Published on Novembre 21st, 2006 | by Redazione MG News
0Italiani teledipendenti e insoddisfatti
Dall’ultimo rapporto Censis ne esce un’Italia agli ultimi posti rispetto ai paesi europei in termini di ‘bisogno di media’. Cosa significa?
A dire il vero il rapporto Censis dice[…] Dall’ultimo rapporto Censis ne esce un’Italia agli ultimi posti rispetto ai paesi europei in termini di ‘bisogno di media’. Cosa significa?
A dire il vero il rapporto Censis dice molte cose e se provate a farvi una navigata su internet scoprirete i diversi commenti e capirete anche che l’italiano medio non può fare a meno del telefonino, il 79% della popolazione (al di sopra dei 14 anni) infatti, lo preferisce agli altri media; anche voi avete una nonna che possiede che un telefonino e un fratello diciannovenne ha già cambiato due operatori telefonici e tre modelli di cellulare?
Il ‘media’ di cui normalmente una persona può aver bisogno nella vita quotidiana è un giornale per informarsi su ciò che lo circonda, magari quello consegnato all’imbocco della metropolitana, o quello che il giornalaio vende ogni mattina; un’altra persona potrebbe invece aver bisogno di un libro per godersi un momento di pausa o per approfondire e documentarsi su una certa materia o disciplina; potrebbe invece avere in tasca un lettore CD o mp3 per ascoltare della musica; o perchè non ascoltare la radio? Magari in macchina mentre aspetta che il semaforo diventi verde.
Pensate siano cose davvero così diffuse ed abituali? Magari fate una di queste azioni giornalmente. Eppure il rapporto Censis rivela che l’italiano medio non può fare a meno della televisione ed è il primo mezzo che utilizza per soddisfare i seguenti bisogni:
– ricorrere all’informazione
– approfondire
– accedere a servizi utili
– bisogno di relazionarsi
– orientarsi agli acquisti
– ascoltare la musica
– intrattenimento: ama la radio ma preferisce comunque vedere alla tv (in prima serata) un programma radiofonico di successo (Viva Radio2).
L’uso della televisione raggiunge circa il 95% delle preferenze degli italiani, percentuale che si avvicina molto a quella degli altri paesi europei, siamo infatti al secondo posto dopo la Spagna, segue poi la Gran Bretagna, la Francia e la Germania. Si ricorda però che l’utilizzo, se pur abituale, può non regalare la soddisfazione maggiore; la diffusione di tutti gli altri media è piuttosto bassa: la radio è infatti utilizzata per il 63% , più per l’intrattenimento che per l’informazione (nei radio giornali infatti vengono spesso citati i titoli dei telegiornali), il 59% è la preferenza ai quotidiani, segue il 55% dei libri ed infine la scelta di internet per il solo 38% della popolazione. L’aspetto più interessante quasi paradossale, se così vogliamo definirlo, è che secondo i dati pubblicati, in termini di diffusione televisiva non c’è confronto ma in quanto alla soddisfazione e beneficio la televisione non da’ comunque il massimo gradimento rispetto ad internet, ai libri, mp3 e cellulari.
Anche se siamo in un paese dove quasi il 75% ha ancora una televisione analogica e non digitale, quindi non proprio a cavallo dell’evoluzione , l’uso della televisione è diventata una consuetudine, un costume, un mezzo che entra nelle case con lo sport la domenica dopo pranzo, durante la settimana con i reality (aimè!) e tutti gli altri appuntamenti del caso.
La televisione è una scatola che fa luce e incanta, un contenitore per sognare, uno specchio dove apparire solo se nudi, una polemica per il giorno dopo, un mezzo che ruota nella vita di ognuno di noi per regalare emozioni o per creare rumore nella stanza (quando questa spesso è troppo piena di silenzi…).
Roberta Salvan