Ditelavostra

Published on Novembre 14th, 2023 | by Redazione MG News

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Premierato arma di distrazione di massa

Ecco un’altra funambolica trovata del Circo Meloni: la proposta di riforma costituzionale con il cd Premierato, ovvero elezione diretta del Presidente del Consiglio. Ma perchè questa iniziativa in un momento in cui nessuno ne sentiva il bisogno?

Ecco mentre l’inflazione si sta mangiando i risparmi (pochi) delle famiglie, mentre ci sono crisi internazionali gravissime in cui l’Italia è sostanzialmente impotente, intanto che in Italia abbiamo il record di sbarchi di migranti, il Governo Meloni lancia la mirabolante proposta di riforma costituzionale, incentrata nel cd “premierato“, neologismo che non esiste nel vocabolario.
In sostanza questa proposta prevede l’elezione del Presidente del Consiglio direttamente dagli elettori e non con nomina del Capo dello Stato a seguito dell’esito di elezioni o di una crisi.

Ora per capire come si tratti dell’ennesima cialtronata basta fare un piccolo passo indietro. Fino a non molto tempo fa (direi prima della campagna elettorale del 2022) il cavallo di battaglia della estrema destra era l’elezione diretta del Presidente della Repubblica (da molti anni sbandierata come una specie di panacea ai mali della nostra democrazia). Perchè questo viraggio di Fratelli d’Italia verso questa forma spuria che non trova riscontro in nessun altra democrazia del mondo ?

Beh i motivi sono molti ma dal mio punto di vista, visto l’opportunismo che contraddistingue l’operato di questa destra arretrata e incompetente, direi due, entrambi certamente non dettati da profonde riflessioni storico-giuridiche:

  • Il principale alleato di Governo – la Lega – ha sempre visto il presidenzialismo come il fumo negli occhi, pensando che sia un ostacolo alla favoleggiata “autonomia differenziata” che è rimasta praticamente la loro unica battaglia politica, visto che tutte le altre le hanno perse (legge Fornero, Jobs Act, etc)
  • La grande popolarità di cui gode la figura del Presidente della Repubblica ed in particolare Sergio Mattarella. La paura che dare maggiori potere a lui (o al suo successore che potrebbe non essere uno dei loro) significhi far perdere potere al Governo, visto che adesso sono loro a guidarlo

Ma al di là di questo cambio di obiettivo, perchè proporre questa riforma proprio ora ?

  • Diciamo con un eufemismo che le cose non stanno andando proprio bene al Governo Meloni. Un po’ causa i problemi internazionali, l’inflazione, il problema dei migranti e molto a causa della loro incapacità. Per gettare fumo negli occhi hanno dato il via ad una serie di mosse propagandistiche tra cui forse la più esilerante e preoccupante al tempo stesso è l’accordo con l’Albania per il trasferimento forzato dei migranti. Una cosa che come dice lo stesso premier albanese Rama “non servirà a nulla“. Io aggiungo oltre che inutile sarà molto costosa. Ecco quella del premierato è forse la più significativa e anche presupponente visto che è stata pomposamente definita la “Madre di tutte le riforme”
  • Provate a pensare alla ratio dichiarata di questa “riforma”: rendere i governi più stabili, farli durare per tutta la legislatura evitando i cd “ribaltoni”. Ma dico io che senso ha proporre una riforma del genere quando si dispone della maggioranza parlamentare più solida degli ultimi 20 anni ? Quando questo Governo ha fatto il record dei decreti legge, di fatto esautorando il Parlamento da molte questioni chiave ? La risposta può essere solo una: la Meloni non si fida dei suoi alleati nè ora, nè in prospettiva.
  • In chiave di interpretazione psicologica è come se la Meloni si sentisse la terra mancare sotto i piedi con tutte le rogne anche personali che ha dovuto affrontare nell’ultimo periodo e che anche per la sua sindrome da Calimero (che lei chiama Underdog) abbia bisogno di lasciare il segno. Aggiungiamo che il suo sogno di guidare un Governo di destra al futuro Parlamento europeo si è infranto contro la sconfitta di Vox in Spagna e quella dei sovranisti polacchi.

Ma forse questa mossa è un po’ troppo azzardata e potrebbe risultarle fatale. Già dalle prime dichiarazioni si capisce che la Meloni non conta di trovare una maggioranza parlamentare qualificata per approvare la riforma (servono i voti dell’opposizione) ma punta già diretta al Referendum popolare. Che diventerebbe ovviamente nelle sue manie di grandezza un refendum pro Meloni e quindi portare verso una sorta di “regime” condotto dall’uomo forte, pardon la donna forte.

Ora se la storia insegna qualcosa è che chi ha provato a fare un referendum “pro domo-sua”, in qualche modo paventando una riduzione di potere e sovranità popolare, è finito molto male. Basta ricordare i referendum di Renzi del 2016. Si consideri che a quel tempo Renzi era al top della popolarità, anche sopra l’attuale livello della Meloni (peraltro in calo dalla formazione del Governo). E come finì ce lo ricordiamo tutti.

 

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