Internet e new media no image

Published on Ottobre 23rd, 2006 | by Redazione MG News

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Il video via web, ultima frontiera dei User-generated content

Imperversano siti e siti di servizi di condivisione video: è l’ultimo esempio in ordine di tempo di user-generated content (ovvero contenuti generati dagli utenti – della rete si intende). Il[…] Imperversano siti e siti di servizi di condivisione video: è l’ultimo esempio in ordine di tempo di user-generated content (ovvero contenuti generati dagli utenti – della rete si intende). Il principio è pressoché sempre lo stesso: l’utente immette un video in rete, ne definisce tag e descrizione, lo si ritrova immediatamente disponibile online pronto ad essere fruito e condiviso a piacimento anche da blog e siti personali. Il tutto si basa sui dettami della community. Ed è qui che si celano i veri affari.
Google compra YouTube (www.youtube.com) per un miliardo e 250 milioni di dollari, la notizia è passata su tutti i media. Mettiamo in chiaro una cosa: Google non ha comprato una tecnologia ma qualcosa che vale molto di più, ovvero dati e la fiducia dei visitatori.
Ma cos’è YouTube? In cosa consiste il suo successo, cosa costituisce la sua attrattiva?
È lo user-generated content per eccellenza, nato spontaneamente 19 mesi orsono da Chad Hurley (CEO), Steve Chen (CTO) e Jawed Karim (consigliere), tutti ex-dipendenti di PayPal.
Qui gli utenti trovano spazio per uplodare i propri video e definirli etichettandoli attraverso tag, parole chiave che permettono di rendere gli stessi reperibili. In questo meccanismo ogni singolo utente attraverso le proprie opinioni, voti e click decreta la popolarità dei singoli verso la lunga scalata all’olimpo dei più cliccati, i più famosi!
Per approfondire e capire il fenomeno YouTube proviamo ad esplorarlo attraverso i numeri: 60 dipendenti, 100 milioni di video visti al giorno, 65.000 nuovi video inseriti quotidianamente. Praticamente raccoglie il 60% dei video visti sul web. Zero sono gli introiti! Finora il servizio non ha fruttato il becco di un quattrino! E le sorprese non finiscono qui, YouTube ha anche diverse questioni in sospeso in tema di violazione di copyright.
I risultati parlano chiaro, il meccanismo funziona e c’è ancora tanto da migliorare, da inventare. È il video-sharing l’ultima frontiera. Ma YouTube non è il solo a trattare video e la tecnologia usata per molti aspetti non è nemmeno la migliore. Così i siti specializzati tentano di distinguersi per accrescere la propria popolarità.
– Yahoo Current Network (http://video.yahoo.com/currenttv) è il nuovo servizio ibrido nato dall’accordo tra Yahoo Video e la rete broadcast di Current Tv. Il progetto prevede la raccolta di contributi amatoriali e professionali. Lo scopo è di creare una nuova commistione tra tv e web. Non solo, promette riconoscimenti, anche in denaro, ai filmati amatoriali meritevoli con l’intento di affinare i propri contenuti. Ma quello della web tv è un altro argomento tutto da approfondire.
– Google Video (http://video.google.com/ucberkeley.html) non è da meno e, nel giorno del suo ottavo compleanno, presenta la directory dedicata all’università della California, Berkeley, che conterrà 250 ore di corsi on-line.
– Il motore di ricerca Lycos (http://www.lycos.it/) è riuscito a stipulare un accordo con un altro motore di ricerca specializzato in indicizzazione video Blinkx (http://tv.blinkx.com/) che grazie al suo contenuto strettamente professionale (Bcc, Fox, Mtv, Sky News e Reuters) è una vera e propria tv via web. La tecnologia utilizzata in questo motore va oltre i metadata (semplici indicazioni testuali o vocali ottenibili) e si spinge sino ad algoritmi che offrono un sistema di catalogazione e ricerca innovativo «speech and pattern recognition technologies» che permettono un’indicizzazione semantica dell’analisi delle immagini.
– E dal sopraccitato accordo trae beneficio anche Microsoft: l’azienda tenta di conquistarsi la sua degna fetta di pubblico video-amatoriale, oltre che con la sezione dedicata ai video del noto servizio MSN (http://www.video.msn.com/) anche attraverso il nuovo SoapBox (http://soapbox.msn.com/) con tecnologia Blinkx. Ad oggi SoapBox è aperto solo su invito agli indirizzi degli Stati Uniti, presto anche al resto del mondo indistintamente. La non disponibilità è il motivo per cui tutte le altre notizie trapelate, 100Mb a disposizione per ogni utente, compatibilità con Zune (futuro antagonista di i-pod che uscirà dopo novembre), non sono al momento verificabili e sindacabili!
Attenzione, non confondiamo gli user-generated content con i video-store: servizi specializzati nello streaming e/o vendita di videoclip o film come il noto iTunes (http://www.apple.com/jp/itunes/) o Amazon Unbox (http://www.amazon.com/b/?&node=16261631). Quest’ultimo ha bruciato tutti sul tempo offrendo anche la possibilità di masterizzare una copia personale del film (solo per Windows XP). Alla carta 6 major degli Studios (Metro-Goldwyn-Mayer, Warner Bros, Sony, 20th Century Fox, Paramount, Universal), network quali CBS, Fox, MTV, Nickelodeon, BBC, Discovery Channel, History Channel, NBC, ABC e, solo in parte, Disney. La sfida è aperta!

Dal punto di vista degli utenti il video-sharing rappresenta un originale e concreto trampolino di lancio. Emblematico il caso di Sandi Thom (http://www.sandithom.com): giovane cantante che è uscita dall’anonimato e ha ottenuto un contratto da un milione di sterline con la Sony Bmg in seguito al successo di pubblico del suo tour di concerti tenutisi via webcam dalla casa sua a Londra.
Per le aziende un youtube costituisce una inesauribile fonte d’ispirazione e un territorio di confronto con realtà anche lontane sia in termini di comunicazione che di pubblicità. Così può capitare che un successo del web venga pescato da una multinazionale per finire agli onori del grande pubblico della televisione. Sto parlando di Pat & Stanley alias lo spot della Ferrero per Happy Hippo. L’ippopotamo e il cagnolino, che sembrano disegnati apposta per il prodotto, sono infatti un antecedente frutto del genio dell’animatore Pierre Coffin (http://www.pyercoffin.com/). L’intera serie, in francese, è disponibile nel sito personale dell’autore.
Come ultimo esempio vi riporto quello che è stato una vera e propria operazione di marketing unica e pionieristica: il caso della bella quindicenne del marketing Bree, alias Lonelygirl15. C’era una volta una principessa neozelandese infelice, ella si affacciava su YouTube e raccontava di sé e tutti i cavalieri del reame, ammaliati dalla sua bellezza, vollero correre in suo soccorso. Fu così che tra le insidie di internet, i cavalieri fecero una straordinaria scoperta: la principessa non era altro che un’attrice e il suo regno si rivelò un’operazione commerciale. Vi lascio immaginare le reazioni! Ma c’è di buono che Bree, o meglio l’attrice, così facendo ha rimediato un incarico come ambasciatrice dell’Onu contro la povertà nel mondo. Nei prossimi articoli approfondiremo altri casi in cui è il media a fare il messaggio e il personaggio. Vedremo blog e web-space.

Anna Rado – email: annavera82@libero.it


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