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Published on Novembre 28th, 2022 | by Redazione MG News

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Ma le Cop Conferenze sul Clima servono ?

Ho letto parecchi commenti ed articoli sull’esito dell’ultima Conferenza mondiale sul Clima (Cop 27) che si è tenuta a Sharm-El-Sheikh in Egitto. Diversi scienziati ed esperti qualificati sostengono con argomentazioni molto solide che queste Conferenze ormai sono diventate inutili

Secondo un giudizio ampiamente condiviso, la Conferenza mondiale sul clima recentemente conclusa ha avuto un esito molto modesto, e su alcuni aspetti fondamentali, praticamente nullo.
Partiamo con quello che è (l’unico) risultato conseguito, peraltro al momento solo una dichiarazione di principio. Ovvero l’approvazione del meccanismo del “loss & damage” cioè il fato che i paesi ricchi del mondo devono rifondere i danni causati dagli eventi atmosferici causati dai cambiamenti climatici. Posto che la causa di questi cambiamenti dipende in grande misura dalle emissioni climalteranti dei paesi ricchi più inquinatori.
Si tratta di una dichiarazione generica senza che sia stabilito nè chi sono i paesi che dovranno contribuire (???) e nè per quanto dovranno contribuire. Ma si spera che questo sarà deciso nella prossima Cop (sono anni che si spera sempre nella Cop successiva….).

Invece sul fronte della questione principale per cui sono nate queste Conferenze mondiali, ovvero la riduzione progressiva dell’uso dei combustibili fossili al fine di ridurre le emissioni di gas serra quindi fermare l’aumento costante della temperatura media della Terra, non è stato preso nessun impegno concreto.
In modo particolare sembra tramontare definitivamente l’obiettivo di limitare a 1,5 gradi l’aumento medio delle temperature al 2100 – impegno preso ai famosi accordi di Parigi del 2015 – e questo è stato in qualche modo detto (se pur in via indiretta) anche nel documento finale della Cop: “Riconoscere che limitare il riscaldamento globale a +1,5°C richiede rapide, profonde e sostenute riduzioni delle emissioni globali climalteranti del 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019”.
Con questa riduzione delle emissioni, raggiungere l’obiettivo dei 1,5 gradi è praticamente impossibile, secondo tutte le più accreditate proiezioni.

Al di là di quelle che possono essere le buone intenzioni di singoli Paesi o lo sforzo encomiabile di molte ONG impegnate sul clima, ci sono degli evidenti motivi “strutturali” che impediscono a queste Conferenze di essere veramente efficaci.

  • Il modello di sviluppo: nella maggior parte dei paesi del mondo e soprattutto in quelli in via di sviluppo e di quelli emergenti il sistema economico e produttivo è largamente basato sulle energie fossili (carbone, gas, petrolio). Dire a questi paesi “tagliate le emissioni” significa chieder loro di bloccare lo sviluppo perchè è evidente che anche volendo la transizione ecologica verso le energie rinnovabili richiede tempi medio-lunghi e ingenti investimenti. Ci sono anche esempi virtuosi e magari da paesi dai quali non te li aspetti. Ad esempio gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto uno sforzo per ridurre le loro emissioni negli ultimi cinque anni, da quasi 24 a poco più di 15 tonnellate pro-capite all’anno. Il problema riguarda ora stati come l’India e la Cina che peraltro stanno già ragionando nell’ottica di cambiare il mix delle energie, visti i danni devastanti che hanno potuto constatare sull’ambiente – diretti ed indiretti – dai cambiamenti climatici.  Ma quanto l’Africa che nonostante sia un continente perfetto per le energie rinnovabili sta crescendo a ritmi impressionanti grazie ai combustibili fossili.
  • Gli interessi dei Paesi produttori di energie fossili: le guerre degli ultimi 30 anni hanno riguardato in un modo o nell’altro il controllo delle risorse energetiche. E nell’ultima terribile guerra a noi così vicina la partita relativa all’energia è strategica per la sopravvivenza in primis e lo sviluppo delle economie occidentali. Ma anche per la sopravvivenza della Russia che basa la gran parte delle sue entrate sulle vendite di idrocarburi, gas in particolare. Chi frequenta le Cop sa perfettamente quanto sono presenti e potenti i rappresentanti delle lobby dei produttori di gas e petrolio che “comprano” le astensioni o i voti contrari dei delegati di molti paesi.

Quindi cosa fare ? Sempre gli scienziati di cui sopra indicano due strade che partono dal basso. Infatti si ritiene che i governi per le molteplici pressioni a cui sono sottoposti (leggi sopra) non siano in grado di trovare delle soluzioni di compromesso veramente efficaci per lottare contro il cambiamento climatico. Quindi basta Cop e invece invito a tutti – soprattutto noi occidentali che abbiamo più motivazioni e meno pressioni – almeno immediate – sulla pagnotta a rimboccarsi le maniche:

  • Azioni di mitigazione ed adattamento: si tratta di interventi che vanno svolti a livello locale e che riguardano opere di contenimento e di riassesto del territorio. Casse di espansione, consolidamento rocce e terreni, canali di scolo, sistemi di raccolta acqua piovana, sistemi di micro-irrigazione, etc tutti interventi che tendono a prevenire o limitare gli effetti di eventi atmosferici estremi come piogge monsoniche, uragani, alluvioni o al contrario siccità. La tanto evocata “lotta al dissesto idrogeologico” deve allargarsi al concetto di “lotta al dissesto ambientale”.
  • Comunità eco-sostenibili: i cittadini si devono organizzare autonomamente in gruppi o meglio Comunità non solo con l’obiettivo di risparmiare sulle bollette – e per questo stanno nascendo le Comunità Energetiche che prevedono la condivisione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, in primis pannelli fotovoltaici – ma anche un nuovo modo di produrre e di consumare che privilegi i prodotti a km Zero, il commercio di prossimità, le produzioni artigianali locali. Ci sono già alcuni esempi virtuosi in questo senso. Basti pensare che se oggi abbiamo mappate solo 100 comunità energetiche in Italia, di cui attive solo 35, uno studio del Politecnico di Milano stima che tra 5 anni saranno 40.000 e coinvolgeranno oltre 1,2 milioni di cittadini.

Poi c’è tutta la parte – aggiungo io – che riguarda il risparmio energetico ed il consumo consapevole che è tutto un mondo da approfondire che porterebbe enormi benefici sia a livello individuale che di comunità. Ma questo è tutto un altro capitolo. Ci torneremo.

Articoli sul tema che meritano:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/11/22/clima-i-governi-non-possono-trovare-una-soluzione-comune-partiamo-dal-basso/6882001/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/11/22/cop27-ladattamento-rimane-lopzione-piu-sensata-di-fronte-al-clima-che-cambia/6881774/

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