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Published on Aprile 18th, 2023 | by Redazione MG News

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Perchè la sinistra vince solo a livello locale ?

E’ un interrogativo più che legittimo che spero che i partiti della sinistra ed in particolare il PD si siano posti. Io provo a formulare qualche ipotesi

La recente vittoria della coalizione di centro sinistra a Udine che ha portato alla vittoria il candidato civico (e sottolineo civico) De Toni è in chiara controtendenza con le elezioni nazionali e anche con quelle regionali.
Ma è solo l’ultima di una serie di città medie e grandi dove le coalizioni civiche-sinistra hanno conquistato il governo. Il caso recente più eclatante è forse quello di Verona. Qui Damiano Tommasi ha capovolto qualunque previsione vincendo nella città considerata forse più di destra di tutta Italia.
E’ chiaro che in una elezione locale sono molti i fattori anche contingenti che entrano in gioco. La forza della coalizione avversaria, il profilo del candidato avversario, la situazione del territorio con le sue criticità, eventuali scandali, etc. Ci sembra però che qualche punto in comune lo possiamo trovare tra tutte le situazioni vincenti della coalizione civico-centrosinistra e nel profilo del candidato.

  • Intanto è importante che esista un progetto per la città preparato per tempo. Quindi in primis coinvolgimento delle forze sociali ed economiche, poi stesura di un programma e accordo di coalizione chiaro. E individuazione del candidato adatto. Il tutto comunicato per tempo alla popolazione. E non con accordi abborracciati dell’ultimo momento
  • Per quanto riguarda il candidato la prima cosa è il metodo per individuarlo. O si trova una personalità in modo quasi naturale (come è successo a Verona) che metta d’accordo tutti, oppure meglio fare per tempo delle primarie di coalizione in modo chiaro e trasparente. La gente odia le manovre nascoste, gli accordi sottobanco, le baruffe più o meno palesi che purtroppo capita  spesso di vedere.
  • Quello che deve prevalere è secondo noi il profilo civico e pragmatico del candidato (e del programma evidentemente). Bisogna puntare a dare risposta ai problemi quotidiani delle persone, offrendo anche loro una prospettiva per il futuro. Fatta però di progetti realizzabili e con risorse individuabili.
  • I partiti secondo me devono mettersi di lato. La fiducia delle persone nella capacità dei partiti di rappresentarli molto bassa e la spia di questo sono i tesseramenti in drammatico calo. Perchè anche partiti storicamente radicati nel territorio come Lega e PD hanno perso capacità attrattiva soprattutto nei confronti dei giovani
  • E infine parliamo di comunicazione. Se il candidato è credibile, la coalizione è coesa, il programma chiaro e coerente con le esigenze si può tranquillamente evitare la sovraesposizione mediatica. Sia con i sistemi tradizionali come cartelloni, locandine e volantini sia con i canali social. Meglio organizzare incontri sul territorio mirati alle problematiche specifiche dove il candidato ci mette la faccia. Ascolta la popolazione e propone le sue soluzioni. Anche i comizi coram populi non funzionano più tanto.

A rileggerle queste sembrano considerazioni dettate dal buon senso o poco più. Nella realtà molto spesso nella scelta di una coalizione, di un candidato e di un programma prevalgono personalismi, settarismi, ideologie. Mentre è sempre necessario improntare le scelte al pragmatismo e alla soluzione dei problemi della popolazione e non ai presunti “equilibri politici” che spesso nascondono sfrenate ambizioni, contrapposizioni e ripicche individuali.

La domanda da porsi a questo punto potrebbe essere: come prendere spunto da un modello locale “vincente” in un’ottica di elezioni nazionali ?
Ma questo è un altro tema 🙂

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