Marketing e comunicazione

Published on Novembre 22nd, 2022 | by Redazione MG News

0

Manovra draghiana la montagna ha partorito il topolino

Tanto tuonò che….vennero giù due gocce d’acqua. Dopo le strombazzate promesse della campagna elettorale fatte da tutto il centro destra che anche grazie a queste ha vinto le elezioni, adesso arriva la dura realtà della manovra 2023. Una miseria.

Addio sogni di gloria! E addio ad un sacco di affermazioni e promesse fatte durante la campagna elettorale. La legge di bilancio 2023 che sta nascendo in questi giorni è quanto di più conservativo e meno innovativo su possa immaginare. Una misura simbolica racconta più di cento commenti: l’aumento delle accise sulla benzina; ricordiamo che le prime misure di questo tipo sono datate anni 50-60!

Ma vediamo le principali promesse/affermazioni-fake e confrontiamole con la dura realtà:

  • Intanto l’affermazione di principio: “Il nostro Governo sarà in discontinuità con quello attuale (Draghi)” – questa ha attirato l’attenzione di molti scontenti. In realtà nelle prime mosse concrete a livello internazionale e di politica economica (ovvero i due settori strategici) il Governo si è mosso in assoluta continuità con quello precedente. Anche qui basti citare un fatto simbolico: il ministro dell’Economia è Giorgetti il più draghiano dei ministri!
  • Abolizione del reddito di cittadinanza: qui siamo di nuovo alle promesse/affermazioni (tutte da dimostrare): “Lo aboliremo nel 2024”. Per il momento ci si limita ad un provvedimento minimale che fa risparmiare circa 700 milioni di euro (si parlava in campagna elettorale di 3-4 miliardi di risparmi). Fra l’altro si tratta di una misura (abolizione del RDC) la cui utilità è molto dubbia soprattutto se non si accompagna con una riforma delle politiche attive del lavoro  (centri per l’impiego). Rischia di lasciare senza sussidio 500-600 mila persone che al momento non hanno praticamente ricevuto offerte di lavoro! Un po’ per la questione dei centri dell’impiego assenti e un po’ perchè in molte zone – soprattutto del sud – il lavoro non c’è.
  • Flat tax (tassa piatta): secondo la Lega di Salvini ci sarebbe stata la rivoluzione delle aliquote IRPEF che sarebbero state ridotte prima e 3 e subito dopo a 2, in barba alla progressività dell’imposta che – tra l’altro – è un principio sancito (giustamente) dalla nostra Costituzione.
    Ebbene non solo non vi è la minima traccia di riforma dell’ Irpef ma tutto si limita ad estendere l’aliquota fissa del 15% fino agli 85.000 euro di fatturato per le partite IVA (fino ad oggi 65.000). Non precisamente una rivoluzione.
  • Riforma delle pensioni: “Aboliremo la Fornero!” – sempre il mago di Tik Tok a parlare in campagna elettorale. Ecco non solo non vi è alcuna traccia di riforma ma la misura ponte sbandierata dalla Lega “Quota 41 per tutti” viene ridotta tantissimo. Per uscire bisogna aver maturato 41 di contributi ma almeno 62 anni di età. Ovvero quota 103, che è peggiorativa della quota 102 attuata dal Governo Draghi nel 2022.  Non solo ma l’assegno pensionistico è in questo caso ridotto per le pensioni medio-alte in modo considerevole.

Gli esempi potrebbero continuare ma ci fermiamo qua, per non tediare i lettori (pochi) e noi stessi.
Solo una ultima considerazione: non c’è alcuna visione del futuro da parte di questo Governo, nessuna politica seria nei confronti dei giovani. Ad esempio in termini di salario minimo garantito, oppure di eliminazione dei contratti capestro della precarietà. Per non parlare del vuoto assoluto sulla Scuola, sulla Università e Ricerca.
Elettori italiani questo vi meritate (mi dissocio, io questi non li ho votati)

Marco De Alberti

 

Tags: , ,


About the Author



Torna su ↑