Marketing e comunicazione

Published on Giugno 6th, 2023 | by Redazione MG News

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Abbiamo un nemico subdolo la Narrazione

All’inizio fu la Propaganda, poi arrivò la Pubblicità, poi la Comunicazione diretta one-to-one, e alla fine arrivano i Social in cui sono possibili tutte le forme di comunicazione precedenti. Con un potenziale distruttivo enorme soprattutto su menti fragili e impreparate. Ma ora abbiamo di fronte un nuovo fronte comunicativo ancora più subdolo: la Narrazione.

La narrazione era solitamente uno strumento usato da attori, lettori, cantastorie. Fondamentalmente uomini di cultura che di mestiere raccontano storie individuali e collettive. Per associazione di idee mi vengono in mente personaggi come Carmelo Bene, Dario Fo, Gigi Proietti. E oggi un personaggio come Stefano Massini. Che però rappresenta già una mutazione della specie. Nel senso che oltre al racconto di storie, affianca commenti ed interpretazioni di fatti e situazioni con implicazioni sociali e politiche.
E qui veniamo al significato che oggi sta assumendo il termine Narrazione. Pensiamo a come veniamo informati sulla guerra in Ucraina. Poichè nessuno di noi ha la possibilità di avere accesso diretto alle fonti informative, dobbiamo accontentarci di ciò che viene raccontato dai media, giornali, TV, Canali online. Ma se ascoltate quello che viene raccontato dai vari giornalisti e commentatori non trovate una versione uguale all’altra.

Beh direte questo è fisiologico. In realtà se ci focalizziamo sulle Tv e sui canali online quello che ci troviamo di fronte è una vera e propria produzione cinematografica. C’è il giornalista che racconta, intervista o commenta le immagini. Le immagini sono opportunamente montate con musica ad hoc ed effetti speciali.
Si viene tirati all’interno di questa “realtà artificiale” ed è facile essere coinvolti emotivamente perdendo il filo degli avvenimenti.
Se la persona che subisce questo “flusso narrativo” non ha degli anticorpi culturali robusti – e la maggior parte non li ha – finisce per pensare che quella sia l’unica verità e non una semplice “narrazione” come tante altre possibili.

Ecco se questa modalità di comunicazione è pericolosa se effettuata da giornalisti e media, figuriamoci se viene messa in scena da un politico. Ora il consulente “strategico” per un politico non è più il giornalista capo ufficio stampa o portavoce. E nemmeno più il social media manager. Il consulente veramente importante per un politico sta diventando il regista-sceneggiatore. E l’ abilità del politico non è più solo comunicativa in senso generale ma diventa quasi di tipo attoriale. Deve saper recitare. Non in senso figurato ma nel senso letterale del termine.

Voglio fare un solo esempio di questo tipo di Narrazione. Il famoso video di Giorgia Meloni che dalle sale di Palazzo Chigi raccontava al “popolo” la riunione del Consiglio dei Ministri il 1° Maggio. Il messaggio che vuole far passare è quello di un Governo che pensa ai più deboli ai più poveri. Che taglia le tasse (in realtà i contributi) che distribuisce il sussidio del Reddito di Cittadinanza solo a chi ne ha veramente bisogno. E che fa tutto questo il primo maggio, cioè nella Festa del Lavoro. Ovvero un Governo efficiente, quasi stakanovista che mentre gli altri chiacchierano (il riferimento evidente è ai palchi dei sindacati del primo maggio), fa i fatti.

E poi la Meloni che conosce l’effetto amplificazione sa che i media riprenderanno il suo video e lo ritrasmetteranno su tutti i canali e piattaforme, fornendole una platea immensa. In realtà se andate a guardare i numeri su Youtube il video ha meno di 40.000 visualizzazioni.

Ecco se provate ad immaginare l’effetto di questo “film” su una mente fragile, di cultura medio-bassa che non ha altri strumenti di informazione o di interpretazione, vi rendete conto di quanto forte, invasiva e depistante possa essere la Narrazione.

 

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