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Published on Gennaio 26th, 2011 | by Redazione MG News

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Fare Marketing con Twitter ?

Image Twitter – social network di culto negli USA, oggetto misterioso in Italia. Ma ricco di oppurtunità…

Tutti parlano in Italia di Facebook. Ormai è diventato un grande calderone nel quale galleggiano o navigano circa 17 milioni di utenti, circa il 70% di tutti gli utenti del web nel nostro paese.

Nessuno – o quasi – presta invece attenzione a Twitter, un social network che da noi ha ancora numeri limitati (circa 1,5 milioni di utenti le ultime stime) ma ha un grande potenziale in chiave di diffusione delle informazioni, poiché popolato da un grande numero di “opinion leader” (individui o organizzazioni come giornali online e network televisivi).
Questi utenti sono in grado – con la loro rete di relazioni – non solo di influenzare (negativamente o positivamente) i loro “follower” in Twitter ma anche molte altri utenti al di fuori del social network.

Per capire come si può utilizzare Twitter per fare operazioni di Marketing online (meglio sarebbe dire di PR online), dobbiamo considerare 2 elementi:

• Quali sono gli strumenti a disposizione dell’utente di Twitter per monitorare gli interventi su un certo argomento e per capire chi ha più potere di influenza
• Come stanno Twitter i responsabili marketing e PR americani dove Twitter ha una diffusione notevole ed un efficacia ormai testata come strumento di marketing

Intanto chiariamo alcuni meccanismi all’interno di questa piattaforma di micro-blogging (come sarebbe corretto chiamarla).

Innanzitutto in Twitter si può diventare facilmente “follower” (cioè seguace) di un certo utente ad esempio perché i suoi “tweet” (i mini-post da 140 caratteri) sono per noi molto interessanti.
Non è però detto che la persona seguita (chiamata “following”) desideri a sua volta diventare un nostro follower. Si verifica quella che viene chiamata “asimmetria dell’informazione” per cui risulta molto facile capire chi viene considerato una fonte di informazione significativa e chi invece è più un utente passivo di notizie (basta vedere il numero di followers di un utente – anche se questo non è garanzia di per se del grado di influenza di quella fonte, come vedremo dopo)

Ma come orientarsi nella enorme mole di informazioni prodotte ogni giorno su Twitter (si parla di oltre 60 milioni di tweet) ? Le più recenti indagini ci dicono infatti che negli USA quasi il 47% dei marketing manager per il “reputation management”. Ovvero per il monitoraggio della reputazione online di un’azienda, un brand o un prodotto.
Lo strumento fondamentale è il motore di ricerca Search Twitter. Molti si creano dei Feed con le parole-chiave di interesse per avere un controllo quasi in tempo reale degli argomenti di interesse. In modo da poter intervenire in caso di problemi e di contattare direttamente la fonte “critica” (circa il 44% dei manager lo fa, riferendoci a prodotti di largo consumo; un po’ meno nel BtoB).

Peraltro vi sono 2 importanti meccanismi di diffusione dell’informazione in Twitter che devono essere monitorati e possono essere sfruttati a beneficio dell’azienda:

• La citazione: questo succede quando voglio citare un altro utente Twitter nel mio intervento e voglio che questo lo sappia. E’ sufficiente mandare un messaggio con il nome dell’account preceduto da una chiocciola (@nomeutente). Questo ovviamente contribuisce ad accrescere l’influenza della persona “quotata”
• I Retweet: sostanzialmente si tratta di “girare” ai miei follower un tweet proveniente da un altro utente o fonte informativa. Si tratta di un meccanismo di diffusione virale delle informazioni molto simile all’inoltro della posta elettronica.

E’ dunque chiaro che la capacità di influenza di un utente Twitter non si misura tanto dal numero di followers ma anche e soprattutto da quante sono le citazioni o i retweet riconducibili a quell’utente.

Un utilizzo intelligente di Twitter ci consente non solo di monitorare la reputazione online – come giù detto – ma anche di coinvolgere gli utenti che parlano bene di noi (circa il 34% dei marketing manager americani già lo fa). Oppure di creare eventi specificamente dedicati ai miei followers (il 36% degli operatori USA utilizza questo strumento). O più semplicemente inserisco nel tweet un link per attirare traffico verso il mio sito web (il 35% degli americani lo fa regolarmente).

E tu cosa aspetti a sperimentare il tuo marketing online su Twitter ? Costa poco e c’è molto spazio per ottenere risultati.

Marco De Alberti


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