Marketing e comunicazione no image

Published on Dicembre 2nd, 2011 | by Redazione MG News

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Steve Jobs e Bill Gates, 2 grandi comunicatori con stili diversi

In questo periodo quando parliamo di imprenditori e di grandi aziende, si pensa subito al settore tecnologico e di conseguenza a Bill Gates e Steve Jobs

Bill Gates e Steve Jobs, due imprenditori “geni” che hanno introdotto nuove tecnologie nel mercato creando valore per i consumatori. Senza le loro menti, la loro capacità imprenditoriale, le loro invenzioni, non esisterebbe tutto quello che esiste oggi.

Personaggi come loro sono unici, e per questo vale la pena raccontare le loro grandi storie. E’ importante conoscere il perché in questi ultimi anni si è parlato tanto di Apple, di Microsoft e dei loro fondatori, quali sono gli aspetti simili e le loro diversità.

Nel mercato dei personal computer, Apple e Microsoft sono due nomi che il consumatore riconosce come attori principali. Per anni, le due aziende si sono sfidati sul mercato per conquistare quella quota di mercato tanto ambita. Microsoft ha iniziato con un focus sul software e da allora ha dominato il settore in termini di quota di mercato. Apple si è concentrata su un hardware che viene fornito con il suo sistema operativo, ma entrambi sono riusciti a trovare un posto particolare nel mercato, e sono ancora due grandi aziende di successo. Andiamo però nello specifico.

LE DIFFERENZE:

1) Gates ha sempre puntato al dominio del mercato attraverso le strategie di mercato, mentre Jobs ha sempre seguito la sua stella polare, il prodotto, “non compatibile”, ma innovativo, avveniristico e d’élite. Abbastanza perché l’Ipod, l’Iphone e l’I-pad diventassero quegli oggetti di culto in grado di cambiare le nostre vite.

2) Gates ha creduto che fosse il software la carta vincente, senza curarsi troppo delle macchine e facendo del suo sistema operativo uno standard per i computer. Così Microsoft è riuscita ad offrire un prodotto altamente flessibile ad un prezzo inferiore, accontentando sia le tasche proletarie che quelle professionali. Steve invece ha scommesso sull’hardware anche quando tutti dicevano che era una strada a fondo cieco. Apple ha avuto però una crescita esplosiva ed è ancora una forza importante nel mercato.

La forza di Apple è nel marketing e negli spot pubblicitari.

Il genio visionario di Steve Jobs ha anche contagiato il mondo degli spot. Veri e propri corti cinematografici, graffianti o ironici, i commercial della casa di Cupertino hanno fatto la storia. La rivoluzione arriva nel 1984 con il lancio del Macintosh. Lo spot che evoca il celebre romanzo di Orwell (‘1984′ per l’appunto), girato da Ridley Scott, fu programmato durante il Superbowl di football americano. E’ con l’immagine del martello che infrange lo schermo da cui parla un angosciante dittatore che si crea il “mito” Apple, nutrito di un senso di diversità e appartenenza in cui si sono ritrovati negli anni centinaia di milioni di utenti. Dal 1984 a oggi la storia è lunga, e passa dallo storico claim “Think Different” con una carrellata di personaggi che hanno cambiato il mondo, fino al duello virtuale tra Pc e Mac; due giovani ipotetici Jobs e Gates che confrontano le prestazioni delle loro rispettive creature (guarda gli spot in fondo). La Apple ha sempre privilegiato il bello, l’estetica prevale sulla sostanza, fino a farla diventare il motore principale della società, un culto.Negli anni Apple ha perfettamente posizionato i suoi prodotti come alternativa hippy ai device anonimi dei colletti bianchi.

Creare la notizia. Il successo di Apple è dovuto anche al fatto che gli uomini di Jobs hanno sempre saputo gestire l’attenzione dei media, sfruttandone a proprio vantaggio i meccanismi.

No alla vendita nei supermarket. Quando Apple ha deciso di ritirare i propri prodotti dai grandi magazzini qualcuno li ha accusati di snobismo, ma fu un colpo di genio. Ancora oggi chi fa un acquisto in un Apple Store vive la magica impressione di ritrovarsi con un dispositivo realizzato espressamente per sé, come parte di un club esclusivo.

La dipendenza dal marchio. Con te tutto il giorno- I prodotti si integrano così alla perfezione gli uni con gli altri che non si riesce a comprarne uno soltanto. Cercare altri marchi è uno spreco di tempo. Ci si innamora del prodotto, e diventa parte della nostra vita.

Orientare i gusti futuri. Apple non consegna ai clienti ciò che vogliono, gli presenta ciò che vorranno. Studia le abitudini dei consumatori, intuisce le esigenze future, orienta il gusto del domani. E lo fa bene.

Condividere il successo con i dipendenti. Un marchio con grande personalità sa veicolare la propria forza in primis verso l’interno: essere un dipendente Apple significa essere un sognatore, sentirsi diverso dal mondo circostante e impegnarsi a promuovere la diversità.

Puntare sui giovani. Apple ha sempre compreso quanto sia importante, per la fidelizzazione, poter contare su un target molto giovane e impressionabile. Da anni porta avanti un’acuta politica di incentivi per entrare nei college degli Usa.

Semplicità. La semplicità è sexy. E ciò che è sexy si vende meglio. L’intera filosofia Apple poggia su un’idea di semplicità, immediatezza ed eleganza facile. Packaging, design, sistema operativo, acquisti e assistenza: tutto facile. Il cliente si sente soddisfatto, gratificato e pure in gamba.

Brand religion. Le persone non si limitano a comprare prodotti Apple, la adorano come religione. E oggi è l’unica azienda al mondo a non avere clienti, ma fan. E’ una fabbrica di sogni che con il suo tocco magico sforna qualsiasi tipo di gingillo tecnologico; spesso originale solo perché reso più bello e semplificato rispetto ad altri prodotti già editi che non hanno incontrato il favore del pubblico; e riesce a venderlo a milioni di persone, malgrado il costo quasi doppio rispetto alla concorrenza.

Da un punto di vista del marketing e della pubblicità i meriti della Apple non si discutono, e qui Microsoft è sempre arrivata seconda. I suoi spot nel corso degli anni sono stati spesso criticati e diventati oggetto di derisione. Anche la nuova campagna pubblicitaria che Microsoft ha lanciato per promuovere i suoi, in onda sulla tv statunitense, non sta riscuotendo successo. Il tema è la famiglia, intesa come nucleo di persone che possono usare i prodotti del colosso di Redmond, ma anche come famiglia di prodotti che riescono a comunicare fra loro creando un piccolo ecosistema: non è nulla a confronto di quello costruito sapientemente da Apple. Sono spot troppo “easy”. Simpatia forzata e scenario familiare che nella sua stucchevole semplicità riesce perfino a non far comprendere di che prodotti si sta parlando.

LE SOMIGLIANZE:

Agli antipodi per formazione, provenienza familiare, carattere, Steve e Bill, amici e nemici, erano accomunati dal grande carisma e dalla incredibile capacità di cambiare il paradigma. In tutti i campi, non solo nella tecnologia. Si pensi a Gates con la filantropia: non solo beneficenza, ma progetti. E quando Jobs diceva: restate affamati, restate folli, invitava a rifiutare il pensiero convenzionale, il dominio del passato, per cercare sempre strade nuove. Jobs è un maestro di vita e i suoi insegnamenti servono a chiunque voglia cambiare in qualsiasi campo. Ha saputo costruire una serie di pilastri nei computer, nell’intrattenimento, nella comunicazione, convinto che la loro durata è limitata, il vantaggio competitivo è sempre insidiato dai nuovi arrivati. In questo, Apple e Microsoft hanno sviluppato una mentalità simile. Microsoft ha creato uno standard, Apple è diventata lei uno standard. Steve e Bill hanno scalato la stessa montagna da due versanti diversi, con armi simili, bagagli intellettuali e qualità comparabili. Quando Apple era in difficoltà, con Jobs fuori, Gates ha dato anche una mano prestando 150 milioni di dollari. Con Office per Mac è aumentata la compatibilità, affrontando un problema che aveva tenuto i prodotti della Mela in una nicchia. E’ stato un contributo importante per non mandare a fondo Apple, la cui storia non è tutta una catena di successi.

 Edi Florian http://www.ediflorian.com


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