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Published on Dicembre 14th, 2021 | by Redazione MG News

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Movimento 5 Stelle verso la liquefazione

Il barometro delle sorti del Movimento 5 Stelle sta virando decisamente verso il basso. Io non penso che si arriverà alla tempesta ma bensì ad una progressiva liquefazione che lo porterà ad una inconsistenza politica, forse anche prima delle prossime elezioni previste per il 2023


Mi espongo con un giudizio che potrebbe sembrare prematuro e ingiusto. Il Movimento 5 Stelle è destinato ad un irreversibile declino e dissoluzione e in tempi piuttosto rapidi. E Conte non riuscirà a sollevarne le sorti. Avevamo gia espresso in un articolo di giugno le cause di una crisi politica (e di consenso). Non sto a ripetere queste motivazioni. E voglio invece ricordare che a fronte di questa crisi, c’era a quel tempo la prossima (e molto sofferta) discesa in campo di Giuseppe Conte come leader politico dei 5 Stelle. Eprimavamo in quel contesto la nostra perplessità su Conte come figura nei modi e nei contenuti moderato, chiamato a guidare un movimento nato con motivazioni, contenuti e toni diametralmente opposti.

A distanza di 6 mesi la “svolta moderata” impressa da Conte e dai principali uomini di Governo dei 5 Stelle (in primis Giggino Di Maio) ha portato ad un pessimo risultato alle elezioni amministrative di ottobre e ad una continua discesa nei sondaggi.  Le ultime rilevazioni assegnano ai 5 Stelle una percentuale dei consensi di poco superiore al 14% (senza andare troppo lontano nel tempo, quest’anno erano arrivati vicino al 17%).
Cosa sta succedendo all’elettorato dei M5S (quello rimasto, dopo il pesante ridimensionamento nel 2019 e 2020) ? Il termine disorientamento forse è troppo blando per definire uno stato d’animo ormai prevalente in molti. Persi in malo modo i sindaci di Roma e Torino, il sostanziale appiattimento politico sulle misure di Draghi e sulle posizioni moderate del PD, sta facendo assomigliare l’ex Movimento ad un partito tradizionale, moderato. Un po’ un fratello minore del PD, con un leader molto meno scafato ed abile rispetto a Letta, con una organizzazione territoriale praticamente assente (i Meet Up non esistono più).

Ci sono poi delle scivolate in termini di comunicazione che apparentemente leggere, sono invece dei macigni che vengono gettati sulle teste di molti italiani che per anni hanno riposto la loro insoddisfazione, la loro istanza di cambiamento sul Movimento 5 Stelle.
Mi riferisco ad esempio alla frase di Conte che parlando di Berlusconi come possibile Presidente della Repubblica (una cosa della quale non si dovrebbe nemmeno discutere a mio avviso) ha affermato che “Ha fatto anche cose buone nella sua storia politica”. A parte l’evidente cul-de-sac in cui lui si è infilato non riuscendo ad esprimere in quella occasione una sola cosa buona che Berlusconi avrebbe combinato, questa presa di posizione nega anni e anni di lotta strenua di militanti del Movimento che in tutte le sedi, nelle piazze, nei Meet Up, nel Blog di Beppe Grillo e dovunque.
Si tratta di un atteggiamento che fa venire un groppo allo stomaco a chi ha fatto della moralità pubblica, della lotta alla criminalità organizzata e all’evasione fiscale, della giustiza giusta anche nei confronti dei potenti, dei punti irrinunciabili. Segna uno spartiacque simbolico dal quale sarà difficile tornare indietro per Conte e per il suo entourage.
In Parlamento sono già molti i parlamentari eletti dai 5 Stelle che sono usciti dal gruppo per approdare altrove. E’ noto a tutti i giornalisti di palazzo che i gruppi parlamentari dei 5 Stelle sono ormai formati da bande l’una contro l’altra armate, nessuna delle quali risponde alle indicazioni di Conte.

Con sondaggi che continueranno a scendere (mentre il fratello maggiore PD pur senza fare nulla di rilevante sta salendo in modo visibile nei consensi), con una sempre minor rilevanza delle posizioni politiche all’interno del Governo, con la concreta prospettiva che alle prossime elezioni politiche si arrivi in ordine sparso, la prospettiva di una liquefazione del Movimento mi sembra altamente realistica. Si assisterà ad un fuggi fuggi generale dei parlamentari dei 5 Stelle che con la prospettiva di un collasso nei voti e quindi una scarsissima possibilità di venire rieletti – data anche la riduzione de numero dei parlamentari fra l’altro fortemente voluta da loro – cercheranno di accasarsi da qualche parte.

Alla fine di questa analisi sconfortante che vede un Movimento 5 Stelle ora assimilabile a partitino di Centro (fratello minore del PD), mi viene da porre di nuovo una domanda accorata: chi rappresenta le istanze progressiste, “di sinistra”, peraltro molto presenti nell’elettorato italiano tra i giovani, gli operai, le donne soprattutto quelle marginalizzate dal mercato del lavoro. ? Oppure le persone di cultura medio-alta che sentono l’urgenza di cambiare rapidamente le regole di una società che si sta avviando verso crescenti disuguaglianze sociali e disastri ambientali ?

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