I protagonisti raccontano no image

Published on Ottobre 1st, 2012 | by Redazione MG News

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Come scegliere il gestionale giusto ?

Un sistema gestionale (o meglio ERP) che funzioni deve coniugare specializzazione per funzione e settoriale con integrazione dei processi.

Sul mercato le aziende trovano gestionali italiani standardizzati che hanno gran nome ma sono pacchetti da comprare a scatola chiusa non adattabili alle diverse esigenze.

Sull’altro fronte vi sono sistemi Erp esteri molto complessi ma molto rigidi dove spesso le  attività di integrazione tra vari “moduli” devono essere realizzate con applicazioni extra-gestionale. Usando ad esempio excel o prodotti similari; dove inoltre il referente locale è una piccola software house italiana che ha comunque spazi di manovra limitati. E gli interventi sono di solito molto costosi.

Sentiamo dalla voce di Michele Dittadi, socio fondatore di Omega Gruppo ed esperto del mercato dell’information technology, come scegliere il gestionale giusto.

D) Gli analisti internazionali sostengono che le aziende possono fare un salto competitivo adottando un software gestionale costruito attorno alla loro organizzazione, ai loro processi. Michele tu cosa ne pensi ?

R) E’ fondamentale mirare a questo obiettivo e deve essere il vero salto di qualità degli attuali gestionali. Se rinnovo il sistema informativo devo ottenere un miglioramento del processo organizzativo; invece assistiamo in moltissimi casi esattamente l’inverso: si cambia il gestionale per non avere il coraggio imprenditoriale di cambiare il percorso organizzativo o peggio per rieducare il personale o le figure più istituzionali.

D) Cosa significa in concreto progettare e realizzare un sistema gestionale personalizzato, cioè su misura d’azienda ?

R) Innanzitutto per ottenere questo risultato bisogna che il gestionale abbia 3 requisiti fondamentali: un’alta specializzazione, flessibilità e l’ adattabilità alla ibridazione. Nel primo caso bisogna fare concretamente delle esperienze sul campo, chiamate case study, verificabili e non teoriche; solo con questo percorso ho la sicurezza di avere i contenuti funzionali. La flessibilità è una caratteristica data dalla ultime tecnologie costruttive del software e dal fatto di avere il know how in casa. Questo è ormai possibile solo alle software house, cioè ai produttori di software come Omega.Il rivenditore è sempre meno competente; e anche le grosse software house accusano questo gap in quando il know how c’è ma è chiuso in casa, il cliente non ha accesso.

D) E cosa intendi invece per ibridazione ?

R) La tecnica per cui competenze ed esperienze in un azienda o in un settore vengono poi trasferite nelle soluzioni gestionali studiate per un altro settore e per un’altra azienda, massimizzando quindi l’efficienza. Agilis ad esempio – l’ERP sviluppato da Omega – incorpora tutte le esperienze sviluppate in oltre 20 anni di esperienza con più di 500 aziende in 15 settori diversi. E ogni volta che c’è un miglioramento nel gestionale introdotto per un’azienda Omega lo mette a disposizione di tutti i suoi clienti.

D) Ma è proprio vero che per le medio-grandi aziende la soluzione migliore è adottare un erp internazionale di grandi produttori esteri ?

R) La nostra esperienza è che questi sistemi sono poco flessibili. Cercano di descrivere la realtà aziendale per processi ma restano necessariamente generici nelle soluzioni. Invece l’azienda – data anche la situazione di mercato estremamente mutevole – ha bisogno di adattamenti molto specifici, di soluzioni esperte nei vari contesti. Recentemente – ad esempio – abbiamo sostituito all’azienda Hydor un ERP estero molto blasonato che aveva dei costi di licenza e di sviluppo insopportabili – con il nostro Agilis; la soluzione ERP estera era troppo superficiale ed il personale stava realizzando applicazioni in proprio con una notevole perdita di efficienza e controllo


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