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Published on Luglio 9th, 2024 | by Redazione MG News

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Le bufale dei media sulle elezioni

La montagna ha partorito il topolino. E posso inventarmene cento di queste…tutte ugualmente banali. Ma le previsioni dei media e tutti i discorsi fatti attorno all’ andamento del voto in Europa in questo ultimo periodo disegnano un quadro desolante

La marea nera” “La destra comanda l’Europa” “Meloni da le carte in Europa” e ne potrei citare cento altri. Tutti titoli di giornali, pubblicazioni online, etc che davano per scontate tutte una serie di cose che invece non sono successe o sono successe solo in minima parte. Generando delle aspettative nell’opinione pubblica assolutamente falsate e non rispondenti alla realtà. Ma rispondenti solo all’esigenza di vendere quella merce di qualità sempre più scadente che si chiama “informazione” o “opinione”.

Vediamo un po’ di bufale e divertiamoci a smontarle.

  • La vittoria della destra in Europa: si straparlava prima delle elezioni della possibile svolta a destra del Parlamento, del cambio delle maggioranze, del ruolo decisivo che avrebbe svolto il gruppo ECR guidato dalla Meloni. Tutte stronzate. La composizione del Parlamento europeo come uscita dal voto di giugno è molto simile a quella del precedente. I partiti di destra hanno segnato un leggero avanzamento ma del tutto insufficiente a cambiare le maggioranze. Infatti si è confermata la maggioranza Popolari-Socialisti-Liberali che sosterrà la rielezione della Von Der Leyen a presidente della Commissione. E il ruolo della Meloni e del suo gruppo sembra irrilevante. A maggior scorno – come si direbbe a Napoli – si sta formando un gruppo estremista, sovranista e xenofobo – i Patrioti – guidato da Orban (amico della Meloni, ah ah ah) che avrà più parlamentari dell’ECR, rendendo ancor meno rilevante il ruolo della Meloni
  • Se poi andiamo a vedere l’esito del voto europeo nei singoli paesi, la destra in alcune parti ha avuto successo, in altre è andata così così e in altre ha proprio perso.
    Ma tutta la narrazione parte da un presupposto ideologico vecchio, con delle categorie logiche che non funzionano più come ad esempio destra-sinistra. Ricordate Gaber più di 20 anni fa? “Ma cos’è la destra cos’è la sinistra?”. Oggi queste categorie non descrivono più bene una realtà molto complessa in cui le ideologie non contano più o quasi. Difficile secondo me distinguere anche tra conservatori e progressisti, altre due vecchie categorie. Forse il “populismo” può essere considerato una discriminante tra un partito e l’altro ? Si vedono atteggiamenti populisti in maggiore o minore misura un po’ in tutte le forze politiche. E quello che manca a tutte o quasi le forze politiche è una visione, una prospettiva, degli ideali da proporre agli elettori sempre più disorientati e spaventati.
  • Due paesi chiave Gran Bretagna e Francia: ecco anche qui siamo al ridicolo. La dimostrazione plastica che due tra i più importanti Paesi in Europa non stanno salendo sulla “marea nera”.
    In Gran Bretagna tutti prevedevano la vittoria del Labour Party ma non certo nelle dimensioni in cui si è verificata. Inoltre anche qui i facili titoli tipo “svolta a sinistra” o simili non descrivono una situazione molto più complessa. Qui ha vinto un partito ed un leader con un programma molto pragmatico che vuole rispristinare un po’ di giustizia sociale e una serie di servizi pubblici come la Sanità letteralmente devastati dai Conservatori. La Brexit ha portato solo disastri e Sturmer pur non potendo rinnegarla farà di tutto per riavvicinarsi alla UE per recuperare un po’ di benefici perduti in questi disgraziati anni.
    La Francia ci racconta poi qualcosa che per i media tradizionali e non sembra inconcepibile. La reazione ad un destino solo apparentemente segnato. Ormai si sprecavano le lodi e le previsioni di grandi operazioni europee del Partito della Le Pen (RN) che doveva diventare l’ago della bilancia, il prezioso alleato della Meloni per bilanciare l’elezione della Von Der Leyen. E che avrebbe avuto voce in capitolo nel nominare il vice-presidente ed il commissario spettante alla Francia.
    Ebbene non solo RN non ha vinto le elezioni francesi ma è addirittura arrivato in terza posizione, restando fuori dalla formazione del Governo e dalle scelte dei commissari europei. Questo grazie ad una mobilitazione popolare che dice come le persone siano ancora in grado di sollevarsi se la causa lo merita (in questo caso il pericolo neo-fascista e xenofobo)
    E a livello europeo se la Meloni credeva di trovarla alleata ha sbagliato completamente i conti. La Le Pen confluisce a livello europeo con I Patrioti di Orban opponendosi frontalmente alla elezione della Von Der Leyen e rendendo ancora meno rilevante il gruppo della Meloni.

Quindi quali conclusioni si possono tirare ? Mi viene da dire che la modalità semplificata, a slogan di descrivere i movimenti politici e sociali dei vari popoli da parte dei media mostra una volta di più i sui enormi limiti. Nelle motivazioni della gente verso il voto (o il non voto) entrano dentro molti fattori oggi che rendono gli esiti elettorali non facilmente prevedibili e molto difficili da descrivere. Vi sono elementi che io definirei di “psicologia collettiva” che incidono in maniera importante (oltre ovviamente alle condizioni economiche). L’insoddisfazione per la lontananza dei politici dalle istanze della gente, la solitudine di chi deve affrontare i disagi della vita senza strumenti, senza aiuto, la paura (spesso ingenerata artatamente) verso il diverso, inteso come razza, come provenienza, come colore della pelle.

E la costante di tutto questo è che nel giro di poco tempo l’umore di una parte dell’elettorato può cambiare radicalmente. E come repentina è stata l’illusione di avere trovato l’uomo (o la donna) della Provvidenza altrettanto repentina è la disillusione nello scoprire che le aspettative sono finite a fondo.

 


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