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Published on Settembre 27th, 2023 | by Redazione MG News

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Bomba sociale Italia Governo cieco

Da mesi si moltiplicano i segnali di grande disagio sociale in Italia (come in altri paesi d’Europa). Una puntata illuminante di Presa Diretta ci da lo spunto per fare qualche considerazione sulla situazione attuale e sulla possibile evoluzione futura.

Di solito quello che succede in Francia precede poi quello che succederà da altre parti. Il caso più clamoroso è stato il 68 francese ma poi è capitato in varie altre occasioni.
La Francia è percorsa ormai da inizio anno da ondate di proteste sociali molto forti che hanno assunto anche toni violenti con pesanti scontri con la polizia e un gran numero di feriti e arresti. Per tacere dei danni materiali subiti da automobili, vetrine di negozi, sedi di aziende ed istituzioni.

La ribellione nasce a gennaio per contrastare l’odiata riforma delle pensioni di Macron. Praticamente tutti i lavoratori si sono dichiarati contrari e a centinaia di migliaia o addirittura milioni (come nel caso del 1° maggio) sono scesi in piazza e per le strade a protestare.
Una riforma che penalizza soprattutto i lavoratori a basso reddito, i giovani, le donne e i lavoratori con carriere discontinue. Che nella migliore delle ipotesi costringerà le persone a lavorare 2-3 anni in più. E questo soprattutto per chi svolge lavori pesanti e usuranti è una vera iattura.

Ma la riforma delle pensioni è solo la punta dell’iceberg. In realtà i motivi di scontento sociale sono molti e sono simili a quelli che ci sono in Italia (e in altri paesi).

  • L’inflazione sta mangiando il potere d’acquisto delle classi medie e medio-basse. Una massa di gente con stipendi che fino a qualche anno fa garantivano una vita almeno dignitosa ora sono insufficienti anche per le esigenze di base (come possono testimoniare in Italia Caritas e le altre associazioni di volontariato)
  • L’aumento del costo degli affitti e recentemente dei mutui – a causa dell’incremento dei tassi di interesse – sta aumentando il numero di insolvenze e gli sfratti
  • Mentre da un lato i salari perdono continuamente potere d’acquisto le aziende hanno aumentato i loro profitti. Infatti è una bugia che l’aumento di prezzi che si è registrato in quasi tutti i settori sia causato solo dall’aumento delle materie prime e del costo dell’energia.
  • L’ aumento del costo delle bollette ha costretto molte famiglie in Francia – ma anche in Italia – a rinunciare al riscaldamento e moltissimi contatori sono stati staccati per morosità. In  Francia sono nate varie forme di rivolta sociale e sono state messe in atto anche azioni “illegali” per garantire la fornitura di energia ai poveri. Dei veri  e propri Robin Hood a rischio di finire in galera hanno provveduto a riallacciare molti contatori e invece a staccare l’elettricità a politici considerati dalla parte dei padroni.

In Francia questo malcontento sociale è stato guidato e sostenuto dai sindacati e politicamente dal raggruppamento di sinistra di Melanchon “France Insumise”. Mentre il dividendo in termini di consenso elettorale – almeno nei sondaggi – lo sta raccogliendo il Fronte National della Le Pen. Mentre il partito liberale di Macron è in caduta libera ormai nei pressi del 20%.
Il concetto espresso in breve è l’inasprirsi del disagio sociale e dei problemi economici sta portando ad una radicalizzazione delle scelte politiche. I partiti  che si mostrano scettici nei confronti dell’Europa e delle sue scelte politico-economiche hanno buon gioco ad additare le attuali istituzioni europee come le principali colpevoli dell’attuale situazione.

E in Italia ? In Italia la situazione è ancora peggiore rispetto alla Francia. Ad esempio in Italia non abbiamo un salario minimo che garantisca il lavoro povero invece in Francia esiste da anni. Ad esempio in Italia i salari in questi ultimi 10 anni sono addirittura scesi del 2,9% mentre in Francia sono saliti del 31%.
Eppure i sindacati sono tiepidi verso i problemi economico-sociali e alcuni addirittura accondiscendenti nei confronti del Governo (CISL). Il Governo da parte sua in economia ha fatto ben poco e spesso ha remato contro il ceto medio, soprattutto i lavoratori a reddito fisso.

Infatti la riduzione del cuneo fiscale, unico vero provvedimento di una certa consistenza varato dal Governo, è stato di entità molto modesta ed ha interessato una platea ridotta di lavoratori, escludendo tutto il ceto medio. In compenso sono colpevoli di molte omissioni:

  • hanno tolto il reddito di cittadinanza a centinaia di migliaia di persone senza offrire una reale contropartita
  • hanno rifiutato di affrontare il tema del salario minino a fronte di una situazione di indigenza sempre maggiore che interessa proprio i cd lavoratori poveri
  • non hanno prorogato il taglio delle accise sulla benzina nonostante la stessa sia ormai ben oltre i 2 euro il litro
  • a fronte dei crescenti problemi degli affitti soprattutto per gli studenti universitari ma non solo la loro risposta è il silenzio

Ecco mi chiedo quanto ci vorrà perchè i ceti medio-bassi in Italia si accorgano che questo Governo non fa i loro interessi ? Quanto ci metteranno i sindacati a condurre una forma di lotta sociale degna di questo nome ? Se i primi cominceranno a togliere consenso ai partiti di Governo (magari con l’esplosione dell’ astensione) ed i secondi promoveranno delle azioni veramente dure ed efficaci allora vedrete che la Francia non ci sembrerà così distante….

 

 

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