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Published on Settembre 19th, 2023 | by Redazione MG News

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Von der Leyen populismo sui migranti contentino alla Meloni

Dunque anche dall’Europa soluzioni velleitarie se non populiste alla questione migranti. Un immobilismo impotente che si somma alle politiche miopi e inefficaci del Governo italiano.

Povera Giorgia. Non gliene va bene una. Sul fronte economico aveva appena finito di gloriarsi dei risultati del suo Governo (in che senso?) sull’aumento del PIL e dell’occupazione che arrivano le tramvate. Il PIL è previsto in calo nel secondo semestre, mentre lo spread ha raggiunto picchi che non si  vedevano da anni. I tassi d’interesse causa la politica della BCE e dell’ingordigia delle banche sono in continuo aumento. Le previsioni delle grandi banche d’affari e degli esperti sono negative sulla sostenibilità del debito italiano anche perchè la simpaticissima Lagarde sta riducendo drasticamente gli acquisti di debito pubblico italiano. Per questo motivo la manovra finanziaria avrà dei margini di manovra risicatissimi. Inoltre causa la riforma del reddito di cittadinanza la povertà è destinata ad aumentare. Già si calcolano oltre 5 milioni di persone che fanno fatica a mettere assieme il pranzo con la cena.

Ma è sulle politiche sui migranti che la realtà sta sbattendo in faccia alla Meloni il suo fallimento più grande.
Dopo aver impostato la sua campagna elettorale su slogan come “Porti chiusi” e “Blocco navale” si trova sommersa da un’andata di sbarchi che non si vedeva da dieci anni. Questa situazione ha messo a nudo una sostanziale impreparazione del Governo ad affrontare questa ennesima emergenza. E le soluzioni che vengono messe in campo suonano più come uno specchietto per le allodole per “placare” l’opinione pubblica e per fare campagna elettorale in vista delle elezioni europee.
In questo contesto la Meloni parafrasando un verso di una vecchia canzone della Vanoni che diceva “Proviamo anche con Dio non si sa mai” si è detta “Proviamo anche con L’Europa non si sa mai”.  In realtà la Meloni aveva provato a coinvolgere l’Europa sui migranti già da giugno. Infatti è stato frettolosamente firmato un protocollo di intesa con il dittatore tunisino Saied. Che prevedeva una bella barcata di soldi dalla UE (290 milioni) in cambio di un intervento tunisino per bloccare le partenze verso l’Italia e Lampedusa in particolare.

Ma cos’è successo nel frattempo? O meglio sarebbe chiedersi cosa NON è successo. Le partenze dalla Tunisia infatti non solo non sono diminuite ma sono addirittura aumentate. La questione è che una parte dei soldi promessi a Saied subito non sono arrivati. Perchè si è scoperto che molti paesi europei sono contrari a questo accordo che non ha coinvolto neanche il rappresentate per la politica estera Borrel. Figuriamoci gli altri commissari e paesi membri! Si sono messi di traverso e hanno bloccato i fondi. Risultato la Tunisia ha lasciato che le partenze proseguissero come e più di prima da Sfax.

Quindi una bella figura di merda dell’Europa e in primis della Von der Layen che di questo accordo si era fatta garante. Quindi la Meloni ha pensato bene di chiamare la Von der Leyen a Lampedusa per mostrarle la situazione di disagio e soprattutto per farle capire che con Saied le cose non hanno funzionato.

Un po’ perchè si è sentita punta sul vivo e un po’ perchè anche lei è in campagna elettorale (per essere rieletta a capo della commissione) la Von der Leyen si è fatta prendere la mano e ha messo in campo il “decalogo” europeo per la gestione dei flussi migratori. Questo documento è una mix micidiale di improvvisazione, populismo e grida manzoniane. Non possiamo esaminarlo tutto ma commenteremo alcuni punti qualificanti.

Intanto in più punti del decalogo viene citato il “supporto di Frontex” all’Italia. Che sarebbe la polizia di frontiera europea. Che a detta di molti commentatori è stata inefficace nel suo ruolo di supporto agli stati nella sorveglianza delle frontiere. Viceversa si è distinta per alcune operazioni di respingimento di massa di migranti che ha sollevato le proteste delle ONG e non solo.

Un altro punto qualificante del decalogo è “l’attivazione del meccanismo di solidarietà per l’accoglienza dei migranti da parte degli altri paesi europei”. Meccanismo che non ha mai funzionato e non si vede come possa funzionare questa volta dopo che già diversi stati hanno alzato le barricate sulla redistribuzione dei migranti sbarcati in Italia.
Viene poi sottolineata la necessità di aumentare i rimpatri dall’Italia verso i paesi di origine.  Ma questo non si può fare senza degli accordi con questi paesi. E attualmente l’Italia ne ha solo con 3 paesi e nel 2023 a fronte di 130.000 sbarchi ha effettuato solo circa 3.200 rimpatri. Una goccia nel mare.

Il decalogo si chiude con il richiamo alla Tunisia a mettere in atto quelle misure che consentano alla UE di sbloccare i fondi. Nel frattempo la Tunisia si è affrettata a dichiarare che i soldi li vuole senza condizioni.

Uno squallido ping pong di responsabilità giocato sulla pelle di decine di migliaia di persone costrette a condizioni disumane. Se si salvano dal mare….

 

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