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Published on Novembre 23rd, 2019 | by Luca Merlo

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Bimbi che non mangiano anoressia infantile

Un pò di inappetenza non è grave, ma l’anoressia infantile è un fenomeno che cresce  e che si riconosce dal rifiuto del cibo, ma anche dall’ossessione per il fisico.

Saltare un pasto una volta ogni tanto per un bambino sano è un fatto normale e privo di conseguenze sulla salute. Esistono bambini che ‘’mangiano come uccellini’’ e fin dalla più tenera età si alimentano a piccole dosi, quasi con svogliatezza, crescendo comunque al giusto ritmo e senza mostrare scompensi. In alcuni casi, però, il rifiuto del cibo può essere il sintomo di un disturbo alimentare di cui si parla molto: l’anoressia infantile.

Fin a qualche anno fa i bambini venivano considerati al riparo  da questo insidioso nemico, ma oggi le statistiche dimostrano che su 3 milioni di pazienti affetti da disturbi alimentari, il 20% è costituito da bambini. Per aiutarli, l’Istituto Superiore di Sanità ha ideato percorsi di formazione destinati ai pediatri che, senza una preparazione specifica, non sempre sono in grado di cogliere i segnali precoci della malattia. Una diagnosi di anoressia è però solo l’inizio di un percorso di guarigione, che coinvolge i bambini e la loro famiglia e necessita del sostegno di uno psicologo specializzato.

L’organizzazione mondiale della sanità ha da tempo lanciato l’allarme: i disturbi del comportamento  alimentare, come l’anoressia, sono la seconda causa di morte  per le adolescenti dopo gli incidenti stradali. Detto in poche parole, questi disturbi derivano da importanti traumi psicologici irrisolti, compromettono l’accrescimento in modo irreversibile a causa dell’osteoporosi, si accompagnano a comportamenti ossessivi e autolesionistici. Ma il problema non è esclusivamente femminile, sono sempre di più i bambini e i ragazzi che soffrono di bulimia nervosa, ortorossia (cioè ossessione per la sana alimentazione) e anoressia. Ma come riconoscere e affrontare questi disturbi?

L’anoressia nervosa infantile si manifesta a partire dall’età di 8 anni, attraverso il rifiuto di assumere cibo o la richiesta di mangiare solo un ristrettissimo elenco di pietanze. Il vomito autoindotto e l’eccessiva attività sportiva. Comportamenti che rappresenta il disperato tentativo del bambino di dimagrire e di non ingrassare e sono accompagnati da preoccupazione eccessiva  riguardo al peso e da insoddisfazione per il proprio corpo.

Un minore anoressico si oppone al menu condiviso dalla famiglia, perché ritiene i cibo messo in tavola una causa di danno per la sua forma fisica. Seleziona con cura solo alcuni cibi, i meno calorici che diventano la sua principale fonte alimentare, masticando ogni boccone con estrema lentezza e lamentando, ciononostante, dolore addominale e gonfiore a ogni pasto. Dopo aver mangiato il bambino o giovane adolescente da inizio a lunghe sessioni di allenamento o pretende di essere accompagnato in palestra. Passa ore ad osservarsi allo specchio con atteggiamenti critico . Nonostante le rassicurazioni dei genitori si vede sempre in sovrappeso per effetto della cosi detta ‘’dismorfofobia’’ ovvero una visione distorta del proprio corpo.

L’anoressia infantile può essere legata a traumi forti nella relazione con una madre iperprotettiva e ansiosa, oppure aggressiva e ipercritica o un padre assente e freddo. Non di rado è causata da abusi fisici e sessuali. Una bambina esposta al sesso dalla violenza degli adulti cerca di sfuggirvi bloccando la maturazione del suo corpo e letteralmente scomparendo giorno dopo giorno.  I bambini sono bombardai quotidianamente da immagini corporee basate sul binomio bellezza & magrezza e crescono nell’idea di dover inseguire modelli fisici irraggiungibili e irrealistici. Temono che un corpo non rispondente al canone di riferimento li esponga al giudizio negativo dei coetanei, ed anche dei genitori. Prese in giro e rimproveri di mamma è papà legati all’aspetto fisico e al peso sono dannosi per la mente e il corpo e vanno assolutamente evitati.

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