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Published on Novembre 18th, 2009 | by Redazione MG News

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Innovare per crescere.A che punto siamo in Italia ?

L’innovazione è una leva competitiva molto importante. Lo si sente spesso ripetere nei dibattiti televisivi, nelle interviste a politici, manager, rappresentanti sindacali e imprenditori. Sembrano tutti essere d’accordo sull’importanza di innovare per crescere. Ci si aspetterebbe di trovare un Paese, l’Italia, con un livello di competitività molto elevato. Almeno se le parole si traducessero in fatti concreti. Ma è davvero così ?

L’innovazione è un elemento trasversale. Interessa tutti gli ambiti (imprenditoriale, istituzionale, ecc.) e si può manifestare in forme tra loro molto diverse di un Paese (es in azienda si parla di innovazione di processo, di prodotto, di organizzazione ecc.).
Ed è innanzitutto un approccio ed un metodo di lavoro che valorizza conoscenza, competenza, idee, ma anche merito ed etica. Aspetti su cui si imporrebbe una attenta riflessione nel nostro Paese se si vogliono individuare nuovi percorsi di crescita e sviluppo di medio/lungo periodo. Un’opportunità,q questa, che va colta in fretta.
Uno dei presupposti fondamentali dell’innovazione è rappresentato dalla conoscenza di chi la promuove: “è necessario assicurarsi risorse umane dotate di competenze di qualità, in grado di gestire il cambiamento” avverte Presidente AICA Bruno Lamborghini.
Nelle PMI italiane purtroppo ancora oggi si registra una bassa intensità di utilizzo di capitale umano qualificato: in media nel 2005, solo il 13% degli addetti possiede un titolo universitario o post-universitario (contro il 26% dell’Unione Europea a 27 paesi, il 31% nel Regno Unito, il 33% in Francia). 
Ed è importante che i fondi pubblici stanziati vengano destinati ai progetti imprenditoriali più validi e costantemente monitorati dalle istituzioni che li erogano.
Fatte queste premesse quasi d’obbligo, da alcuni parametri presenti nel Rapporto Annuale sulla Innovazione a cura della Fondazione per l’Innovazione Tecnologica COTEC) emerge chiaramente che la capacità innovativa del Sistema Italia mostra diverse crepe.

Investimenti in ricerca e sviluppo  – tra il 1990 ed il 2006 la spesa in R&S in Italia e cresciuta a ritmi contenuti. Tra il 2003 e il 2006, il volume di investimenti in R&S realizzati da imprese, pubblica amministrazione, istituzioni private non profit ed università è salito del 3,99% passando da 14.769 a 16.835 milioni di euro. Nel 2006, l’Italia ha investito l’1,15% del proprio Pil in R&S: si tratta di una percentuale di gran lunga inferiore rispetto ai principali paesi industrializzati (nel 2005 era stata dell’1,10%). Nel 2006, il 70,7% degli investimenti privati in R&S viene effettuata in Italia da imprese con oltre 500 addetti, segnalando l’esistenza di un marcato squilibrio tra le grandi realtà e le PMI che investono in R&S solo il 22,m3% del totale della spesa in R&S.

Investimenti per regione: sommando alla spesa in R&S delle regioni dell’Italia settentrionale quella di Toscana, Emilia Romagna e Lazio, si ottiene il 75% del totale della spesa nazionale. Gli investimenti in R&S si concentrano nel nord Italia: nel 2006 il Piemonte è stata la regione che ha investito di più in termini percentuali rispetto al PIL (1,80%) seguito da Lazio (1,71%),  Liguria (1,29%), Emilia Romagna (1,23%), Campania (1,23%), Friuli Venezia Giulia (1,20%) e Lombardia (1,19%). Nei gradini più bassi della classifica si posizionano Valle d’Aosta, Calabria e Molise.

Investimenti per settore:Il 24,4% degli investimenti riguarda il settore della fabbricazione di autoveicoli e altri mezzi di trasporto, il 10% alla produzione di apparecchi meccanici, il 9,8% alla fabbricazione di componenti elettronici. Seguono l’industria farmaceutica (8,8% della spesa in R&S delle imprese), commercio e servizi (5,6%) e l’industria chimica (5,4%).

La familiarità delle imprese con Internet – nel 2007, il 96,2% del totale delle imprese è dotata di computer, mentre circa il 35% degli addetti sul totale delle imprese utilizza quotidianamente una postazione dotata di connessione Internet.
La percentuale di imprese italiane dotate nel 2007 di strumenti informatici per la gestione, in tutte le sue fasi, degli ordini dei clienti (Customer Relationship Management) è stata del 22,6%, più che quelle spagnole (20,6%), britanniche (16%) e francesi (11,1%). Sempre nel 2007 il 55% del totale delle imprese italiane ha effettuato analisi di mercato mediante Internet (contro il 48,3% della media europea).

I brevetti – l’intensità dell’attività brevettuale di un sistema economico è un indicatore rilevante della capacità a generare innovazione. I brevetti italiani depositati contestualmente presso l’ufficio brevetti europeo (EPO), statunitense (USPTO) e giapponese (JPO) per milione di abitanti tra il 2001 ed il 2006 è salito del 21% (passando da 10,8 a 13), un incremento secondo solamente a quello della Spagna, (5,4 brevetti per milione di abitanti nel 2006). L’Italia resta ancora  lontana da paesi europei  leader come Germania (74,9 brevetti per milione di abitanti nel 2006), Francia (39,5) e Regno Unito (27,4). L’Emilia Romagna è la regione leader nella presentazione di brevetti (146 brevetti per milione di abitanti nel 2005) seguita da Lombardia (113), Veneto (105), Piemonte e Trentino – Alto Adige (entrambe a quota 104). Le regioni meridionali si posizionano nelle posizioni più basse della classifica delle regioni italiane.

L’impatto sul fatturato –  nel 2005 le PMI italiane realizzano, in media, il 12% del loro fatturato mediante l’immissione sul mercato di prodotti o servizi innovativi. Nel complesso, i prodotti ad alta e medio alta tecnologia sono responsabili del 30% del fatturato nelle medie imprese e del 71,8% nelle grandi imprese. La quota di fatturato legato a prodotti ad alta tecnologia ammonta
1. al 4% nelle medie imprese
2. all’11,9% nelle imprese medio-grandi
3. al 10,7% nelle grandi imprese. In queste imprese l’impatto sul fatturato dei prodotti a medio-alta tecnologia ammonta al 61,1% è sensibilmente superiore rispetto a medie e medio-grandi imprese.

Si leggano di seguito due casi imprenditoriali di innovazione – scarica documento

Rosvanna Lattarulowww.spazioimpresa.biz


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