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Published on Aprile 19th, 2013 | by Chiara Da Cortà

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E-Business Consulting commenta i risultati della Digital Economy a IAB Events 2013

Si è concluso nella serata del 17 aprile lo IAB Events 2013, svoltosi a Roma presso la Sala delle Conferenze di Montecitorio.

Numerosi gli interventi da parte di player del settore, autorità pubbliche e aziende che si sono confrontati per commentare e dire la propria in merito all’Agenda Digitale, istituita nel marzo del 2012 da parte dei Ministeri del Governo Monti con lo scopo di elaborare iniziative concrete per innovare in Italia sei ambiti tematici: Infrastruttura e Sicurezza, E-Government, Ricerca e Innovazione, Smart Cities, Competenze Digitali e e-Commerce, per allinearli all’Agenda Digitale Europea.

L’evento si apre con un intervento del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Prof. Francesco Profumo che è stato uno dei principali fautori dell’Agenda Digitale Italiana. Successivamente Fabiano Lazzarini, General Manager di IAB Italia, ha sottolineato l’importanza della Digital Economy per la creazione di posti di lavoro in un Paese che, secondo i dati del Rapporto ISTAT del 2012, conta 2 milioni e 744 mila disoccupati e 2 milioni e 975 mila inattivi disponibili a lavorare. In Italia ci sono 100 mila professionisti direttamente occupati nel settore Internet ma, sfruttando le opportunità offerte dalla Digital Economy, si potrebbero creare 200 mila posti in più arrivando ai livelli del Regno Unito, primo nella classifica europea con un livello di remunerazione totale di 10 miliardi di euro, contro i 4 miliardi in Italia nel 2012. Per quanto riguarda l’advertising online l’Italia è ancora al settimo posto per numero di occupati, dopo la Spagna, ma se l’intera economia puntasse alla digitalizzazione si potrebbero raggiungere i livelli della Francia o ancor meglio, puntare al primo posto del Regno Unito. IAB Italia stima inoltre che gli investimenti pubblicitari online per il 2013 aumenteranno del +7 – 8%, andando in controtendenza rispetto alla crisi che da molto tempo sta colpendo gli investimenti sui media tradizionali. Con una maggiore collaborazione tra pubblico, inteso come Istituzioni e Università, e privato, secondo Lazzarini, sarà possibile aiutare aziende e PMI ad approcciarsi al digitale.


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