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Published on Giugno 4th, 2021 | by Luca Serri

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Mutualità servono nuove strutture

“Per mutualità vera servono strutture assolutamente nuove che ripartano dalle origini”: il monito di Massimo Malvestio, avvocato ed editorialista, nell’intervista sul credito cooperativo oggi a “Venezie Post”.

In “Credito cooperativo: storia di uomini, necessità e successi in Veneto”, pubblicato nel 2006, ha raccontato di come il Veneto, una “terra policentrica, piena di identità e di storie di lavoro” sia riuscito ad affrancarsi “dalla miseria anche grazie alle casse rurali, banche di comunità e molte volte banche degli ultimi che riescono a diventare i primi”: storie “belle ed entusiasmanti” che Massimo Malvestio ha avuto “la fortuna di vivere da vicino”.

L’avvocato trevigiano, oggi a Malta dove guida Praude Asset Management Ltd nel ruolo di Presidente, è tornato a parlare di Bcc in una recente intervista a “Venezie Post”, ripresa anche da “Lombardia Post”. Il quadro che ne emerge, a quindici anni dalla pubblicazione del libro, denota una situazione profondamente cambiata: “Di mezzo c’è stata la crisi della Lehman che ha svelato la fragilità del sistema finanziario mondiale. Uno shock, secondo me, non ancora del tutto compreso e che comunque non ha ancora finito di produrre conseguenze. Soprattutto è esplosa la produzione di regole, di controlli e di controllori. Le banche sono passate dalle mani dei banchieri a quelle dei compliance officer e dei risk manager”.

Secondo l’avvocato Malvestio oggi sono necessarie nuove forme di mutualità: “Oramai le Bcc sono solo strutture di potere nella attuale forma giuridica. Soprattutto non hanno accesso al mercato del capitale di rischio senza che ne sia chiara la ragione. Questo è anche un problema di stabilità del sistema”. Le banche invece che hanno la fiducia dei mercati dei capitali sono la miglior garanzia per il sistema: “Le Bcc potrebbero essere utilmente trasformate in società per azioni, come è avvenuto per le popolari, non perché sia bello ma perché questo è il modello di banca che è coerente con il modello che designano le regole di vigilanza europea. Magari spa con limite al possesso azionario e con connotazione territoriale ma il voto capitario non ha più senso”.

 


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