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Published on Settembre 7th, 2023 | by Redazione MG News

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Le lezioni da Vancouver

Vancouver città canadese della costa pacifica poco conosciuta e poco frequentata dagli europei e dagli italiani in particolare. Ma una città interessante,  piena di spunti che può insegnare parecchie cose a noi vecchi occidentali spocchiosi e “incancreniti”.

Vancouver per un europeo che la visita per la prima volta si presenta come una città del “nuovo mondo”. Appartiene cioè a quelle aree del pianeta con una civilizzazione recente e che fino a poche centinaia di anni fa era abitata dagli indigeni o come li chiamano qui “nativi”.

Non ha una storia lunga e gloriosa come le nostre città europee. Questo può essere un grande limite ma anche una grande fortuna.
Vancouver è una città formata sostanzialmente solo da migranti. Ancora più delle città americane. E’ difficile dire – come succede negli USA – chi è arrivato prima, chi dopo. Nessuno qui può dire: “Io c’ero prima”. Tutti sono messi sullo stesso piano. Verrebbe da dire che è una città tollerante per sua definizione e costituzione.  Una mescolanza di razze come è difficile trovare anche nelle città più cosmopolite come New York, Londra, Los Angeles.

E tutto parte da un grande rispetto per chi quella terra ha abitato per migliaia di anni prima che arrivasse la “civiltà”. Infatti si leggono in ogni luogo significativo di Vancouver attestati di riconoscenza e di rispetto nei confronti dei nativi. E l’impegno per gli attuali abitanti di conservare la terra in condizioni vivibili per le generazioni future.

Il valore della tolleranza si declina poi in tutte le varie sfumature, non solo quelle razziali. Si trovano radunate nello stesso luogo non solo persone di “razza” diversa (anche se il termine perde veramente di significato) ma anche intergenerazionali, famiglie con bambini, giovani anziani. E persone diversamente abili che godono veramente di un grande rispetto. A partire dai mezzi pubblici dove ci sono sempre le pedane per facilitare la salita e dove tutti aspettano con pazienza che la persona occupi il posto a lui riservato (che non è GIA’ occupato come spesso succede da noi). E poi la vasta comunità LGBTQ si ritrova e si mescola con il resto della popolazione.

Questo melting pot trova un suo luogo simbolico in English Bay una spiaggia cittadina molto frequentata soprattutto nei weekend e soprattutto verso sera, visto che da qui si gode un tramonto spettacolare.
C’è un modo di vivere la spiaggia che è lontano mille miglia dalle file di ordinati ombrelloni di Jesolo, Lignano Rimini, etc. E’ spiaggia libera nel senso più ampio del termine. Pochi coraggiosi che fanno il bagno – vista l’acqua gelata dell’Oceano. Il resto in riva seduti per terra, su seggioline, su “tronchi” predisposti dalla municipalità. Con il loro cane tranquillo a guinzaglio. Con bambini che corrono ma sotto l’occhio dei genitori per non recare disturbo. Con un senso di tranquillità, di serenità che non ha nulla a che spartire con le nostre schizofrenie da spiagge sovraffollate. Anche English Bay è affollata, ma nessuno ci fa caso…

Altra caratteristica che ti colpisce di Vancouver e dei suoi abitanti è la gentilezza. Ed è qualcosa che è veramente connaturato con lo spirito del luogo. Vi è mai capitato di vedere sul display di un autobus la scritta “SORRY WE ARE FULL” ? Ecco neanche a me prima di visitare Vancouver.
Gentili sono le persone quando ti servono al ristorante o al supermercato. Oppure quando le incontri per strada e chiedi loro un’informazione. Gentile è l’aria che si respira intercettando i discorsi delle persone attorno ai tavoli o nelle file.

Poi Vancouver ha alcuni veri gioielli che pochi conoscono. Che parlano soprattutto del cuore verde della città, dell’attenzione all’ambiente. Una città che – grazie ai grandi spazi ma non solo – ha un livello di traffico e di inquinamento molto modesto se paragonato con le città europee.
Una città che ha una grande quantità di piste ciclabili e, dove non presenti, vi è la chiara indicazione per gli automobilisti: attenzione state condividendo la vostra corsia con i ciclisti!

Vancouver è anche e forse soprattutto la città dei parchi. Ce ne sono molti e tutti belli e curati. Ma uno in particolare merita di essere citato: Stanley Park il parco cittadino più grande del mondo, più grande di Central Park a New York. Si tratta di un luogo che presenta percorsi per passeggiate e per le bici; i passaggi per le auto. Dove è possibile fare pic-nic circondati dagli scoiattoli meno paurosi del mondo. Dove vi è anche un trenino per girare il parco, sfortunatamente ora in manutenzione.
Si tratta di un luogo talmente grande che per quanta gente vi sia non si percepisce mai l’affollamento! Superfluo forse dire che la gente ha grande rispetto per il “suo” parco; è difficilissimo trovare per terra cartacce o avanzi di cibo.

Un’ ultima e forse più importante lezione ho ricavato dalla mia permanenza a Vancouver. L’attenzione per la cultura, per la formazione soprattutto dei giovani.
In modo particolare merita una citazione l’Università più importante presente in città, la British Columbia. Università pubblica – a differenza della stragrande maggioranza delle università americane che sono private – finanziata dallo Stato e con i contributi di Fondazioni private.

E’ un ateneo molto prestigioso a livello internazionale. In alcune materie come le scienze marine leader a livello mondiale. Ma questo succede ad esempio anche per le scienze economico sociali. Un solo numero per dare l’idea di quanto il Canada e la British Columbia investano sulla formazione e sulla ricerca.  Sono circa 4.000 i posti per Master e dottorati alla BC. Per fare un paragone alla Statale di Milano che è una delle Università che stanno messe meglio in Italia,  con un simile numero di studenti rispetto a Vancouver, i posti sono circa la metà.

Ma è proprio il Campus della British Columbia che testimonia l’attenzione verso gli studenti. Accoglie circa 20.000 persone, circa un terzo dei frequentanti. E’ completamente pensato per le esigenze di coloro che lì dovranno vivere e studiare. Non solo aule e laboratori. Ma anche palestre, piscine, lavanderie, supermercati, mense e tutti gli altri servizi. E naturalmente spazi verdi, piste ciclabili, etc. Il tutto inserito in un contesto ambientale veramente unico, un vero e proprio parco naturale che si affaccia sull’Oceano.

Un dettaglio che spiega molto dell’attenzione di questa Università per i suoi ospiti. Il giorno in cui gli studenti e i dottorandi sono entrati nel Campus per prendere possesso dei loro alloggio, un autentico esercito di ragazzi giovani era lì sorridente ad accoglierli. Per dare informazioni ma anche per aiutarli a spostare bagagli e attrezzi vari. E non erano volontari. Ma tutti pagati da British Columbia per assicurare un caldo benvenuto alla risorsa più importante di questa nostra terra, l’unica in grado di salvarla, di garantirle un futuro: i Giovani.
Quelli che noi troppo spesso i nostri governi non considerano in modo adeguato. O addirittura ignorano.

Altro che aumenti di pensioni! Pensate ad aumentare il numero ed il valore delle borse di studio se non volete che tutti ma proprio tutti i nostri migliori giovani se ne vadano via. Un Paese che investe solo sui vecchi non ha futuro.

 

 

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