Internet e new media no image

Published on Luglio 31st, 2006 | by Redazione MG News

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Flash mob, da movimento spontaneo a potente strumento di innovation marketing

Flash mob è un movimento spontaneo che nasce in internet per realizzarsi nei luoghi della vita cittadina quotidiana. FM è un insieme di persone che si danno appuntamento in un[…] Flash mob è un movimento spontaneo che nasce in internet per realizzarsi nei luoghi della vita cittadina quotidiana. FM è un insieme di persone che si danno appuntamento in un luogo pubblico prestabilito per compiere una missione demenziale e poi disperdersi. Il tutto può essere organizzato da chiunque, principalmente tramite internet o altri mezzi digitali di comunicazione (cellulare, ecc).
Il primo FM venne organizzato, come esperimento sociologico, da Bill Wasik, direttore di Harper’s Magazine a Manhattan nel maggio del 2003, ma fu un insuccesso per la scarsa adesione. Però gli incontri che seguirono all’articolo si contarono sempre più flashmobbers.

Come avviene e cosa succede ad un FM?
Hai un’idea demenziale, apolitica, pacifica, che coinvolge il maggior numero di persone possibili e il cui solo scopo sia il divertimento? A questo punto è facile organizzare un FM. Diffondi le istruzioni in due tempi: con un po’ di anticipo indica, tramite e-mail o blog, dove e quando trovare una persona ben riconoscibile che fornirà, in risposta ad una data parola d’ordine, dei foglietti con recante la missione e le relative modalità di svolgimento. Il FM è presto fatto!
Qualcuno ha deciso di organizzarne uno a Padova (http://flashmob.fantasmaformaggino.it/) le cui istruzioni dicevano: recarti al Palazzo del Bo’ alle 18:20 di venerdì 10 febbraio 2006; lì troverai due ragazze che passeggiano con un pacco regalo arancione, avvicinale indifferente e pronuncia la parola d’ordine “scavicchi ma non apra”; ti sarà consegnato un foglietto. Il foglietto diceva che a un dato segnale sarebbero sbucati degli “ingegneri”, muniti di megafono, giubbotto catarifrangente e megafono, che avrebbero organizzato lo spostamento del Pedrocchi grazie alla sola forza delle braccia dei presenti. I flashmobbers dovevano immedesimarsi nella parte e al ritmo di “ohhh-issa” spingere. Naturalmente gli organizzatori raccomandavano indifferenza, prestanza ma anche prudenza e rispetto della sicurezza. E così facendo si sono potute ammirare più di 500 persone che, ben coordinate, spingevano il palazzo e coinvolgevano gli ignari passanti. Poi all’improvviso, nello stupore generale, così come erano arrivate si sono disperse.

Coreografico, sicuramente d’effetto, questo episodio ricorda molto da vicino l’esilarante sequenza di “Amici miei” di Mario Monicelli nella quale la brigata, capeggiata da Ugo Tognazzi, si reca con tanto di furgoncino corde, picchetti e staccionate, al Campo dei Miracoli per attuare una delle loro burle: raddrizzare, con l’aiuto degli ignari e stupiti turisti presenti, la torre di Pisa. Tanto di cappello a questo precursore del FM che invece oggi tocca città di tutto il mondo.
Sì perché se questo fenomeno ha raggiunto Asia, Europa, America Latina e Australia per arrivare infine, solo quattro mesi dopo, in India non è solo merito della sua genialità ma anche del canale con il quale si diffonde a dimostrazione che il web è una realtà concreta nella quale non si può più parlare di pubblico ma di attori.
In Italia tutto questo è arrivato in ritardo e se ne hanno testimonianze in città quali Milano, Bologna, Padova e recentemente (venerdì 9 giugno 2006) anche Treviso (http://trevisoholdem.blog.dada.net/) con un FM pilota che ha contato circa 200 persone e diverse testate giornalistiche.
L’ideatore Bill Wasik dice di essere così riuscito a regalare momenti di puro divertimento, dimostrando che la vera forza di questo movimento sia il desiderio di far parte di “qualcosa di più grande”. Del flash mob se ne sono occupati i media, il mondo dei fumetti (www.doonesbury.com/strip/dailydose/doonpromo.html), lo ha legittimato con la sua definizione l’Oxford English Dictionary, ora aspettiamo gli studi la psicologia cognitiva e sociale.
Non sorprende affatto che del flash mob se ne siano occupati con tanto interesse gli esperti di comunicazione e di marketing, due esempi tra i più famosi: Coca-Cola ma ancor più Swatch da sempre attenti al mondo giovane e alle mode che lo investe. Per la rossa multinazionale, che aveva organizzato per degli scatti pubblicitari in Piazza San Marco a Venezia, centinaia di persone disposte nella piazza che viste dall’alto danno vita al logo, si rinnova questa immagine collettiva con la realizzazione di una video-performance (http://www.youtube.com/watch?v=DZ3uBFan9rk&mode=related&search=) nella quale centinaia di persone improvvisamente invadono una piazza a Praga dando vita ad una bottiglia che riversa il proprio contenuto in un bicchiere stile rigorosamente Coca-cola. Swatch ha fatto di più, ha orientato la sua campagna dello scorso anno su di una variante del FM ovvero il World Jump Day. Ricordate lo spot televisivo nel quale tutti i giovani del mondo, sincronizzati Swatch, saltano provocando la caduta dei petali da un albero di pesco rovinando il lavoro del povero monaco zen.
Ebbene WJD (www.worldjumpday.org) è stato il primo FM di portata mondiale organizzato per il 20 luglio 2004. Verrà ripetuto quest’anno alla stessa data; sarà una performance artistica assolutamente folle di portata mondiale che necessita il coinvolgimento 600.000.000 di saltatori i quali, a una data ora, tenteranno saltando semplicemente di spostare l’asse terrestre!
E ancora Swatch bissa in modo più sofisticato, artistico, futuristico, con l’ultima campagna Slashmob, per intenderci, quella degli uomini blu, vedere per credere (http://video.google.com/videoplay?docid=-3952750754241937919&q=swatch).
WJD non è l’unico tentativo di FM a livello globale. Se non ve ne siete accorti, il 20 aprile 2005 c’è stato il primo Global Flash Mob che ha coinvolto 72 città in 32 paesi contemporaneamente! La difficoltà organizzativa? I fusi orari!

Anna Rado – email: annavera82@libero.it


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