Marketing e comunicazione

Published on Ottobre 12th, 2023 | by Redazione MG News

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Le guerre non nascono per caso

Lo scoppio della guerra in Ucraina e ancor più il feroce conflitto israelo-palestinese innestato dai terroristi di Hamas non nascono dal nulla. Molti media con le loro analisi frettolose, superficiali, spesso banali accreditano la narrazione dell’ improvviso e ingiustificato scoppio di violenza. Soprattutto ai nostri giovani dobbiamo raccontare la complessità delle vicende attuali che trovano le loro radici nella storia, più o meno recente

Tutti gli avvenimenti, tutte le vicende che accadono trovano la loro radice nella storia. Si parte dalle vicende private e si arriva alle vicende collettive. Nell’epoca del tutto scorre velocemente, della comunicazione furtiva e superficiale dei social – e non solo, facile accreditare la versione del “brutto e cattivo” che in preda ad un istinto violento e distruttivo si alza al mattino e decide di aggredire, di uccidere, di distruggere.

Non è evidentemente così. Ma le menti più deboli, meno culturalmente preparate possono cascarci. Bisogna conoscere la storia – soprattutto quella recente che viene ignorata dalla scuola ufficiale – per comprendere quello che sta succedendo. Non siamo in preda di una ondata di follia, non siamo nelle spirali dell’ Apocalisse biblica, ma paghiamo a carissimo prezzo errori collettivi degli ultimi 30-40 anni, o giù di lì.

I politici, gli esperti di geopolitica, i giornalisti più informati sapevano da tempo che cosa covava in Donbass. Ben prima dello scoppio della guerra del 2014. Da un lato un conflitto etnico tra gli ucraini e la minoranza (ma maggioranza nel Donbass) russofona, in cui le politiche repressive degli ucraini erano ben note. Dall’altro la sindrome da accerchiamento da parte della Russia. Nonostante le rassicurazioni fatte a suo tempo dagli americani, il processo di “atlantizzazione” dei paesi dell’ ex blocco dell’Est è proceduto a passo spedito dalla seconda metà degli anni 90. Senza che vi fosse nessun approccio alla ricerca di un equilibrio – prima militare e poi politico – tra la Nato e la Russia. Dopo la guerra del 2014 (che ha portato all’annessione della Crimea alla Russia) gli accordi fragili trovati a Minsk sono stati del tutto disattesi dall’ Ucraina, senza che nessun paese “garante” degli accordi muovesse foglia.

Questo non giustifica l’aggressione della Russia all’Ucraina. Le barbarie commesse contro i civili. le enormi distruzioni causate alle infrastrutture e alle abitazioni. Ma le democrazie occidentali non possono “cadere dal pero”.

Per quanto riguarda l’aggressione dei terroristi di Hamas agli insediamenti ebraici le radici storiche sono ancora più lontane e complesse. Non mi metto certo a ripercorrere più di 70 anni di storia. Dico solo che Israele, gli stati arabi, quelli occidentali – in primis gli USA – hanno lasciato andare completamente la questione palestinese in questi ultimi 15 anni, alimentando in questo modo povertà, dipendenza economica e conseguentemente odio tra i palestinesi soprattutto della striscia di Gaza.

A questo punto voglio concludere questo articolo con una riflessione su un termine usato (ed abusato) dai media quando si fa riferimento a qualche istituzione, stato o organizzazione che avrebbe dovuto farsi carico di un problema. Il termine è “Comunità internazionale“.

Anche in merito alla questione palestinese spesso i media in queste giornate fanno riferimento a questa parole. Per esempio per attribuire una generica responsabilità: “La Comunità internazionale ha ignorato il problema” o per individuare una generica entità che dovrebbe farsi carico della soluzione del problema: “Si chiede alla Comunità internazionale di intervenire al più presto”.
Ma cos’ è la Comunità internazionale”: solo un entità astratta, senza nome, senza componenti, senza compiti e responsabilità specifiche. Il problema sta proprio qui. Negli ultimi 30 anni circa il mondo ha conosciuto il fenomeno della globalizzazione. Globalizzazione economica, globalizzazione della crisi climatica, globalizzazione della comunicazione (Internet ed social). Tanto che – nonostante i rigurgiti nazionalisti, razzisti e xenofobi che nascono proprio come reazione alla Globalizzazione – un qualunque avvenimento come ad esempio un conflitto locale ha sempre pesanti conseguenze di tipo globale.

Però a fronte di tutto ciò quello che manca è invece un Governo Globale del nostro povero mondo. Essendo evidente che le Nazioni Unite – che pure hanno avuto negli scorsi decenni un ruolo importante – sono ora del tutto insufficienti per affrontare le 1000 crisi che nascono nelle varie parti del mondo.

 

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