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Published on Giugno 27th, 2023 | by Redazione MG News

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Italiani capre più del 60% non legge libri

Se diamo ragione a Camus quando afferma: “Il male che c’è nel mondo viene quasi sempre dall’ignoranza“, noi in Italia stiamo messi male. L ‘Istat fa la sua annuale fotografia della società italiana. E il risultato conferma che sul fronte culturale e della istruzione/formazione siamo nei bassifondi d’Europa

Dunque le cose non migliorano. Gli italiani leggono poco. Oltre il 60% nel corso del 2022 non ha letto un solo libro. Il dato è in peggioramento rispetto al 2021.
A livello complessivo la percentuale di spesa che gli italiani destinano alla cultura è del 6,3% quando la media europea è dell’ 8%. Siamo tra gli ultimi paesi nella classifica.
Giovani e donne sono coloro che hanno maggior propensione alla lettura e alle altre forme di cultura ed intrattenimento (musei, cinema, musica, etc) mentre gli uomini soprattutto di età medio-alta hanno un livello di fruizione culturale imbarazzante.

Quello che succede è che invece la parte di popolazione che usa i social media come esclusivo (o quasi) strumento di informazione è proprio formata da maschi di età medio-alta. Questo significa essere esposti ad una forte probabilità di ricevere informazioni manipolate se non addirittura fake news.

La situazione del livello di istruzione conferma che sono i maschi di età medio-alta ad averlo più basso. Più del 40% ha al massimo una licenza media.
Vi è anche un dato critico che riguarda i giovani, soprattutto nel Sud e cioè l’abbandono scolastico. Nel 2022, la percentuale di giovani d’età tra i 18 e i 24 anni che ha abbandonato precocemente gli studi è dell’11,5%. Nel Mezzogiorno, l’incidenza raggiunge il 15,1%.

Perchè ci dobbiamo preoccupare di questi dati e soprattutto del fatto che non vi siano trend di miglioramento ? Perché la mancanza di strumenti culturali che conduce a non avere strumenti di interpretazione della realtà. E quindi ad affidarsi a spiegazioni e a soluzioni semplici o meglio semplicistiche (se non addirittura a teorie complottistiche). Come fanno i governi populisti come quello che abbiamo in Italia. Il punto è che la maggior parte dei problemi che dobbiamo affrontare a livello locale, nazionale ed internazionale sono complessi. E le soluzioni non facili.

Per fare un esempio di come si tenta di manipolare le informazioni per influenzare le persone più deboli più fragili culturalmente, prendiamo il recente caso della Giornata internazionale sull’abuso e sul traffico di droga.

Il Governo l’ha usata per fare un discorso moralista e censorio nei confronti di tutti i tipi di droghe. Mettendo sullo stesso piano il consumatore di cannabis per uso personale con il grande spacciatore. Nel loro discorso retorico è diventata la giornata internazionale Contro la droga.

Come già affermato nel programma di Governo prima delle elezioni il consumo di droga è considerata un forma di devianza, ovvero un comportamento moralmente riprovevole. E non invece come uno dei tanti segnali del disagio economico, sociale e psicologico che investe in maniera crescente tutte le nostre società, non solo l’Italia.

Cara onorevole Meloni, se il consumo di droga è una grave forma di devianza da condannare, allora sappia che circa un terzo dei suoi parlamentari è deviato perchè – nella media dei parlamentari italiani – fa uso di sostanze stupefacenti siano esse canne, tiri di coca o pasticche varie.

Come diceva la Bibbia ? “Chi guarda la pagliuzza negli occhi dell’altro non si accorge della trave che sta nel suo”

 

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