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Published on Dicembre 15th, 2022 | by Redazione MG News

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Elettori italiani sbandati confusi e con la memoria corta

In questi ultimi 10-12 anni la politica italiana ha subito molti terremoti e ribaltoni elettorali come non se ne erano mai verificati nei precedenti 40 anni. In ogni elezione si sono spostate le preferenze di milioni di elettori determinando la vittoria elettorale di partiti e coalizioni anche molto distanti tra loro.

La domanda che ci siamo posti è la seguente: cosa ha determinato lo spostamento di masse anche rilevanti di voti da partiti cd di centro sinistra e centro destra ai 5 stelle, oppure verso la Lega di Salvini e per ultimo FdI della Meloni ? Se e cosa hanno in comune questi 7-8 milioni di votanti che sembrano volare “di fiore in fiore”.

Il fenomeno della mobilità del voto non interessa solo la democrazia italiana ma è un trend di tutti i paesi occidentali negli ultimi anni. Sono passati ormai da molto i tempi in cui si era fedeli agli ideali, alla bandiera di un partito. Ricordate la DC, lo MSI, il PSI ma soprattutto il Partito Comunista Italiano ? 30-40 anni fa sarebbe stato impensabile che uno che aveva sempre votato a destra pensasse di votare a sinistra e viceversa.
Ora non è più così. Inutile fare la solita tiritera della fine delle ideologie, della prevalenza degli interessi corporativi o individuali, della difficoltà di aggregare in modo stabile persone su temi o programmi comuni (vedi crisi tesseramento partiti, tanto per dirne una). Il fatto è che – nonostante i giornalisti ci tengano tanto a mantenere in vita le stantie categorie mentali di “sinistra” e “destra” o anche più ridicolo “centro” – in realtà gli elettori o almeno una parte consistente di essi non vota più in base ad un astratto posizionamento politico o in base a “ideali”. Ma vota con criteri che sono molto difficili da individuare e catalogare. Noi ci abbiamo provato ovviamente senza presunzione di essere nè precisi nè tantomeno esaustivi.

  • Un primo aspetto riguarda la rappresentanza di interessi di categoria o gruppi sociali. Questa motivazione è diventata col tempo sempre meno importante perchè in realtà è difficile capire quali interessi sociali oggi difenda la Lega o Fratelli d’Italia o il PD. Prevale la considerazione che alla fine è meglio fare politica per non scontentare nessuno…finendo ovviamente per scontentare tutti.
  • E spesso le prese di posizioni dei partiti sono così ambigue e sfuggevoli che cascano nella trappola della comunicazione e della propaganda politica elettori che alla fine finiscono per votare…contro i propri interessi. Solo un esempio. Chi analizza i flussi di voto è concorde nel dire che Fratelli d’Italia alle ultime elezioni ha preso molti voti tra le fasce sociali più basse (operai e impiegati, sottooccupati soprattutto ma anche piccoli artigiani e commercianti, etc). Ebbene se guardiamo alle misure economiche del Governo non si può certo dire che favoriscano i lavoratori dipendenti, o peggio i disoccupati o sottooccupati. Basti pensare alla prossima eliminazione del reddito di cittadinanza, oppure alla mancia di pochi euro elargita ai redditi bassi, oppure ancora il piacere fatto a chi già ha una forte propensione all’evasione come commercianti, liberi professionisti, etc vedi allargamento flat tax, aumento tetto contante, condoni più o meno mascherati. Quindi un atteggiamento “tafazzista” di chi prova piacere a martellarsi i coglioni.
  • Prendendo spunto dal punto precedente possiamo dire che la variabile psicologica o meglio psico-sociale visto che parliamo di masse ha una grandissima rilevanza nelle scelte elettorali di questi ultimi anni. Alcuni atteggiamenti sembrano comuni agli elettori che si sono mossi così rapidamente da un partito o da uno schieramento all’altro.
    1. La ricerca del Salvatore della Patria: questa tendenza in realtà è partita circa trent’anni fa con l’entrata in politica di Berlusconi che appariva a molti come colui che avrebbe salvato la patria dalla degenerazione dei partiti e dal comunismo (quale ?). Poi questa tendenza si è consolidata e nel tempo la gente è andata sempre di più cercando una figura di riferimento che fornisse delle “certezze” o quantomeno dei messaggi forti, semplici, comprensibili. E l’ha identificata nel tempo con Beppe Grillo (M5S), Salvini (Lega) e Giorgia Meloni. Si tratta di figure “carismatiche” almeno per una parte rilevante dell’elettorato che sono riuscite a coagulare per un certo periodo preferenze di elettori dalle caratteristiche socio-demografiche molto diversificate.
    2. La voglia di andare “contro” il sistema: molte persone ormai non votano per qualcosa ma “contro” qualcosa. E chiunque rappresenti ai loro occhi chi si erige a paladino di una presunta libertà assoluta contro il potere costituito merita attenzione. Ci ricordiamo i Vaffa di Grillo, le prese di posizione social di Salvini contro la dittatura sanitaria, l’euro e i poteri forti europei, e quelle molto simili di Giorgia Meloni ? Ecco questi atteggiamenti populisti che hanno poche o nessuna possibilità di applicazione spesso riescono a “intortare” gli elettori più fragili, ignoranti o sprovveduti
    3. L’influenza fetida dei social: sono pesanti i danni che hanno fatto i social network utilizzati in maniera spregiudicata non solo da politici ma anche da personaggi diventati “influencer” solo perchè sono riusciti a raccogliere il malcontento di tante persone che si aggirano spaesate nel mondo social. Pensate solo alla valanga di disinformazione creata ad arte sulla questione del Covid e dei vaccini. L’ignoranza è un terreno fertile per tanti imbonitori da strapazzo che trovano spazio oggi nei social mentre fino a 20-30 anni fa nessuno se ne sarebbe nemmeno accorto. Però è un fatto che chi ha avuto successo politico in questi ultimi anni ha fatto molto affidamento sul web e soprattutto sui social network
    4. La memoria corta: una caratteristica diffusa da tanti anni negli italiani ma che negli ultimi anni si caratterizza come una forma di…”demenza senile”. Come altro si può spiegare che un partito come Forza Italia guidato da un condannato con sentenza passata in giudicato oltrechè imputato in molti altri processi (anche oggi ndr) che ha combinato disastri per l’economia italiana portata sull’orlo del baratro (ricordate il 2011 con la destituzione forzata di Berlusconi e l’arrivo del Governo Monti con lo spread quasi a 600?), senza contare le “n” figure da merda fatte a livello internazionale possa raccogliere ancora più dell’8% dei consensi ?

Quindi si capisce come sia fragile e labile oggi il consenso elettorale e come sia facilissimo per ogni forza politica cadere in breve dalle stelle…alle stalle. Matteo Renzi era arrivato col PD al 41% alle europee del 2016, ora il suo partitino senza l’apporto di Calenda sarebbe fuori dal Parlamento. Ricordiamo l’M5S passato dal 33% del 2018 a dei sondaggi del luglio scorso che lo davano al 10%, poi 15% alle elezioni di settembre. Oppure la Lega arrivata nei sondaggi al 39% ai tempi del Papeete nel 2019 (poi 34.5% alle successive europee) all’attuale 8% delle ultime elezioni. Ora la Meloni con FdI è passata dal 5% delle elezioni del 2018 al 26% di quelle recenti, con sondaggi attuali che la danno attorno al 30%. Quanto ci metterà questo “Salvatore” o meglio “Salvatrice” della patria ad essere buttata giù dal trono ?


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