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Published on Ottobre 5th, 2023 | by Redazione MG News

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Ucraina quando finirà questa agonia?

Avevamo già scritto qualche mese fa della situazione di difficoltà dell’Ucraina a proseguire il suo sforzo bellico in contrasto alla Russia. Ebbene molte delle questioni che stavano emergendo allora si sono rafforzate. E nuovi elementi critici fanno pensare che questa “agonia” non potrà andare avanti ancora a lungo.

La guerra in Ucraina (ormai estesa anche al territorio russo) si combatte ormai principalmente su tre livelli:

  • spietata e sanguinosa guerra di trincea che sta causando decine di migliaia di morti in Donbass e nel sud dell’Ucraina. Il tutto per un risultato veramente modesto della sbandierata controffensiva ucraina: 200 km quadrati guadagnati al nemico
  • battaglia aerea con droni e missili lanciati dalla Russia verso obiettivi militari ma anche di infrastrutture e civili in Ucraina; e poi droni ucraini che puntano a colpire obiettivi o nei territori occupati dalla Russia (principalmente Crimea) oppure direttamente in territorio russo (soprattutto militari o logistici). Anche qui però risultati significativi pochi
  • incursioni notturne via terra ma soprattutto via mare degli ucraini che cercano di colpire infrastrutture strategiche per i russi nei territori occupati. Hanno fatto clamore il recente attacco ad una base russa in Crimea che ha danneggiato alcune navi militari russe ed il tentativo (finito male) di una squadra di incursori di sbarco in Crimea

Tutte e tre queste forme di conflitto – oltre al prezzo in termini di vittime e feriti – implicano un grande consumo di mezzi militari ed in particolare MUNIZIONI. Ecco la parola chiave è proprio questa. L’Ucraina ha ottenuto da Stati Uniti e dagli altri paesi Nato oltre 2 milioni di munizioni dall’inizio della guerra. E ha continuamente bisogno di nuovi approvvigionamenti. Il punto è che i paesi occidentali hanno ormai esaurito le loro riserve e si sta grattando il fondo del barile. Mentre la Russia riesce a stare molto più al passo con l’impegno bellico con la propria industria. Ci sono poi altri aspetti che sembrano andare a sfavore dell’Ucraina, alcuni già presenti da mesi, altri nuovi nello scenario:

  • Dagli Stati Uniti arriva uno stop ad ulteriori spese militari per l’Ucraina almeno per il 2023. Questo è stato il compromesso raggiunto per salvare il bilancio federale
  • Dal partito repubblicano si levano sempre più voci di dissenso nei confronti dell’impegno USA nei confronti della guerra. E quello che probabilmente sarà (purtroppo) il candidato repubblicano alla Casa Bianca nel 2024 Donald Trump ha fatto capire che con lui la musica cambierà
  • Peraltro l’opinione pubblica americana è sempre più insofferente rispetto a questo tema
  • Nemmeno dall’Europa arrivano buone notizie. Il fronte dei paesi scettici nei confronti della fornitura di armi alla Russia si amplia con la Slovacchia, mentre anche paesi che si sono sempre dichiarati al fianco dell’Ucraina cominciano a mostrare crepe. La stessa Italia ha smorzato gli entusiasmi di Kiev nei confronti di prossimi invii di armi.
  • Armi strategiche di grande rilevanza come missili a lungo raggio o i carri armati Abrahams non sono stati consegnati o consegnati solo in alcuni esemplari. Mentre sembra tramontata l’ipotesi della fornitura dei caccia F16
  • Continua il trend negativo del consenso delle opinioni pubbliche occidentali nei confronti del sostegno all’impegno bellico nei confronti dell’Ucraina. Un recentissimo sondaggio SWG in Italia mostra che la percentuale di persone favorevoli al sostegno miliare all’Ucraina è scesa sotto al 50%. Precisamente 47%, mentre ad aprile era il 51 e nel corso del 2022 sfiorava il 60%.

La consapevolezza dell’impatto economico sempre più pesante della guerra (inflazione, costo dell’energia, etc.), la situazione di incertezza economica e sociale che si è aggravata e – dall’altro lato – il minor timore che la guerra possa espandersi, fanno sì che ben presto i Governi occidentali dovranno prendere atto che la gente è ormai stufa e che continuare a sostenere l’Ucraina potrebbe far pagare un caro prezzo in termini di consenso ai partiti di maggioranza. Tempi bui per Zelensky?

 

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