Analisi e ricerche di mercato

Published on Aprile 20th, 2021 | by Redazione MG News

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I guadagni della finanza DEVONO sostenere l’economia mondiale in ginocchio

Un dato impressionante. Nel 2020, anno della pandemia mondiale che oltre a provocare immensi lutti e dolore ha messo in ginocchio l’economia del pianeta, le società quotate al Nasdaq alla borsa di New York (ovvero il settore che riunisce le società tecnologiche e della new economy) hanno guadagnato 3.800 miliardi di dollari in valore

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Tanto per capirsi si tratta di circa il doppio del valore del PIL italiano nel 2020.

E’ un valore enorme che ha sostanzialmente arricchito i patrimoni in primis delle Big Tech come Apple, Microsoft, Amazon, Google, Facebook, etc. 

Il valore complessivo a fine del 2020 del Nasdaq era di 12.500 miliardi di dollari e la sola Apple ne valeva circa 2.000.

A parte la Cina e qualche altro paese asiatico, tutto il mondo ha patito e sta patendo una crisi economica mai vista. Per i paesi europei – che sono tra i più fortunati – i livelli di ricchezza pre-Covid si raggiungeranno tra minimo 2-3 anni (e nel frattempo quella persa non si recupera).

Milioni di persone hanno perso e perderanno a breve il lavoro – quando scadranno gli ammortizzatori sociali (per i fortunati che li hanno). Centinaia di migliaia di attività – singoli imprenditori piccole-medie imprese – sono stati costretti a chiudere o chiuderanno a breve.

La domanda che ci facciamo è la seguente.

Visto che sono pochi, pochissimi coloro che hanno beneficiato di questi incredibili guadagni finanziari (che non comprendono tra l’altro gli utili realizzati) perchè non chiamare queste società e i loro azionisti a contribuire ai sostegni sociali e agli investimenti strutturali che saranno necessari per cercare di risollevare l’economia mondiale ?

Le possibilità di contribuire sono molteplici. Certamente versando un contributo monetario ma anche ad esempio fornendo servizi gratuiti o a prezzo di costo ad aziende, Stati ed istituzioni

Basta pensare con riferimento alla società tecnologiche, alle licenze software, alle connessioni di Rete, ai dispositivi hardware, etc etc

Oppure finanziare programmi alimentari, medicinali o altro rivolti ai paesi più poveri che dopo questa pandemia saranno ancora più poveri.

E si potrebbe continuare.

L’esempio delle aziende Nasdaq in realtà è solo uno dei tanti che si potrebbero fare per dimostrare l’aumento della disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza che questa pandemia ha accentuato.

E ovviamente anche nella distribuzione del reddito. Che si sta sempre più spostando verso le rendite finanziarie a scapito dei salari e dei redditi d’impresa. Si potrebbe dire con una figura retorica che “la finanza si sta mangiando l’economia (reale)”.
Imprenditori, soggetti economici privati trovano sempre più conveniente investire in borsa o in attività finanziarie in genere e sempre meno nell’economia reale e quindi investire in attrezzature, macchinari, immobili, connessioni, brevetti, etc.

In questo frangente è già in atto un processo che sta riportando d’attualità gli investimenti pubblici (in infrastrutture fisiche e tecnologiche). Ma questi non possono bastare e quindi serve un contributo da parte dei grandi detentori di ricchezza, come ad esempio le aziende del Nasdaq.

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