Internet e new media no image

Published on Marzo 23rd, 2007 | by Redazione MG News

0

Italia.it, eccellente caso di Googlebombing

L’Italia spende 45 milioni di euro per un portale criticatissimo dagli esperti sul web. I link che rimandano a questo danno vita ad un fenomeno naturale del web detto Googlebombing(http://it.wikipedia.org/wiki/Googlebombing).[…] L’Italia spende 45 milioni di euro per un portale criticatissimo dagli esperti sul web. I link che rimandano a questo danno vita ad un fenomeno naturale del web detto Googlebombing(http://it.wikipedia.org/wiki/Googlebombing). Il fenomeno sfrutta i meccanismi alla base degli algoritmi che determinano il pagerank di un sito: i link che rimandano ad un sito per parole chiave. E così digitando su Google la poco carina parola m***a il primo risultato è proprio… Ma tutto ciò è solo una curiosità su di un argomento ben più serio.

Vediamo assieme, indipendentemente dal Googlebombing, quali sono le ragioni di cotanto scandalo. L’Italia decide di affacciarsi ufficialmente sul web con Italia.it (www.italia.it). Si tratta del portale più caro del mondo. È dedicato al terziario, in particolare al turismo che il motore della nostra economia e la vera forza del paese. C’è di buono che per la prima volta un’opera soft, immateriale, viene considerata importante per il paese al pari delle grandi opere vedi Ponte di Messina, Mose e infrastrutture in genere. Ma c’è di più… quest’ultima iniziativa si è dimostrata tutta italiana in quanto seguita da grandi polemiche. Al centro delle dispute l’ammontare delle spese e molto altro che approfondiremo nel corso dell’articolo.

“Il Portale Nazionale del Turismo è coperto da un finanziamento complessivo di 45 milioni di €, di cui 20 milioni destinati allo sviluppo, gestione e alla creazione dei contenuti nei prossimi anni, e di 25 milioni di € di co-finanziamento delle Regioni per accrescere il loro impegno su questo fronte. In particolare, dei 20 milioni di € la parte preponderante, com’è caratteristica di queste iniziative, non è data da quella tecnologica, ma dall’aspetto redazionale, dalla traduzione linguistica in otto idiomi, dall’aggiornamento continuo dei contenuti e dalla campagna di promozione in tutto il mondo nei prossimi anni” (da un comunicato del Ministero per l’innovazione, 2005).

La vera campagna di promozione non l’hanno fatta ma l’hanno subita. Ci hanno infatti pensato i designer della comunicazione italiani indignati sia dal costo totale dell’operazione che dall’immagine assolutamente erronea. La curiosità è rappresentata dal caso mediatico nel caso mediatico: le voci del web ben presto si sono moltiplicate sopperendo al silenzio dei media tradizionali. In men che non si dica, all’alba di una pioggerellina autunnale, sono spuntati come funghi siti dedicati all’argomento in oggetto, dibattiti fra i guru della comunicazione a suon di lettere aperte, ma anche le discussioni da bar. Alcuni esempi:
– Scandalo italiano, nato per l’argomento (http://scandaloitaliano.wordpress.com)
– Designer Blog, il primo a segnalare, seguire, analizzare l’accaduto (www.designerblog.it)
– Poison, il blog del Prof. Polano ((www.polano.eu/sp/2007/02/27/quiz) – Weme, dal punto di vista degli studenti IUAV (www.weme.info) – Ritalia, esperti del turismo si propongono di migliorare il servizio di Italia.it (www.ritalia.eu)

In discussione vi è soprattutto l’inadeguatezza del monogramma it, il pay-off associato all’operazione evidentemente caso di plagio, la mancanza di originalità ma anche la commissione che ha scelto il progetto vincitore del bando composta da non-professionisti della comunicazione e qualche strana coincidenza di interessi economici.
Fondamentalmente questi sono i motivi che hanno portato alla petizione “Lettera aperta al presidente del consiglio dei ministri” (della quale è possibile seguire tutti gli sviluppi su Socialdesignzine (http://sdz.aiap.it/notizie/7311) che si è chiusa con 3.438 firme raccolte tra i veri professionisti della comunicazione.

Al di là delle polemiche che ormai, a giochi fatti, non cambieranno assolutamente nulla rispetto a quanto fatto e speso per Italia, resta solo un’allarmante segnale della mancanza di cultura visiva nel nostro paese. Così, un po’ per palesare gli errori/orrori insiti in Italia.it, un po’ per fare cultura visiva vi invito a prendere visione della prima analisi apparsa su web: http://www.designerblog.it/post/832/un-nuovo-logo-per-litalia. Anche se non occorre essere esperti per individuare certi errori: il logo presenta i colori della bandiera italiana invertiti e la sagoma che dovrebbe rappresentare lo stivale non ci assomiglia per niente.

Dicono la loro anche i webmaster, e spuntano difetti anche dal punto di vista dell’usabilità, del codice, . HTML.it si propone di fare un’analisi oggettiva del portale (http://webnews.html.it/news/leggi/5500/apre-al-pubblico-il-portale-italiait/) e apre le danze alle critiche: animazioni pesanti, errata formattazione ma anche belle immagini. Per approfondimenti http://webnews.html.it/news/leggi/5513/italiait-spuntano-solo-difetti/.

A voi l’ardua sentenza.

Anna Rado


About the Author



Torna su ↑