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Published on Giugno 6th, 2022 | by Redazione MG News

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Referendum giustizia “peta e spussa”

I 5 referendum sulla giustizia in programma il 12 giugno si annunciano come un vero flop. Dopo un iniziale sostegno da parte di varie forze politiche, in primis la Lega di Salvini, ora tutti sembrano tenersene alla larga, subodorando l’insuccesso, al quale verrebbero inevitabilmente associati

C’è un modo di dire veneto che rende perfettamente l’idea dell’atteggiamento che la maggioranza dei politici nostrani sta tenendo nei confronti dei 5 referendum sulla Giustizia per cui votiamo il 12 giugno. Quando una cosa è diventata così rognosa che nessuno ha voglia di gestirla si dice che “peta e spussa” ovvero che è attaccaticcia e puzza.

Quello che sta succedendo nell’opinione pubblica era abbastanza prevedibile, anche prima degli ultimi fatti legati alla guerra e alle sue conseguenze sul piano psicologico, sociale ed economico. Ovvero che alla stragrande maggioranza delle persone non frega nulla di quesiti che – almeno nella loro maggioranza – hanno natura tecnico-giuridica e sono difficilmente decodificabili dalla gente comune.
Io mi reputo una persona mediamente informata sulle questioni politiche e di attualità ma non mi reputo in grado di dare una valutazione assennata sui quesiti posti. Sapendo inoltre che su questi interverrà, bene o male non so, la riforma della giustizia detta Cartabia.
A livello di principi generali, ma poi entrare nel dettaglio di ciò che prevede il codice penale o quello di procedura è per me impossibile, si può esprime un’opinione su un paio di questi referendum, quello sulla abolizione della Legge Severino e quello sulla limitazione della custodia cautelare. Il primo sostanzialmente vuole ripristinare la possibilità a chi è stato condannato di poter essere candidato al Parlamento (o nelle amministrazioni locali); il secondo limita le casistiche per le quali si può chiedere la custodia cautelare per uno fortemente sospettato di aver commesso un reato.

Per come la penso io – con tutti i limiti di cui sopra – se andassi a votare sarebbero due NO. Ma preferisco non farlo perchè ritengo che – a parte la buona fede di qualche esponente radicale – questi referendum siano stati pensati come strumento di visibilità per alcune forze politiche e segnatamente la Lega e – in parte – Forza Italia. Che ora vista la mala parata se ne stanno fuggendo… a gambe levate.

Infatti gli ultimi sondaggi danno un’affluenza prevista sotto il 30% e entrando nello specifico di chi vota, sarebbero sicuramente bocciati i due referendum con maggiore valore politico, appunto i due di cui sopra.
Purtroppo per i promotori – a me spiace un po’ per i radicali che in queste cose ci hanno sempre messo il cuore, oltre che il cervello – non sono stati ammessi i 3 quesiti forse più importanti, sicuramente i più popolari: quello sulla legalizzazione della cannabis, quello sull’eutanasia e quello sulla responsabilità dei magistrati (quando sbagliano).
Ora è chiaro che se non dovesse essere raggiunto il quorum e anzi si arrivasse ben distanti dalla soglia del 50%, questo fatto non implicherebbe la vittoria di nessun partito politico ma una sicura sconfitta questa sì. Quella della Lega e di Salvini in modo particolare che sulle questioni della giustizia si è speso un bel po’ spesso con le perplessità non esplicite ma chiare di molti sui compagni di partito. Ad esempio sulla abolizione della Severino e sulla limitazione della custodia cautelare. Mentre la sua alleata, ma forse sarebbe più corretto dire “competitor”, Meloni ha assunto fin da subito posizioni molto chiare sul NO.

Quindi che cosa otterremo dopo la votazione del 12 giugno ? Due effetti sicuri: uno spreco di denaro pubblico, nonostante l’accorpamento con le amministrative e l’ennesimo sputtanamento politico di Salvini, che nella Lega sta diventando anche lui “peta e spussa” 😉

Marco De Alberti

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