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Published on Novembre 2nd, 2020 | by Redazione MG News

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Lezioni del Coronavirus – comunicazione trasparente e governo mondiale

Inauguriamo alcune riflessioni che ci derivano dallo sviluppo di questa pandemia. L’intento è quello di trarre qualche lezione positiva dal primo grande evento a carattere globale. Se ci porterà individualmente e come comunità a qualche cambiamento nei comportamenti, non sarà arrivato invanoUna cosa che abbiamo tutti quanti capito è che è definitivamente tramontata l’idea che “tanto a noi non ci riguarda”. Come disse un famoso scienziato “il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas” (Edward Lorenz).

Altro che battito d’ali, quello che è passato è un vero e proprio urgano.
Una prima lezione importante riguarda la comunicazione in casi di emergenza mondiale come questi. Abbiamo visto come il comportamento reticente, poco trasparente della Cina, abbia indotto tutti ad una sottovalutazione del fenomeno. I cinesi hanno nascosto molte cose e hanno fornito dati poco credibili.
Un dato su tutti: a fine marzo la Cina mostrava circa 80.000 contagi e poco più di 4.000 morti.
A oggi i contagi sono 91.000, meno di paesi come Guademala, Honduras, Armenia.
Stime molto prudenziali moltiplicano questi dati per 35-30 volte.
Per non parlare di quando i cinesi a fine gennaio dicevano di avere appena scoperto l’entità del contagio quando tutti sanno che c’erano evidenze almeno un mese prima.
E si potrebbe continuare….
Quanti persone avremmo potuto salvare nel mondo con una comunicazione più veritiera ?
E evidente che quando succedono fenomeni così globale ed impetuosi servirebbe una gestione unica, mondiale. A livello di raccolta dati e diffusione di informazioni; a livello di coordinamento di macro-azioni sanitarie; a livello di previsioni sugli impatti sanitari, economici e sociali. E potremmo continuare.

A livello sanitario teoricamente una istituzione mondiale esite. E’ l’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Ma abbiamo tutti visto i limiti enormi di questa istituzione. In primis in temini di autorevolezza. Quante volte hanno fatto delle affermazioni categoriche, ben presto smentite dai fatti. E poi precipitose smentite e cambi di rotta. Poi anche di potere effettivo. L’OMS al massimo fa “raccomandazioni”, per cui è chiaro che ogni Paese si sente autorizzato a fare ciò che vuole.

E’ chiaro che bisogna tenere conto delle condizioni locali. Per cui le misure che si possono imporre in Europa non sono le stesse che è plausibile mettere ad esempio in India.
Ma alcune misure di base possono essere le stesse (es: il distanziamento). Alcune mega forniture di materiale sanitario (mascherine, sanificanti, etc) possono essere previste a livello globale. Magari per i paesi più in difficoltà anche approvvigionate. E potremmo continuare.

E prima ancora dovrebbe esistere un piano mondiale per la gestione di situzioni pandemiche come queste. In modo che quando scattano alcuni sistemi di allarme, si sappia già almeno a livello macro, quali mosse vanno fatte.

A oggi (novembre) ci sono 45 milioni di contagiati ufficiali e 1,2 milioni di morti (la stima reale è però circa 10 volte superiore). Sono numeri spaventosi già quelli ufficiali. Senza considerare le conseguenze economiche, sociali e psicologiche di questo tsunami.
Abbiamo la speranza che i governanti del mondo accantonino – almeno in parte – i loro egoismi, le loro assurde rivalità, le loro manie di grandezza, per concordare un’azione comune per il futuro in occasioni simili ?

 

 

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