Ditelavostra

Published on Dicembre 5th, 2022 | by Redazione MG News

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Meloni da Draghetta a Mariarosa invidiosa

Dopo una manovra che assomiglia molto a quelle di Draghi – ma in tono minore – con l’aggiunta di misure che strizzano l’occhio se non all’evasione fiscale quantomeno ai furbetti della cartella (esattoriale) e altre che in prospettiva sono destinate ad allargare la disuguaglianza sociale (abolizione reddito di cittadinanza), si capisce che in tutta la sua linea il Governo tende ad emulare quanto fatto dal precedente.

Dalle mie parti si dice “Voria ma no posso”. Viene usato quando si realizza qualcosa che sulla carta è notevole ma che, causa mancanza di risorse, capacità, etc, finisce in un’operazione molto limitata, che delude ampiamente le aspettative.

Di “Voria ma no posso” già dopo poco più di un mese di Governo se ne potrebbero elencare svariati ma ci limitiamo a tre casi emblematici:

  • Il sostegno sui costi energetici. Il governo Draghi aveva disposto uno sconto su benzina e diesel alla pompa di 30 centesimi. Già dal primo dicembre questo sconto è passato a 18 centesimi. E sparirà dal 1° gennaio
  • Lo sconto fiscale aggiuntivo: per il 2023 ci sarà un misero 1% in più per i redditi bassi (sotto i 20.000 euro lordi/anno) che si risolve in circa 14-15 euro al mese. Aveva fatto molto di più il Governo Draghi che – oltre a prevedere uno sconto del 2% per i redditi sotto i 35.000 – fra l’altro ha aumentato il sostegno per le famiglie con figli. Altro che manovra in favore del ceto medio!
  • Scostamento di bilancio: dopo le mirabolanti promesse della campagna elettorale, soprattutto della Lega ma non solo, che prevedevano uno scostamento di 100 miliardi di euro per il 2023, siamo forse a 35 miliardi, con coperture ancora non sicure perchè legate ad entrate incerte ed “una tantum” come ad esempio quelle derivanti dal condono fiscale. Sempre per fare un paragone la coppia Draghi/Franco ha tirato fuori nel 2022 100 miliardi di euro per combattere la crisi energetica senza fare un euro di scostamento di bilancio.

Ma oltre alla manovra sta emergendo in tutte le principali mosse politiche e prese di posizione una sorta di “senso di inferiorità”, direi quasi di invidia per lo status politico, istituzionale, di riconoscimento internazionale di Mario Draghi. Personalmente non sono mai stato particolarmente favorevole al Governo Draghi, soprattutto perchè non innovativo nelle politiche sociali, perchè molto “conservatore” nelle politiche economiche. Ma indubbiamente sul terreno delle politiche finanziarie, del debito pubblico e dei rapporti internazionali una garanzia di affidabilità.

Per descrivere l’atteggiamento della Meloni in questa fase mi è venuto in mente un personaggio di una vecchia pubblicità degli anni 60-70 dell’olio Bertolli. Ve la ricordate la povera Mariarosa sfigata amica della antipaticissima Olivella (ma chi si ricorda mai il suo nome?) che cercava di emulare le imprese (molto banali peraltro) dell’amica, senza mai riuscirci? Ebbene il refrain del famoso jingle diceva: “Mariarosa invidiosa come lei vuol far ma non è capace non la sa proprio imitar“.
Nonostante i resoconti giornalistici siano concordi nel dire che la Meloni è da mesi che ricorre ai consigli (del tutto disinteressati) di Draghi su tutti i dossier più scottanti, dall’Ucraina al PNRR, dal debito pubblico ai dossier europei, lei si sta mostrando sempre “a confronto” con il suo (scomodo) predecessore.

Questa “invidia del pene politico” si è recentemente manifestata con una dichiarazione che non può non aver irritato Mario nostro. La Meloni ha detto in sostanza che se il Governo non riuscirà a raggiungere tutti gli obiettivi previsti nel PNRR per il 2022, la colpa non sarà del suo esecutivo ma (sottinteso) di quello precedente.
Ora la Meloni sapeva benissimo quando ha accettato l’incarico di Governo che non sarebbe stato facile nulla per lei, ed in particolare sapeva che con campagna elettorale e successivo periodo di transizione lei avrebbe avuto due mesi per tutta una serie di incombenze, le principali appunto gli obiettivi residui del PNRR e la legge di Bilancio. Ma è stata lei a sbandierare in tutta la campagna elettorale lo slogan “Pronti” e quindi….hai voluto la bicicletta? Pedala e non lamentarti.
Il problema è che lei è consapevole che il suo status non è assolutamente all’altezza del predecessore e che i componenti del suo Governo sono in molti casi inadeguati e oggettivamente meno competenti ed esperti dei predecessori.

Da qui l’invidia di Meloni-Mariarosa 😉

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