Marketing e comunicazione

Published on Maggio 17th, 2023 | by Redazione MG News

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Zelensky in una trappola comunicativa condannato ad alzare l’asticella

Avevamo scritto più di un anno fa che bisognava prendere con le pinze i discorsi di Zelensky. Dotato di una grande abilità comunicativa è stato in grado di convincere i governi occidentali a sostenerlo in un modo assolutamente eccezionale. Ma ora è in difficoltà, è arrivato in un cul-de-sac

La premessa è sempre la solita. La responsabilità della guerra è della Russia e l’Ucraina ha il pieno diritto di difendersi con tutti i mezzi. Detto questo rileviamo che rispetto all’inizio della guerra un bel po’ di cose sono cambiate nelle scenario internazionale e nelle opinioni pubbliche occidentali. Tanto da rendere l’azione persuasiva di Zelensky sempre più complicata e rischiosa.

  • In primis lo sviluppo della guerra sta spingendo l’Ucraina a chiedere armi sempre più potenti ed aggressive. Mentre all’inizio si parlava solo di armi difensive. Sono già stati forniti missili a lungo raggio e ora Zelensky spinge per la fornitura di caccia moderni molto costosi. E che servono ai Paesi occidentali. Queste armi servono – come ammesso dallo stesso  Zelensky– a colpire il territorio russo. E questo è pericolosissimo per le possibili conseguenze non solo per l’Ucraina
  • Le munizioni stanno finendo e le aziende occidentali non hanno sufficiente capacità produttiva per stare al passo con le richieste dell’Ucraina.
  • I costi per l’Occidente di questa guerra stanno diventando pesantissimi ed incidono nei bilanci delle singole nazioni
  • Punto particolarmente critico: le opinioni pubbliche dei Paese occidentali sono sempre più ostili all’invio di armi all’Ucraina. In Italia ad esempio oltre il 60% è contro la continuazione delle forniture belliche
  • Ora si stanno facendo strada delle seppur timide ed embrionali iniziative di pace. Si sono mossi “grossi calibri” come la Cina e il Vaticano. E Zelensky sta facendo il muso duro anche nei confronti di questi tentativi, affermando di non aver bisogno di mediatori ma di armi.

A fronte di tutto questo, Zelensky è ora costretto a muoversi per andare a perorare la sua causa presso i Paesi europei e gli Stati Uniti. Ma ormai i suoi discorsi rischiano di diventare “un disco rotto“. L’Ucraina è oggi un paese ben organizzato e ben armato. Supportato in modo costante da esercito e servizi occidentali, soprattutto USA e UK. Colpisce obiettivi anche in territorio russo. E’ responsabile (ormai è praticamente sicuro) di omicidi mirati contro politici ma anche civili russi, come la figlia dell’ideologo Dugin o il blogger Vladlen Tatarsky fatto esplodere in un locale a San Pietroburgo. Ha ucciso diverse centinaia di civili in Donbass con i suoi bombardamenti.
Quindi non siamo più di fronte a Davide contro Golia. Non si può definire una guerra fra pari ma certamente gli equilibri sono molto cambiati rispetto all’inizio della guerra.

Zelensky è quindi costretto ad “alzare” continuamente l’asticella della sua comunicazione. Puntando sui crimini di guerra, sulle devastazioni provocate dalla Russia. Cercando di colpire emotivamente le opinioni pubbliche. Che sembrano però non coinvolgere più di tanto le persone. Mentre i Governi nonostante le formali prese di posizioni a favore, sono in realtà sempre più in difficoltà, sia per motivi politici (le opinioni pubbliche interne) che economici (la crisi economica sta mordendo soprattutto la parte più povera dei cittadini europei).

Io a questo punto mi faccio una domanda: “Visto il grande sostegno economico, militare e politico dato all’Ucraina è possibile che i Governi occidentali non abbiano la forza di mettere dei paletti, di porre delle condizioni a Zelensky ? Ad esempio, aprire una trattativa almeno per arrivare ad un cessate il fuoco ?” L’obiezione è “La Russia non è disponibile a nessuna trattativa“. Ma da quello che si vede, l’Ucraina lo è ancora meno. L’impressione è che Zelensky si stia illudendo di sconfiggere ed umiliare sul campo la Russia. Ma questa prospettiva – a parere dei principali esperti e dello stesso capo di stato maggiore americano – è del tutto irrealistica.

 

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