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Published on Aprile 30th, 2021 | by Redazione MG News

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Biden fa il Robin Hood ma…sul serio

Trump lo chiamava in modo spregiativo Sleepy Joe (Joe l’addormentato). Ma tutto fuorchè addormentato si è dimostrato il Presidente USA in questi primi 100 giorni di mandato. E ora lancia un piano monstre a sostegno della famiglia e per ridurre la povertà di 1.800 miliardi di dollari. Finanziato da un aumento delle tasse per i più ricchi. Ma è anche in arrivo una proposta rivoluzionaria di una tassa minima mondiale per tutte le società, che porterebbe ad una vera e propria redistribuzione del reddito a livello planetario

I risultati ottenuti da Biden nei primi 100 giorni di mandato sono realmente impressionanti. Un dato su tutti: 230 milioni di dosi di vaccino iniettate.
Ma focalizziamoci sulle politiche fiscali per capire la portata della rivoluzione che ha in mente il Presidente americano.
Oltre ad un piano straordinario per le infrastrutture di 2.300 miliardi di dollari ed un Rescue Plan (corrisponde al nostro Recovery Plan di uscita dalla pandemia) di 1.900 miliardi, Biden ha recentemente proposto al Congresso un Family Plan di 1.800 miliardi di dollari.
Si tratta di un piano molto articolato che ha il principale obiettivo di ridurre la povertà e le disuguaglianze. A titolo di esempio si pensi che l ’1% degli americani possiede 15 volte la ricchezza del 50% più povero.

Uno degli aspetti rivoluzionari del piano sta nel fatto che si autofinanzierà grazie ad un aumento – tutto sommato modesto – delle tasse per i contribuenti più ricchi. L’aliquota sul reddito più elevata passerà dal 37 al 39,6 per cento, e anche l’imposta sulle plusvalenze finanziarie e sui dividendi è destinata a raddoppiare (dal 20 per cento al 39,6) per chi guadagna più di un milione di dollari.
Questo va nella direzione che noi auspichiamo, cioè che chi guadagna di più e che magari è diventato più ricco durante la pandemia destini una parte del reddito e della ricchezza a chi invece è stato travolto e che già prima era in gravi difficoltà economiche.
Ma la vera operazione rivoluzionaria sotto il profilo dell’equità della tassazione a livello mondiale, Biden la sta tentando con la Minimum Tax per le imprese multinazionali.
Il concetto è semplice. Le grandi multinazionali americane (e non solo) riescono ad eludere in larga misura la tassazione nel loro paese spostando le attività (e quindi i profitti) in altri paesi del Mondo dove la tassazione è molto più bassa, se non assente. Senza citare i soliti paradisi fiscali tipo Mauritius o Isole Caiman, basta guardare vicino a noi (principato di Monaco, Lussemburgo ma anche Olanda ed Irlanda) per capire quanto il livello della tassazione possa essere gravemente distorsivo sulla distribuzione del reddito.
Ebbene la proposta formulata dall’amminstrazione Biden – che per essere applicabile richiede un accordo a livello internazionale – prevede una aliquota minima di tassazione del reddito del 21% su tutte le aziende a prescindere da dove realizzano i profitti.

Secondo il Tax Justice Network (TJN), i paesi non ricevono ogni anno 206.000 milioni di euro perchè i profitti delle multinazionali vengo appoggiati su paradisi fiscali. Con la nuova politica fiscale le multinazionali sarebbero tassate all’aliquota minima anche se trasferiscono i loro profitti in una giurisdizione con tasse zero.

Questo imporrebbe alle multinazionali anche un ripensamento sulle politiche di delocalizzazione che tanto stanno penalizzando paesi come l’Italia. Certo il fisco non è l’unico motivo per cui un’azienda decide di spostare la propria ttività all’estero. Ma è sicuramente una leva molto forte. Per tutti si pensi al caso della Fiat-Chrysler che ha spostato la sede legale in Olanda solo per questo motivo.

Ci saranno sicuramente fortissimi ostacoli a livello nazionale ed internazionale su questa proposta. Ma è la direzione giusta se vogliamo andare verso un mondo più equo dove non sia solo la logica stretta del profitto a governare. Le aziende – soprattutto le multinazionali – devono ripensare i loro obiettivi e le loro stretegia, perchè la desertificazione umana, sociale ed economica a cui il mondo potrebbe andare incontro a seguito di eventi come la pandemia – alla fine non conviene nemmeno a loro.
Mi viene in mente un vecchio adagio sempre attuale: “Meglio essere seduti in tanti su una montagna d’oro che da soli su un cumulo di macerie“.

 

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