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Published on Marzo 23rd, 2007 | by Redazione MG News

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L’ Italia ancora indietro in Europa nell’innovazione

E’ stata pubblicata la sesta edizione del European Innovation Scoreboard (EIS) e l’Italia non ne esce bene. Le classifiche, specie quando ci vedono penalizzati, lasciano sempre un po’ perplessi. Viene[…] E’ stata pubblicata la sesta edizione del European Innovation Scoreboard (EIS) e l’Italia non ne esce bene. Le classifiche, specie quando ci vedono penalizzati, lasciano sempre un po’ perplessi. Viene da chiedersi se sono realizzate con criteri opportuni e non mancano le obiezioni motivate e sostanziate. Tuttavia sarebbe ingiusto liquidarle sommariamente.
Il rapporto annuale è stato voluto e sviluppato dalla Commissione Europea per monitorare le performance innovative dei paesi dell’Unione a seguito della strategia delineata a Lisbona nel 2000.
Nel 2006 sono state individuate 4 categorie di paesi.
Innovation leaders: Svezia, Svizzera, Finlandia, Danimarca, Germania e Giappone.
La performance dei paesi leader appare in declino rispetto alla media con l’eccezione della Danimarca. Nel 2005 le Leading countries erano le stesse. Innovation followers: Stati Uniti, Regno Unito, Islanda, Francia, Olanda, Belgio, Austria, Irlanda.
Catching-up countries: Slovenia, Repubblica Ceca, Lituania, Portogallo, Polonia, Lettonia, Grecia, Bulgaria, Cipro. Paesi con punteggi inferiori alla media ma con tassi di miglioramenti superiori alla media.
Trailing countries: Estonia, Spagna, Italia, Malta, Ungheria, Croazia and Slovacchia.
Paesi con performance inferiore alla media a 25 e tasso di crescita della performance che è pure inferiore a quello della media a 25.
Le cose sono un po’ peggiorate. Nel rapporto 2005 l’Italia faceva parte del secondo gruppo denominato “Average Performance” mentre nel 2006 fa parte dell’ultimo gruppo.
Inoltre nel 2005 tra gli Innovation Performance Leaders ovvero i paesi “sul podio” ovvero nei primi tre posti l’Italia aveva due posizioni. Poche ma almeno due. Nel rapporto 2006 non compare mai nei primi tre posti cioè tra i leader.
Queste due posizioni di leadership erano peraltro un po’ discutibili. Una riguardava il finanziamento pubblico alle imprese che non sempre è un indicatore di performance innovativa e risultati ottenuti per design e modelli industriali che confermano la buona performance nel design e ma non un primato su indicatori forti come quelli che riguardano la ricerca e sviluppo. Detto ciò osserviamo anche alcune evoluzioni o sviluppi del rapporto. Il primo riguarda l’attenzione crescente per la globalità dei paesi con cui l’Europa si confronta ed in particolare alcune cosiddette emerging economies. Ciò avviene attraverso il Global Innovation Scoreboard che mette in relazione la performance dei paesi dell’Unione con altri paesi forti in termini di innovazione quali Australia, Brasile, Canada, Cina, Hong Kong, India, Israele, Corea, Singapore, Sud Africa.
Secondo questo indicatore i paesi possono essere così suddivisi. Global innovation leaders: Finlandia, Svezia, Svizzera, Giappone, Stati Uniti, Singapore, Israele.
Next-best performers: Germania, Danimarca, Olanda, Canada, Regno Unito, Corea, Francia, Islanda, Norvegia, Belgio, Australia, Austria, Irlanda, Lussemburgo e Nuova Zelanda.
Follower countries: Hong Kong, Russia, Slovenia, Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Croazia, Estonia, Ungheria e Malta.
Lagging countries: Lituania, Lettonia, Grecia, Cina, Slovacchia, Sud Africa, Portogallo, Bulgaria, Turchia, Brasile, Messico, Polonia, Argentina, India, Cipro e Romania.

Un ulteriore classifica interessante riguarda le regioni. E’ stata quindi elaborata la valutazione di 208 regioni dell’UE. Ai primi posti per performance di innovazione sono risultate due regioni svedesi: Stockholm e di Västverige, seguite dalla tedesca Oberbayern, dalla finlandese Etalä-Suomi e da altre tre tedesche, Karlsruhe, Stuttgart e Braunschweig. Seguono a completare le prime 10 Sydsverige (Svezia), Île de France (Francia) and Östra Mellansverige (Svezia).
La regione italiana più innovativa è la Lombardia ma solo 71ª. Tra le prime 100 ci sono poi il Piemonte, 73°, l’Emilia-Romagna, 81ª, la Liguria, 94ª, il Friuli Venezia Giulia, 95°. Solo 122° il Veneto. Tra le meno innovative risultano la Calabria, 188ª, la Puglia, 185ª, la Sardegna, 184ª e la Sicilia, 177ª, la Valle d’Aosta, 170ª, il Molise, 165°.
La classifica regionale sarà ripetuta nelle intenzioni della commissione con frequenza biennale.
La misura dell’innovazione si conferma un problema complesso. Il rapporto mette in evidenza la necessità di estendere le aree di osservazione e misurazione delle performance innovative. Si propone quindi per esempio di misurare l’innovazione anche nei servizi.
Ma fatto ancora più rilevante è l’introduzione di nuovi indicatori. In particolare una famiglia di indicatori dei risultati della ricerca pubblica come gli spin-off i brevetti, gli accordi per la concessione di licenze (licensing) e gli introiti ottenuti con operazioni di licensing. La disponibilità di venture capital. La disponibilità di imprese di venture capital etc.
Dall’introduzione di nuovi indicatori nei prossimi rapporti non ci aspettiamo miglioramenti significativi nella posizione dell’Italia semmai altre riflessioni su ritardi e inefficienze, ma esaminare le classifiche e non trascurarle fa bene.

Moreno Muffatto


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