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Published on Novembre 18th, 2004 | by Redazione MG News

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Perche le PMI faticano a crescere, la diagnosi di Fabrizio Onida

E’ di recente pubblicazione per la casa editrice Il Mulino di Bologna, un lucido saggio del Prof. Fabrizio Onida dell’Università Bocconi di Milano nel quale vengono esaminate le cause che[…] E’ di recente pubblicazione per la casa editrice Il Mulino di Bologna, un lucido saggio del Prof. Fabrizio Onida dell’Università Bocconi di Milano nel quale vengono esaminate le cause che hanno impedito fino ad oggi al sistema delle PMI di crescere e di raggiungere quella massa critica necessaria per affrontare la competizione internazionale.
Ci sono cause di origine endogena, ovvero attinenti alla struttura e alle modalità comportamentali del sistema delle PMI, come ad esempio la riluttanza da parte dei piccoli imprenditori ad allargare la base societaria per paura di perdere il controllo dell’azienda; oppure la perseveranza nell’investire in prodotti di medio-bassa qualità o in settori a basso contenuto tecnologico, esponendosi così alla feroce concorrenza dei paesi emergenti. Oppure ancora, tema questo ripreso recentemente dal nuovo presidente di Confindustria Montezemolo, la poca propensione delle nostre PMI (spesso dovuta anche a limiti dimensionali, n.d.r.) ad investire in ricerca ed innovazione originale, preferendo invece effettuare innovazione incrementale di processo e di prodotto, che però non é in grado di far fare il salto di qualità.
Accanto a queste motivazioni di carattere interno al sistema, ve ne sono una serie, non meno importante, di esogene, cioé pertinenti al macro-ambiente competitivo dell’impresa.
Per cominciare, un sistema bancario ancora troppo localistico e condiscendente al multiaffidamento che de-responsabilizza banca creditrice e impresa debitrice; a seguire un mercato finanziario poco aperto al sostegno robusto delle innovazioni rischiose; una borsa di scarso spessore ed elevata concentrazione su pochi titoli dinamici; un diritto amministrativo societario e fallimentare che (in attesa delle riforme recenti e prossime) resta largamente sfavorevole alla mobilità del capitale, alla contendibilità del controllo proprietario, alla difesa degli interessi delle minoranze, alla rapida conclusione dei processi di giustizia civile e amministrativa; un coacervo di interventi di politica industriale inclini a disperdere a pioggia risorse su molti piccoli soggetti (e su categorie dotate di forza lobbistica presso i governi) più che a stimolare lo sviluppo di medie e grandi imprese e di progetti fortemente innovativi; e così via argomentando.

Onida F., Se il piccolo non cresce. Piccole e medie imprese italiane in affanno, Mulino, Bologna 2004


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