte destra chi lo sa.
Ma il piatto forte è l’imprenditorialità. Alla Stanford University l’imprenditorialità è insegnata e coltivata. E alcune tra le imprese più rinomate degli ultimi anni sono state create da studenti o “ex studenti” perché hanno contemporaneamente abbandonato gli studi.
Chi darebbe fiducia da noi ad uno studente anche se con idee brillanti? Ma c’è una domanda più importante. Da dove usciranno i nuovi imprenditori creatori di nuove imprese nell’alta tecnologia? Forse non usciranno per niente o ne usciranno troppo pochi perché saranno nell’impossibilità di farlo.

 La mia impressione è che bisogna creare condizioni per favorire l’apparire di nuovi imprenditori che escano direttamente dalle università. Ma finché non avremo dei casi di successo di questo tipo sarà difficile credere che sia possibile. Tuttavia ci sono alcuni cambiamenti significativi in questo senso e credo che vedremo dei risultati a breve.

Moreno Muffattomoreno.muffatto@unipd.it


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